domenica 25 dicembre 2011

Buon Natale

Come avevamo promesso, esce in "edizione straordinaria" un post a Natale. Mattinata da delirio, come per tutti i bambini che credono a Babbo Natale. La letterina è stata scritta ieri sera, con quel po' di vocabolario a nostra disposizione. Trovare sotto l'albero esattamente ciò che era stato richiesto (il pupazzo di Buzz Lightyear) lo ha fatto andare in visibilio e oggi sarà dura rivolgergli la parola impegnato com'è a dar vita al suo nuovo (e forse primo) supereroe.
Questi primi giorni sono andati al di là delle nostre aspettative: ottimo l'impatto con la casa (specie con la sua cameretta) e tutto sommato ben auguranti anche gli incontri avuti fino a questo momento (anche se il bagno di folla, inevitabilmente, ci toccherà fra oggi e domani). Siamo nella fase della scoperta, come è normale: la frase più consueta, di questi tempi, è "faccio io", che va bene in ogni circostanza (dalla macchina per il caffè, all'asciugacapelli, al telefono, al telecomando per aprire l'auto). Non sarà facile prendere le misure a tutto e noi, come genitori, siamo ancora un po' maldestri, ma il tempo gioca a nostro favore e per ora sembra che il giovanotto si faccio guidare senza troppi problemi. A gennaio si inizia scuola, e quello sarà per tutti e tre un bel banco di prova.
Prima degli auguri, alcune comunicazioni al condominio.
1. Accogliamo ben volentieri la proposta lanciata da Vice sulla raccolta fondi per una donazione. Per semplificare la logistica, ci mettiamo a disposizione quale "punto di raccolta" per tutti coloro che vorranno partecipare, ma ovviamente lasciamo che destinazione e modalità di impiego vengano decisi da tutti i condomini. Su questa faccenda vi vediamo piuttosto attivi e autonomi, per cui ci consideriamo solamente strumenti nelle vostre mani. Se dovesse servire, sul blog si possono pubblicare anche "sondaggi" per esprimere preferenze, sempre nel rispetto della privacy.
2. Riconfermiamo la nostra intenzione a programmare quanto prima una riunione di condominio. Abbiamo solo bisogno di un po' di tempo per assestare la nostra nuova vita, poi vorremmo tanto creare un'occasione perchè il destino faccia il suo corso, fino alla fine. Al di là della conoscenza con Vova (alla spicciolata molti di voi lo conosceranno nei prossimi giorni) ci piacerebbe far incontrare le persone che hanno animato il blog e che hanno reso possibile questo piccolo miracolo di scrittura collettiva. In condominio, fra l'altro, c'è più di qualche single.... ci siamo spiegati, no?
3. Visti i punti immediatamente precedenti, e considerati gli appelli che ci stanno arrivando, il blog non chiuderà, ma rimarrà attivo come strumento di servizio per concretizzare i nostri due progetti (donazione e riunione) con aggiornamenti alla bisogna. Al tempo stesso stiamo studiando un modo per valorizzare quanto è stato scritto sulle pagine di questo diario, inventato da noi due, ma scritto da tanti.

Siamo giunti agli auguri e ai saluti finali. Per noi sarà un Natale speciale: Gesù Bambino stavolta è arrivato in aereo e parla con uno spiccato accento ucraino. Oddio, noi ci sentiamo più a nostro agio nel ruolo di bue e asinella, anche perché un Matteo falegname è troppo, troppo improbabile. Però a casa, quando siamo arrivati, abbiamo trovato in terrazzo una grande stella cometa accesa e sappiamo già che c'è una coda di re magi pronti a venire a farci visita con oro (per la donazione), incenso (per benedire i nostri incontri il giorno della riunione) e birra. Si, si..... BIRRA!!!!!!!

Grazie a tutti, amici. Nel nostro Natale c'è talmente tanta felicità che ne avanza un sacco per tutti voi. Chiudiamo questo post natalizio con una delle tante citazioni che ci avete regalato nei vostri commenti  e che ci sembra un buon augurio per il mondo, non solo per queste feste: "Amore è tutto ciò che aumenta, allarga, arricchisce la nostra vita, verso tutte le altezze e tutte le profondità"


Buon Natale

martedì 20 dicembre 2011

Finalmente ...

Ce l’abbiamo fatta. Anche al controllo passaporti, a Kiev, si è consumato un piccolo giallo con i visti, ma quello che conta è che siamo finalmente a casa. Gli occhi di Vova al momento del decollo dell’aereo ci hanno ripagato di tutte queste ultime difficoltà… avreste dovuto vederlo!
Non sappiamo ancora quale sarà la sua reazione quando entrerà nella sua cameretta, perché stiamo scrivendo dall’aereo. Ce lo immaginiamo incuriosito e meravigliato, come sempre del resto.
Il viaggio è dunque concluso: ci abbiamo messo “solo” 134 giorni, interrotti da qualche intervallo italiano. Onestamente non avremmo mai creduto di fare tanta fatica: l’immagine che si ha dell’adozione internazionale prima della partenza è assai diversa da ciò che si vive in presa diretta, e questo lo pensiamo al di là delle difficoltà – del tutto eccezionali – che hanno segnato il nostro percorso. E’ una cosa che abbiamo condiviso con le altre coppie che abbiamo conosciuto in Ucraina e che, come noi, hanno sbattuto il muso con una realtà ben diversa da come ci era stata descritta. Gli incontri con queste coppie di “amici” sono uno degli aspetti più preziosi di questo viaggio: Barbara e Moreno, Irene e Roberto, Carla e Graziano sono stati compagni di sventure e di sfoghi, di speranze, di attese, di paure, di gioia. A loro e ai loro splendidi figli, Masha, Alessandro e Oleg, il nostro ringraziamento per aver condiviso con noi, in maniera autentica, le fatiche dell’adozione. Un pensiero speciale, poi, va a Giorgia, Fabio e Tanja, la cui avventura non è ancora conclusa. Crediamo di sapere bene cosa si provi in questi momenti: la distanza, il senso di impotenza, l’attesa, la rabbia, la tristezza, la speranza. Per noi questa situazione di incertezza è durata pochi mesi: la loro prova e molto più dura e meritano tutta la nostra ammirazione per il coraggio e la tenacia che stanno dimostrando. Gli staremo sempre accanto, per quanto ci sarà possibile, e potremo dirci davvero felici solamente quando anche Tania sarà con loro a casa.
Doverso, e non di circostanza, è il nostro ringraziamento a tutto lo staff di S.O.S. Bambino. Ci hanno confessato che il nostro è stato uno dei casi più complicati in anni di attività. Le tensioni accumulate dopo ogni rinvio di udienza avrebbero potuto logorare un rapporto di fiducia e stima reciproca che invece si è consolidato man mano che le difficoltà aumentavano. La Presidente, Andrea, Giorgio e tutti gli altri ci sono stati vicini anche quando ci siamo arrabbiati con loro; si sono letteralmente fatti in quattro per noi e non ci hanno fatto mai mancare la fiducia e la speranza in un esito positivo. Hanno avuto ragione.
Poi c’è il blog… Lo abbiamo scritto più volte, specie quando l’umore era pessimo. Senza il “condominio” e senza i 1817 commenti ricevuti in quattro mesi non ce l’avremmo fatta. Ne siamo certi. Nato come semplice diario di viaggio, questo sito è diventato un incredibile esperimento di scrittura collettiva, all’interno del quale si sono incrociate biografie, preghiere, riflessioni, ricette, incoraggiamenti (tanti…). Non abbiamo la pretesa di aver creato qualcosa di unico, ma in cuor nostro crediamo che questo aspetto della nostra adozione meriti di essere raccontato in qualche modo. Vladimir è arrivato a casa nostra certo merito nostro, ma accompagnato da decine, forse centinaia di persone che, come noi, lo hanno desiderato e accolto. Non troveremo mai le parole per dimostrarvi la nostra riconoscenza e dirvi “grazie” ci sembra ben poco. Ci avete scritto in tanti, tantissimi. I numeri degli accessi parlano da soli. Non solo i nostri familiari e gli amici più stretti ma, cosa ancor più incredibile, tante persone inaspettate, insospettabili o che addirittura non ci conoscono. Vorremmo avere traccia di tutti, e ricostruire una mailing list per tenervi al corrente dei progressi di Vova, quando il blog non ci sarà più. Ci piacerebbe poi organizzare una grande riunione di condominio, fra qualche tempo, per poterci finalmente incontrare tutti, abbracciarci e, perché no, in alcuni casi conoscerci. L’indirizzo di Paola (paola.fedato@gmail.com) è a disposizione per chiunque volesse contattarci in attesa che data e luogo della riunione vengano fissati. In ogni caso vi promettiamo un ultimo post il giorno di Natale, con le foto del nostro primo albero “a sei mani”.
Infine, prima di atterrare, consentiteci di nominare solo quattro persone, alle quali dobbiamo molto di ciò che siamo riusciti a realizzare in questo viaggio: Clara, Pasqualino, Vica e Piero, assieme a noi, si sono assunti una bella responsabilità, perché anche per fare i nonni adottivi ci vogliono coraggio e amore. Sappiamo che hanno sofferto tanto per le nostre disavventure e anche in questa occasione non hanno mancato di insegnarci tanto e di dimostrarci, ciascuno a proprio modo, il bene che ci vogliono.   

lunedì 19 dicembre 2011

Verso casa...

L'Italia ha un nuovo primatista nazionale sui tremila siepi: si chiama Matteo Cornacchia e il record è stato realizzato oggi (data del suo compleanno) e, fatto ancor più eccezionale, in condizioni proibitive (ovvero attraverso le vie di Kiev con uno zainetto stracolmo di documenti sulle spalle!). La giornata si è aperta con una strana telefonata di Giorgio: "Caro Matteo, siediti. Devo dirti una cosa che non ti ho voluto dire venerdì per non rovinarti il week end. Ci sarebbe ancora un problema con una legalizzazione...". Alle 9.30 di mattina è andata in scena la più folle corsa contro il tempo di questo lungo viaggio, con Matteo costretto a macinare chilometri da una parte all'altra della città, fra ostacoli di ogni genere, nel tentativo disperato di non far slittare ancora la partenza. Per la cronaca l'obiettivo è stato raggiunto, anche se con seri danni alle coronarie del malcapitato (altri 7 anni in meno... stiamo perdendo il conto). Quel che più conta è che Vova può ora andarsene in giro fiero e tronfio esibendo il suo passaporto nuovo con tanto di "visto" per l'Italia. Uscendo dalla porta dell'Ambasciata italiana mentre i neogenitori continuavano a tenere gli occhi increduli puntati sul benedetto "visto", l'imprevedibile Vladimir si è girato e sfoderando un luminoso sorriso ha esclamato "Grazie a tutti e Buon Natale". Immaginatevi le facce degli imperturbabili funzionari e soprattutto le nostre.
Cari amici, stavolta ci siamo per davvero. Domani ci attende l'ultimo ostacolo del controllo documenti in aeroporto. Se riusciremo a superare indenni anche questa prova, potremo finalmente rilassarci e goderci il viaggio di rientro a bordo dell'aereo "Wizz Air" color lampone. Ovviamente questo non sarà l'ultimo post del blog: vi dobbiamo ancora il racconto di quanto accadrà domani e, soprattutto, una serie di ringraziamenti per tutto ciò che questo diario collettivo ha rappresentato nei quattro mesi di avventura.

domenica 18 dicembre 2011

Ultima domenica a Kiev

Una Kiev ormai completamente illuminata a festa (qui il Natale si festeggia il 7 gennaio) fa da sfondo alla nostra ultima domenica ucraina. Domani mattina ultimo giro di giostra, in ambasciata, per l'applicazione del visto al passaporto di Vladimir Cornacchia. Anche la giornata di oggi è stata condizionata dal gran freddo, per cui, viste le precarie condizioni di salute dei due uomini (brutta tosse, da notte in bianco), abbiamo preferito rimanere rintanati in casa. Ancora qualche prova di recita, la solita oretta di qvaderno, un pò di lotta greco-romana e qualche coccola. Questa è stata la nostra ultima giornata di "attesa": ci pare già di sentire il profumo delle orecchiette di nonno Piero e del pasticcio di Nonna Clara.
In questi giorni ci era venuta l’idea di scrivere un post intitolato: “Vladimir, istruzioni per l’uso”, per condividere alcune preoccupazioni legate al nostro rientro in Italia.  Temiamo un po’ il clima di aspettativa che si è creato intorno all’arrivo di questo bambino che noi vi abbiamo raccontato attraverso i nostri occhi generosi di genitori. Vladimir è un bambino che ha deciso di fidarsi di noi, che ci riempie di affetto e che ce la sta mettendo tutta per imparare in fretta quello che ha lasciato per strada nei primi anni della sua vita. Ma non sappiamo come reagirà quando si troverà dentro la nuova vita che lo attende in Italia; probabilmente ci metterà un bel po’ a lasciarsi andare e alcuni suoi comportamenti potrebbero risultare “strani” agli occhi di chi non conosce bene la sua storia. Abbiamo deciso di non provare neanche a scrivere le “istruzioni” perché siamo certi che lo saprete accogliere anche con tutte le sue insicurezze, con la sua scarsa propensione al galateo e con la quantità di energia vitale che ha bisogno di liberare e che a volte è difficile da contenere.

Luci di Natale a Kiev

sabato 17 dicembre 2011

Recita di Natale fatta in casa

Il circo stabile di Kiev, purtroppo, è chiuso, così siamo stati costretti a studiare un programma alternativo. Le condizioni meteorologiche non consentono di rimanere molto all'aperto, così, piuttosto che farci fagocitare dai centri commerciali pullulanti di matrioske, abbiamo iniziato le prove per la recita di Natale, in rigoroso stile ucraino. Per i veri affezionati del blog, che non staccano nemmeno sabato e domenica, un'esclusiva anticipazione in video. Il circo stabile, a noi, ci fa un baffo!

venerdì 16 dicembre 2011

Tre uomini e un piatto

Dopo due giorni di colpi di scena e incidenti di percorso, stasera iniziamo con una buona notizia: il passaporto di Vova è finalmente pronto ed è già in viaggio verso Kiev, dove dovrebbe arrivare domani mattina. A questo punto, se in ambasciata non ci saranno grane per il visto, dovremmo confermare il nostro rientro martedì prossimo. Ci attende dunque il nostro ultimo week end ucraino: abbiamo deciso di raccogliere tutti i vostri suggerimenti espressi nei "vuoi mettere", in particolare quello di Viktoria, che suggerisce una visita al circo stabile di Kiev (vediamo se lo troviamo), quello di Valeria, che suggerisce del sano shopping natalizio, e quello di Michela, che ci invita a lasciare a Vova un buon ricordo della sua terra di origine (peraltro già rinnegata, visto che va in giro dicendo di essere "italiano").
Il post di oggi, tuttavia, lo vogliamo dedicare a Giorgio, dal quale ci siamo congedati oggi. A lui dobbiamo moltissimo, nonostante alcune divergenze di vedute nella fase più critica del processo di primo grado. L'uomo più ottimista del mondo ci aveva garantito al 100% che saremmo rientrati in Italia il 18 ottobre. La percentuale è scesa al 99% alla seconda udienza, al 90% alla terza, per risalire al 100% alla quarta, prima della famosa pausa di 5 minuti chiesta dal procuratore. Al di là della sua malattia per le percentuali (50% che il passaporto è pronto per giovedì...), Giorgio ha dimostrato di averci sempre creduto, anche quando le cose sembravano mettersi male. Costantemente al telefono, in grado di parlare contemporaneamente con due cellulari e un interlocutore dal vivo, imperturbabile, paziente, ha trovato sempre una soluzione per tutto.   E' lui che ha scovato l'avvocato con i camperos; lui ha rivoltato l'intero ministero di giustizia ucraino per farci avere le legalizzazioni dei documenti; lui ci ha fatto girare come le trottole fra Lutsk e Gorokhim per raccogliere in due giorni i documenti che normalmente si ottengono in una settimana. Si è ampiamente guadagnato il famoso piatto con "immagini di Sacile" appositamente commissionatoci quando eravamo in Italia: un'opera d'arte che come il più famoso Karpetz di "Tre uomini e una gamba" ha viaggiato ininterrottamente con noi, dentro una borsetta rossa, costantemente fra le mani di Giorgio, anche nei momenti più frenetici. Che dire... Da svidania, Giorgio, spaciba balshoj. Siamo certi che le nostre strade, prima o poi, si incroceranno di nuovo. Al 100%...

Giorgio con la sua borsetta rossa

giovedì 15 dicembre 2011

Natale con i tuoi

Allora, vediamo di fare il punto della situazione. Questa mattina, dopo febbrili trattative, la CAI ha finalmente firmato il transfert per l'Italia: abbiamo dovuto provvedere a formalizzare una dichiarazione supplettiva, ma alla fine abbiamo ottenuto il nulla osta (che fatica, però...). Per quanto riguarda il passaporto di Vova, invece, ancora nulla. Le informazioni che giungono da Lutsk dicono che il tanto agognato documento sarà pronto domani in mattinata, ma ciò significa che non potremo ottenere il visto dell'ambasciata prima di lunedì prossimo. Morale: scongiurato il pericolo di trascorrere qui il Natale, ci "accontentiamo" di spostare il nostro volo per martedì 20. E speriamo che sia finita qui, perché anche Vova sta ormai arricchendo il suo repertorio di imprecazioni...
Per metterci il cuore in pace, stiamo cercando di trovare qualche buona ragione che giustifichi 5 giorni in più a Kiev. Ad esempio: "vuoi mettere festeggiare il tuo compleanno (Matteo, ndr) davanti a un piatto fumante di borsh?"; oppure: "vuoi mettere vedere ultimato e acceso il grande albero di Piazza Maidan?" (Paola, ndr); e infine: "Io neanche so cos'è l'Italia... " (Vova, ndr). Volete contribuire a fare l'elenco?

mercoledì 14 dicembre 2011

Con il fiato sospeso

La legge di Murphy, della quale siamo devoti osservatori, recita: "se una cosa può andare male, lo farà". Vi avevamo confessato qualche timida speranza di rientrare sabato: dobbiamo già rimangiarci tutto e tenere le dita incrociate, perchè la faccenda qui si complica, per l'ennesima volta. Due i problemi che stanno mettendo a dura prova la nostra tenuta psichica, per altro su fronti completamente diversi.
Il primo riguarda la CAI, la Commissione governativa per le Adozioni Internazionali, che dovrebbe formalmente comunicarci il "via libera" per il rientro in Italia. Il tanto atteso nulla osta non solo non è arrivato, ma pare addirittura parcheggiato su una scrivania romana, in attesa che qualcuno dirima una questione di interpretazione della nostra sentenza (i particolari li trascuriamo, vi basti sapere che tale "interpretazione" potrebbe costringerci a fare Natale e S.Stefano a Kiev...).
Il secondo problema è tutto ucraino: l'incidente del codice fiscale sbagliato non è ancora risolto e del passaporto di Vova, per il momento, nemmeno l'ombra.
Per i suddetti motivi abbiamo passato l'intera giornata al telefono, cercando di risolvere (inutilmente) almeno una delle due questioni. Domani si ricomincia a battagliare con il sospetto, ormai piuttosto convinto, che su di noi si sia abbattuta una maledizione cui è difficile sfuggire. In prima battuta saremmo dovuti rientrare domani in comitiva, assieme a Roberto, Irene e Alessandro; invece, stasera, abbiamo festeggiato la loro partenza e gli abbiamo dato il nostro arrivederci in Italia. Almeno a loro, buon viaggio.
Per alleggerire questo post alleghiamo un'immagine di Alessandro,  cosacco formato tascabile che parla come una mitraglia in russo strettissimo, corre continuamente e ogni tanto sbatte da qualche parte assume un'espressione corrucciata ed esclama: "ce pàche!!!" Con un perfetto accento furlan già assimilato dai suoi nuovi genitori.
cosacco formato tascabile

martedì 13 dicembre 2011

Certe abitudini non si dimenticano

Ci eravamo illusi di farcela per giovedì, invece oggi abbiamo avuto la conferma che dovremo rimanere a Kiev due giorni più del previsto (e potrebbero non bastare...). Durante uno dei quindicimila passaggi, fra documenti e uffici, un impiegato dell'ufficio tasse di Gorokhim ha sbagliato il codice fiscale di Vova: questa "distrazione", come detto, ci costa un indesiderato prolungamento di vacanza perché il passaporto non potrà essere fatto nei tempi stabiliti. Dopo quello che abbiamo passato, questa è una sciocchezza, ma proprio adesso che vedevamo la luce alla fine del tunnel, l'incidente pesa. Per contro pare che la CAI (la Commissione Adozioni Internazionali) sia in grado di farci pervenire domani il transfert per l'Italia nonostante un errore di traduzione del cognome originario di Vova (potevamo farci mancare l'errore di traduzione?). A questo punto il giorno più probabile per il nostro ritorno definitivo in Italia è sabato 17, ma se dovessero insorgere ulteriori complicazioni slitteremmo automaticamente al 20. Sperin ben...
La giornata di oggi è stata segnata dalla reintroduzione dell'ora di qvaderno nei nostri regimi familiari. Dopo oltre un mese dall'ultima sessione scolastica eravamo terrorizzati di trovarci punto e a capo. Invece, con nostra grande sorpresa, il giovane alunno non soltanto ha dimostrato di trattenere più del previsto, ma ha addirittura accennato qualche timido progresso (i primi tentativi di lettura in italiano ci hanno proprio intenerito ...).
Infine, la perla del giorno: abituato a oltre un mese e mezzo di albergo a Kovel, dove riponevamo l'apposito cartello fuori dalla porta della camera per indicare al personale dell'hotel di fare le pulizie, Vova ha trovato in appartamento un lungo calzascarpe con una specie di manico a forma di gancio. Quando siamo usciti per andare a fare la spesa lo ha piazzato sulla maniglia della porta di ingresso: "così puliscono...".

lunedì 12 dicembre 2011

Aspettando il Natale

Qui a Kiev ci si sta preparando al Natale: le vetrine sono piene di decorazioni e assistiamo quotidianamente allo stato di avanzamento dei lavori per l'addobbo di un albero di natale gigantesco in piazza Maidan... caro Enrico, mi sa che non possiamo metterci in competizione. Anche noi ci stiamo preparando al Natale sognando di viverlo a casa nostra (e a questo punto la cosa sembra abbastanza probabile). Matteo è diventato il miglior amico di tutti i funzionari degli uffici pubblici di Kiev, specie di quelli del Ministero della Giustizia; pare che le cose stiano procedendo bene, ma non possiamo ancora sbilanciarci sulla data del nostro ritorno (permetteteci quest'ultima coda di suspance). Dopo aver salutato Viktor giovedì scorso, oggi abbiamo dato il nostro arrivederci ad Alex (per i più smemorati ricordiamo che è stato il nostro interprete alla seconda e terza udienza di primo grado). Oggi ci ha supportato per le ultime legalizzazioni, poi è passato da noi a pranzo per rivedere Vova e salutarlo (dice di averlo trovato molto cambiato). Qui insomma si comincia con i saluti... speriamo che sia di buon auspicio e che l'ora della partenza sia vicina.  

Albero di Natale in Piazza Maidan

 

domenica 11 dicembre 2011

Prendiamo le misure

In attesa di riprendere domani il gioco dell'oca con un nuovo giro di legalizzazioni al Ministero di Giustizia, la domenica è trascorsa piacevolmente a spasso per Kiev. Emozionante l'esperienza della funicolare che collega la città alta al fiume Dnipro, poi un paio di vasche del corso principale, il pranzo in compagnia di Roberto, Irene e Alessandro in un ristorante del centro e infine un the caldo rigenerante a casa.
Vova sta lentamente prendendo confidenza con i ritmi e l'intimità familiare: oggi ha voluto preparare la tavola per la colazione e poi lavare le tazze; anche a cena è stato impossibile tenerlo lontano dai fornelli e dal lavello ("ja sam!", faccio da solo). Citofono, ascensore, lavatrice e, soprattutto, il telefono sono ancora attrazioni cui è difficile resistere: non esiste pulsante, interruttore o lucetta che conosca pace.
Grossi problemi, infine, ce li stanno creando i suoi capelli: non riusciamo ancora a capire come diavolo si possano pettinare. Dopo innumerevoli tentativi (a spazzola, con la riga a destra, con la riga a sinistra, tirati all'indietro, con il ciuffo, senza ciuffo, con la frangia, senza frangia) oggi abbiamo provato un look alla Bekham (cioè con la riga in parte sulla destra, ciuffo in alto, tirati all'indietro con il gel, spettinati sul davanti). Dopo un'iniziale soddisfazione, ci siamo resi conto che era praticamente identico a quando era in istituto dopo aver giocato a calcio per due ore con il berretto di lana in testa. Valla a capire la moda...

sabato 10 dicembre 2011

Un cuoco provetto

Le storie di adozione in Ucraina sono spesso fatte di incontri e amicizie, specie con altre coppie di italiani che, come noi, sono saliti sulla stessa barca per affrontare la bufera. Dopo Giorgia e Fabio, il cui viaggio, purtroppo, non è ancora concluso, il destino ci ha messo sulla strada di Irene e Roberto, cividalesi, pure loro al termine della fatica. Dopo due abbinamenti andati male, la roulette del DAP, all'ultimo giorno prima della chiusura, ha estratto una scheda incredibile, quella di un bambino di 5 anni e 1 giorno (dunque appena entro i nuovi parametri della famosa legge dell'11 luglio scorso). Il piccolo, Alessandro, è un frugolotto minuscolo, che fisicamente non dimostra più di 3 anni, ma è un portento, un miracolo della natura! Stasera tutti e tre sono passati a farci visita in appartamento per un tè, poi si sono trattenuti fino a cena. Abbiamo tentato una specie di amatriciana, preparata per l'occasione niente meno che da Vova, entusiasta di mettersi ai fornelli e di tagliare con straordinaria maestria la pancetta a cubetti. Sempre lui ha fatto soffriggere la cipolla, ha rosolato la pancetta, ha aggiunto il pomodoro e ha aggiustato di sale. Insomma: qui i talenti cominciano a venir fuori e se anche lo studio non sarà mai la sua passione, un interessante futuro da cuoco non è una prospettiva da scartare. D'altro canto a studiare tanto a lungo ci hanno già pensato mamma e papà. E come dice Checco Zalone... in Italia non serve a un ....

Masterschef Ucraina

venerdì 9 dicembre 2011

Prove di famiglia

Kiev. Finalmente. Dopo un lungo viaggio in treno durato 10 ore, stamattina alle 6 abbiamo rimesso piede nella capitale per l'inizio dell'ultima fase. Ci siamo spesso domandati come avrebbe reagito Vova all'impatto con una metropoli: in stazione, ad esempio, ha scoperto le scale mobili ed è stato un delirio. Dopo una dozzina di salite e discese consecutive siamo riusciti a convincerlo a venir via, ma che fatica...
Come anticipato ieri ci siamo ripiazzati nello stesso appartamento che avevamo affittato in agosto, all'inizio dell'avventura. Il cerchio, insomma, comincia a chiudersi per davvero. Gran comodità, finalmente: stanza da letto ampia e luminosa, cucina, ascensore, collegamento Internet, televisore satellitare; anche le ristrettezze di Lutsk iniziano ad essere un lontano ricordo. Per sfruttare appieno la possibilità di cucinare, papà Matteo ha imbastito la prima cenetta di famiglia: per garantire un passaggio graduale dai gusti ucraini a quelli italiani, è stato studiato un menù con tortellini (spacciati truffaldinamente per pilmini) smetana e prosciutto. Domani spaghetti alla carbonara e via andare.
Unica nota stonata della giornata è stato l'accidente che ci siamo presi al momento della legalizzazione della sentenza. A causa di una firma del giudice non depositata abbiamo rischiato di prolungare il nostro allegro soggiorno di altri 20 giorni. L'allarme è rientrato dopo tre ore di brividi freddi trascorsi nei corridoi del Ministero della Giustizia e ulteriori 4 anni di vita buttati nel cesso. Stiamo perdendo il conto...

Comunicazione di servizio: abbiamo ripreso ad aggiornare lo slideshow delle fotografie

giovedì 8 dicembre 2011

Questo è il post n. 100. Tutto torna...

Siamo in treno, precisamente sulla linea Kovel-Kiev. E siamo in tre (anzi in quattro, perché con noi c’è anche Giorgio). Ce l’abbiamo fatta: in meno di due giorni siamo riusciti a farci proclamare genitori, raccogliere tutti i documenti, fare una serie interminabile di documenti e chiudere la prima parte della pratica. Domani mattina arriveremo nella capitale per completare le ultime cose: legalizzazione della sentenza, apostille, ritiro del passaporto, visti per l’espatrio. Ci vorranno ancora alcuni giorni, che dovremmo trascorrere nello stesso appartamento che ci ha ospitato all’inizio dell’avventura.
L’incontro di oggi, con Vova, è stato particolare. Lui era molto frastornato: non ha avuto il tempo di rendersi conto di quanto stava accadendo perché nel giro di pochissime ore lo hanno prelevato in classe, lo hanno rivestito, gli hanno preparato quel po’ di bagaglio con le cose che gli avevamo comprato nei mesi precedenti, e ce l’hanno portato in un affollatissimo ufficio del direttore (oltre a noi e Giorgio c’erano la segretaria, la dottoressa, la vice-direttrice Valentina, l’ispettrice Natasha). Speravamo in un incontro un po’ più soft e intimo, lo avevamo atteso da tanto. Le circostanze, invece, ci hanno un po’ violentato, ma bisognava correre… Comunque è bastata un’oretta: a poco poco Vova è tornato il bambino di tre settimane fa e come avvenne in quell’orami lontano 2 settembre, si è abbandonato di nuovo a noi. Per la seconda volta. Alle 13.18 di oggi nostro figlio ha varcato per l’ultima volta il cancello dell’istituto di Golodny, non prima di aver regalato il terzo orologio consecutivo (tamorticani…) all’amico di turno (stavolta Bogdan). Mentre lo accompagnavamo lungo il cortile avevamo i brividi: siamo entrati in questo luogo spauriti e disorientati in una calda giornata di agosto; ne usciamo molto più forti e coraggiosi, accompagnati dalla prima neve stagionale.

Vova lascia l'istituto per l'ultima volta
Il viaggio da Luboml a Lutsk è stato anche l’ultimo in compagnia del prode Viktor: molto più di un autista, con i suoi modi un po’ maldestri è diventato uno dei protagonisti di questa storia. Si dice che le nascite biologiche prevedano almeno tre fasi: una gestazione, un travaglio e poi un magico momento conclusivo in cui un’ostetrica grida: “spinga forte”!!! Nell’adozione le cose non sono poi tanto diverse: la nostra gestazione è durata due anni, il travaglio 4 mesi e, grazie a Viktor e alla sua BMW M3 del 1994, proprio oggi abbiamo spinto forte pure noi...

Ogni nascita necessita di una spinta



mercoledì 7 dicembre 2011

Il riscatto

Kovel, ore 21.58. Ebbene si, cari amici, siamo tornati alla "base", esattamente nella stessa stanza d'albergo (la mitica 22) che ci ha ospitato tanto a lungo. Siamo arrivati qui da poco, perché l'intera giornata, iniziata alle 7 di mattina, è stata impiegata fra Lutsk (città dove si è tenuto il processo di appello) e Gorokim (città dove sono registrati i dati anagrafici di Vova) a produrre i documenti che serviranno per l'espatrio e per la nuova vita in Italia del cucciolo di cosacco. A tal proposito, per la gioia di nonno Piero, annunciamo ufficialmente che da oggi Vova ha un nuovo cognome... Il gioco dell'oca - molto simile a quello già sperimentato a settembre per raccogliere la documentazione da presentare in tribunale - è stato estenuante, ma tutto sommato positivo perchè siamo riusciti a completare il percorso senza particolari intoppi. Per farcela abbiamo però dovuto sacrificare la visita in istituto, per cui Vova è stato informato dalle maestre dell'esito dell'udienza, ma di fatto non siamo ancora riusciti a vederci. L'incontro è previsto per domani mattina alle 11: saluti di rito ai compagni di classe e alle tate, poi l'addio ufficiale all'orfanotrofio, questa volta per sempre. Nel pomeriggio torneremo a Lutsk per completare la pratica del passaporto; alla sera, verso le 20, treno per Kiev e inizio dell'ultima fase, quella che dovrebbe condurci in Italia (non sappiamo esattamente quando, ma ci vorrà un po' di pazienza).
Fin qui la fredda cronaca della giornata di oggi. Vi dobbiamo però qualche dettaglio su quanto accaduto ieri, in udienza di appello. La seduta è durata parecchio, circa due ore e mezza (stavolta, per fortuna, senza il coinvolgimento del bambino). I tre giudici hanno riesaminato tutto dall'inizio, dando l'impressione di voler iniziare il procedimento ex novo. Il clima, tuttavia, è stato ben diverso rispetto al primo grado: abbiamo sempre avuto la sensazione di trovarci in un contesto razionale, ove il diritto è rispettato e applicato. L'inviata del procuratore (stavolta una ragazza piuttosto giovane) ha mantenuto la stessa linea del predecessore, ma è stata letteralmente demolita dal collegio giudicante quando le è stato chiesto di produrre prove effettive circa le (presunte) inadempienze dei servizi sociali. La sentenza finale è stata proclamata con soli 10 minuti di camera di consiglio: accoglimento della nostra istanza di appello, cancellazione immediata della sentenza di primo grado, accoglimento della nostra domanda di adozione. Insomma, un trionfo su tutta la linea. Fra gli artefici del successo vogliamo menzionare Giorgio, nostro referente e angelo custode, che ha fatto un lavoro mostruoso. Ottima anche la performance di suo figlio Alex, uno dei nostri avvocati: la sua arringa per smontare la sentenza di Luboml è stata davvero efficace. Ultimo - ve l'avevamo promesso - il principe del foro di Lutsk, arruolato solo il giorno prima ma presentatoci come il miglior legale della città. Quando abbiamo incontrato questo strano esemplare di sesantenne, nel suo studio, indossava una giacca rossa, cravatta rossa, pantaloni neri, anelloni d'oro alle dita e.... camperos di coccodrillo ai piedi!!! Ieri, in udienza, ha fatto pure meglio: giacca nera con disegni in rilievo tipo cachemire (avete presente le tende di Rossella O'Hara in "Via con vento"?), cravatta color oro tinta unita, nuova batteria di anelli alle dita e gli immancabili camperos di coccodrillo. Credevamo di aver visto tutto in Ucraina e di esserci affidati ormai a qualsiasi genere di personaggio... ma dovevamo fare ancora i conti con l'avvocato tamarrone. In aula ha aperto bocca in due sole circostanze, giusto per sbagliare i nostri nomi e dire cose scontatissime (tipo: "la coppia ha diritto di adottare perchè ha un certificato di indoneità...."); durante i cinque minuti di pausa, poi, si è appartato in fondo all'aula e ha iniziato una pittoresca respirazione yoga, con la fronte rivolta verso il muro e le gambe divaricate... Eppure qui ci assicurano che la sua eccentrica presenza è stata determinante (alchimie dei tribunali che non capiremo mai, anche se frequentiamo parecchi giudici e avvocati).
Ora si va a nanna a ricaricare le batterie perché, a proposito di Rossella O'Hara, domani è un altro giorno. Il primo giorno della nostra vita "a tre".

martedì 6 dicembre 2011

E' NOSTRO!!!


Solo due righe per dirvi che ABBIAMO VINTO! Abbiamo vinto noi con le nostre teste dure, voi con il coraggio che ci avete trasmesso e Vova che ci ha sempre creduto. Quando saremo meno stravolti dalla stanchezza e dalle emozioni cercheremo di farvi un resoconto degno di questa giornata.
p.s.: guai a quelli che non credono a San Nicolo'!!!!

lunedì 5 dicembre 2011

Nuova tappa, stesse sensazioni

Eccoci giunti ad una nuova tappa del viaggio. Stavolta siamo capitati a Lutsk, capoluogo della regione, dove ci attende l'udienza di appello. Eravamo già stati in questa città, di passaggio, in due circostanze: quando avevamo accompagnato Vova per una perizia medica e, la seconda volta, in occasione dell'incontro con la zia. Ci siamo sistemati in un albergo tipicamente sovietico, molto diverso da quello che ci ha ospitato a Kovel per tanto tempo. Speriamo davvero di non doverci fermare a lungo, perché non è il massimo.
Il lungo viaggio dall'Italia, naturalmente, non ha fatto mancare una buona dose di sorprese. Usciti dall'aeroporto di Kiev non abbiamo trovato il solito autista: dopo un'attesa di circa un'ora e una ventina di telefonate siamo riusciti a risolvere il disguido affidandoci allo spirito di Ayrton Senna incarnatosi in un taxista locale alla guida di una Renault Cangoo (scassata). Ve lo stiamo raccontando e dunque significa che siamo ancora vivi. La seconda sorpresa è stata il repentino cambiamento di programma: invece di trascorre la notte nella capitale (come ci era stato indicato) siamo stati subito catapultati in stazione per l'ormai consueta attesa di 4 ore prima di salire sul treno notturno che ci ha portato fin qui a Lutsk. Siamo arrivati stamattina alla 6.22 in perfetto orario scoprendo, nostro malgrado, che la stazione di Lutsk è in ristrutturazione ed è dunque priva di sala d'aspetto o stanze per i passeggeri (ci sono solo i binari...). Il particolare non è di poco conto, perché l'appuntamento con Giorgio era fissato alle 8 di mattina, proprio nella sala d'attesa della stazione. Abbiamo dovuto rimediare con una panchina umida sotto un lampione per poi cedere al freddo e trovare, quale unica via di salvezza, un internet point loschissimo miracolosamente aperto all'alba (il che lo rende ancor più losco). Non avremmo mai immaginato di dover rimpiangere i tacchini di Golodny, almeno c'era caldo.
Il pomeriggio lo abbiamo trascorso facendo conoscenza del nostro nuovo avvocato, appositamente individuato in loco per ragioni di opportunità. La descrizione del personaggio meriterebbe un post a parte, ma ci torneremo in seguito, quando saremo meno cotti di adesso. Novità sostanziali sull'udienza di domani non ce ne sono: forse ci stiamo abituando alla mentalità e al fatalismo ucraini, ma questa calma piatta, ormai, non ci scompensa più. Vi confessiamo che le tre settimane trascorse in Italia sembrano non aver interrotto nulla: è come se lo stato d'animo, le energie e il nostro umore siano esattamente gli stessi dell'8 novembre. I fantasmi riaffiorano e si fa una fatica boia a scacciarli.

domenica 4 dicembre 2011

Per ritornare

Domenica mattina. Fra meno di un'ora i nostri "compagni di viaggio" si presenteranno qui da noi per accompagnarci in aeroporto (sempre che l'aereo parta, vista la nebbia...). Ci siamo, dunque, o, meglio, ci risiamo. Di tutte le partenze vissute finora, tuttavia, questa è la più serena. Sarà perché la notizia dell'appello anticipato ha colto tutti di sorpresa e forse non abbiamo avuto il tempo per razionalizzare, ma stavolta ci sentiamo molto più tranquilli delle altre volte. Abbiamo trascorso una splendida vigilia, dedicandoci alle cose che siamo soliti fare il sabato pomeriggio. E che sono quelle che ci piacciono di più. Paola è salita fino a Falcade in compagnia di Alessandra per la presentazione di un meraviglioso libro del loro professore di filosofia, amico, compagno di montagna e di profondi pensieri. Matteo non ha saputo rinunciare alla partita degli avvocati con solita appendice al chiosco e cena di squadra. Bene ha fatto, visto lo storico gol di Erik (robe che non si vedevano da anni...).
In questi giorni di frenetici preparativi abbiamo ricevuto il solito e immancabile supporto di tutti. Due menzioni, tuttavia, sono dovute. La prima è per Michela, segugio da shopping di razza, che è riuscita a scovare (dove lo sa solo lei) il piatto con paesaggio di Sacile appositamente commissionatoci da Giorgio (?). La seconda menzione, invece, è per Betta, che a modo suo sa sorprenderci sempre con attenzioni che, proprio perché discrete, non necessitano di ulteriore pubblicità. Vogliamo solo farle sapere che ci ha toccato, così come ci hanno toccato tutti i vostri messaggi di "buona strada".
Siamo così giunti ai saluti: questo è l'ultimo post dall'Italia. E lo concludiamo con un citazione da una ballata di Rilke, che per noi ha un valore affettivo particolare, e che parla di un giovane cavaliere che parte per una grande avventura... A chi gli chiede "Perchè mai siete allora lì in sella e cavalcate per terre pestifere incontro ai cani infedeli?" Lui risponde sorridendo: "Per ritornare".

giovedì 1 dicembre 2011

Telefonata con linguacce

Siamo riusciti finalmente a parlare con Vova... Dopo diversi tentativi andati a vuoto per i motivi più disparati, ieri sera ci siamo regalati 5 minuti di videochiamata con Skype, sempre grazie all'intercessione della maestra Tatiana che è tecnologicamente avanti e parla anche un po' di italiano. Il biondino lo abbiamo trovato piuttosto in forma, felice di vederci e di fare le linguacce davanti alla webcam (stuzzicato da qualcuno, s'intende...). Gli abbiamo detto che mancano pochi giorni al nostro arrivo: lui ha sorriso e ha fatto capire che ci aspetta. Ci siamo un po' sollevati con il morale e abbiamo una gran voglia di riabbracciarlo: le prime telefonate - senza Skype - non erano andate benissimo e ci sembrava sempre di sentirlo triste, distante, timido. Vedersi è tutta un'altra cosa e probabilmente anche per lui è stato rigenerante ritrovare i nostri volti.
Sul fronte udienza non ci sono ancora molte informazioni: ad esempio non sappiamo esattamente come si svolgerà la seduta, chi è stato convocato (soprattutto non sappiamo niente di Vova: dovrà venire anche lui o no?), se esiste il rischio di rinvii (è la cosa che temiamo più di tutte). Per ora siamo concentrati sulla logistica: fatti i biglietti, dobbiamo adesso sistemare le valige, comprare qualche regalo (l'autista Vitalj, la maestra Tatiana, Giorgio, il ragazzino Viktor, il direttore, il metronotte, il capostazione, la siora dell'albergo,  gli smurfiki, Compay Secundo e Pago Pena...), iniziare il giro dei saluti, sistemare le ultime cose al lavoro. Il vortice è ripartito e noi ci siamo già dentro.