venerdì 30 settembre 2011

Settembre

E anche settembre è andato…
C’è una canzone di Guccini, una delle nostre preferite, dedicata ai dodici mesi. Quando si arriva a settembre si legge:

Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull' età,
dopo l' estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità...
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità...

Curioso, ma sembra scritta per noi… A settembre, caro Vova, hai fatto il tuo ripensamento e contro ogni perplessità (le tue, le nostre, quelle dell’ispettrice e delle maestre) hai ripreso in mano la tua identità, hai voluto stare al gioco e ti sei dato una nuova possibilità. La stessa possibilità che ci diamo noi con te…
A settembre hai fatto una scelta. L’hai fatta in un giorno speciale, quello del compleanno della nonna Vica, e con quella scelta lasciamo alle spalle le prime cose fatte insieme: la prima notte nel lettone, il primo film di Walt Disney, il primo pianto, le prime parole in italiano, la prima doccia con il papà, il primo quaderno, il primo pigiama celeste, il primo capriccio, il primo vento freddo che ti ha arrossato le guance, il primo the caldo al bar per riscaldare cuore e mani, le prime corse a rincorrere foglie che volano, le prime castagne per terra, il primo “ti voglio bene” che ci hai detto…
C’è poi un’altra canzone che sempre a settembre è dedicata:

Ahi settembre mi dirai quanti amori porterai
le vendemmie che farò, ahi settembre tornerò.
Sono pronto e tocca a me, l'aria fresca soffierà
l'armatura non l'avrò, ahi settembre partirò.
Vova, partiamo?



giovedì 29 settembre 2011

Cadono le foglie

A Kovel è arrivato l'autunno. Sarà per il clima che comincia a farsi rigido, sarà perché ci giungono notizie da altre coppie amiche in Ucraina di difficoltà anche maggiori delle nostre, ma stasera accantoniamo per un attimo l'ironia e la voglia di sorridere e ci limitiamo a postare solo una foto che documenta il cambio il stagione. A domani.

E' arrivato l'autunno

mercoledì 28 settembre 2011

Pedagogia comparata, capitolo secondo

Siamo così giunti al tanto atteso e richiesto secondo capitolo di "pedagogia comparata", elaborato sulla base di nuove evidenze empiriche raccolte negli ultimi 10 giorni. Eccoci dunque alle conclusioni:
  1. Il bambino italiano separa rigorosamente gusti e cibo nel piatto, evitando qualsiasi principio di mescolamento. Il bambino ucraino gode a fare il pappone e ingurgita fino a tre pietanze diverse (carne, pane e contorno) che in bocca diventano una sorta di "bolo" che viene poi cacciato giù dal succo di frutta di turno (mirtillo, ananas o ciliegia). Conclusione: il bambino ucraino è per il meltin pot.
  2. Il papà di un bambino italiano, quando va al ristorante, sa che deve ordinare poca roba per se stesso, perchè gli toccherà finire quello che il figlio ha lasciato. Il papà di un bambino ucraino deve ordinare abbondante, perchè quando il figlio ha finito il suo pasto cerca fortuna in altri piatti... Conclusione: mantenere un bambino ucraino è più costoso che mantenerne uno italiano.
  3. Il bambino italiano è generalmente distratto e necessita di qualcuno (i genitori) che raccolga tutto ciò che ha lasciato in giro al bar (il berretto, un componente del robot, il quaderno, ecc.). Il bambino ucraino ha una memoria di ferro raccoglie tutto ciò qualcun altro (i genitori) ha lasciato in giro al bar (il portafoglio del papà, l'Ipod della mamma, il telefonino, ecc.). Conclusione: Vova è proprio il bambino di cui abbiamo bisogno.
  4. Il bambino italiano ha la fissa del tempo (quanto manca? quando arriviamo? quando finisce?) e stressa spesso i genitori. Per il bambino ucraino il fattore tempo non è un problema e potrebbe fare le stesse cose in eterno anche se i suoi genitori fanno le tacche al muro già da un mese. Conclusione: in Ucraina non passa, ma se non hai mai visto l'Italia te ne fai una ragione.
  5. Il bambino italiano attende istruzioni dai genitori sui vestiti che dovrà indossare. Il bambino ucraino pensa durante la notte come dovrà vestirsi il giorno dopo e smarona i genitori per mettersi sempre le scarpe da ginnastica bianche e i nuovi jeans (che nel frattempo non sono più nuovi). Conclusione: Il bambino italiano è remissivo, ma elegante; quello ucraino è orgoglioso e autonomo, ma nun se po' guardà...
Ci scusino i bambini ucraini che leggono il blog, ma il nostro campione - come sottolineato dalla collega Zanon - non è ancora molto rappresentativo.

martedì 27 settembre 2011

Art Attack

Non possiamo aspettare gli eventi e rimanere inermi qui a Kovel in attesa dell’udienza o delle prossime tappe. Le tre settimane che ci attendono prima del trasferimento a Kiev sono davvero troppe per starcene alla finestra, per cui abbiamo deciso di intensificare le attività, convinti del fatto che questo tempo per noi tre sia comunque prezioso e significativo anche per il futuro. Ci siamo così fatti prendere da un attacco d’arte e ci siamo attrezzati al meglio per dipingere, ritagliare, costruire e incollare. La nostra fantasia, saggiamente supportata dai consigli di alcuni condomini, ha prodotto nell’ordine: un calendario settimanale che viene aggiornato da Vova con tutte le attività quotidiane, un acquerello con le forme geometriche fondamentali, un aereo in compensato da montare e dipingere. Abbiamo poi costruito i mitici regoli che utilizzeremo domani. Per due intellettuali come noi (si fa per dire…) è stata – ed è tuttora – una bella sfida, ma tutto sommato ci siamo trovati a nostro agio con pennelli, forbici e tempere. A darci soddisfazione ci si mette anche Vova, che apprezza e partecipa con l’immancabile frase “Ya sam” (faccio io). Questa sera, prima di andare a dormire, ha scosso la testa perplesso commentando “poco qvaderno oggi…”. Delle due l’una: o abbiamo creato un mostro, oppure la perplessità deriva dal fatto che domani si aspetta una dose doppia di lettere e numeri.

Eccoci all'opera

lunedì 26 settembre 2011

Miracoli a Kovel

Ci giungono notizie di un gran caldo in Italia e di un’estate che non vuole ancora finire. Ebbene, tranquillizzatevi tutti, iniziate il cambio di stagione degli armadi e soprattutto preparate guanti, giacconi e scarponcini per la nevicata di domani. Eh si, perché qui a Kovel accadono cose incredibili ed è probabile che la perturbazione dei miracoli varchi nelle prossime ore le alpi. Ben tre gli avvenimenti soprannaturali accaduti oggi:
  • la siora dell’hotel che fa le pulizie ci ha lavato la roba e ce l’ha restituita asciutta e piegata (di solito ce la ritrovavamo sul letto bagnata e appallottolata);
  • al ristorante, in attesa della lentissima cameriera, abbiamo proposta a Vova di ingannare il tempo con un giochino di matematica sul quaderno in sostituzione dell’Ipod, ormai consumato. Al termine dell’esercizio – peraltro svolto senza gravi errori – gli abbiamo detto: “Bravo, adesso puoi giocare un po’ con l’Ipod” e lui ci ha risposto “Niet, ancora qvuaderno”;
  • lungo la nostra solita passeggiata pomeridiana abbiamo ficcato il naso dentro un edificio insolitamente nuovo e moderno che da tempo destava la nostra curiosità: nella desolazione più totale di Kovel abbiamo trovato un bowling autentico che abbiamo immediatamente sperimentato, con grande apprezzamento di Vova, il quale dopo le prime tre asfaltate al suolo ha capito che ad un certo punto la boccia bisogna mollarla.
Qui stanno accadendo cose stranissime. Certo, non c’è paragone con i fenomeni paranormali che accadono in Italia: anche qui sono tutti esterrefatti per la notizia del tunnel che unisce il CERN al Gran Sasso finanziato dalla Gelmini. A quando il preventivo per affrescare il muro del suono?

domenica 25 settembre 2011

Questione di feeling

Questione di feeling, cantavano ai bei tempi Mina e Riccardo Cocciante. E il feeling, si sa, in una coppia è fattore determinante. Fino a oggi noi credevamo di essere in piena sintonia su tutto: stessi gusti musicali, stesse idee politiche, stesse vicende universitarie, stesso passato scout (per uno dei due è anche presente…). Ricordiamo tuttora con nostalgia un lungo viaggio in macchina verso Milano, quando non si era ancora morosi, passato a scoprire le tante cose in comune, anche le più inimmaginabili (tipo la passione per “Agua” di Jarabe de Palo, una canzone che non conosce nemmeno il produttore del disco…). Ma questa vicenda ucraina sta mettendo a dura prova il nostro feeling, perché di fronte all’ardua prova della genitorialità ci stiamo scoprendo leggermente diversi, quasi alle antilopi (come dicono i nostri studenti…). E così, mentre Matteo sposa il metodo pedagogico del lassismo di lucignoliana memoria, ambientato nel paese dei balocchi e sostenuto dal motto “ma lascia fare…”, Paola non rinnega il suo credo pestalozziano, appreso per esperienza diretta sotto l’autorevole guida di Nonna Clara e ispirato al principio del  “tu intanto cazzialo, che non si sa mai”. Così, il giovane Vova cresce felice in modalità stereo, stringendo la mano destra a Don Camillo, la sinistra alla Peppona. Non ci pare affatto risentire di questo duplice approccio … anzi! Quando deve avanzare richieste sindacali di trasgressione si rivolge a papà e quando deve far vedere quanto è stato bravo … va a cercare la mamma. Lo sappiamo, ci svalangherete di rimproveri … “non si fa così”, “ dovete uniformarvi …”; ma al piccolo Vova siamo capitati  noi due… e ci pare che si stia abituando alla grande.

sabato 24 settembre 2011

Sorprese

Oggi è giornata di sorprese. La prima è giunta dalla hall dell’albergo, quando la “siora portinaia” ci ha consegnato un pacco proveniente dall’Italia. Avevamo commissionato a due nostri pusher discreti e affidabili (per non caricare di lavoro una persona sola) una partita di cartoni Disney e Pixar per implementare la nostra videoteca (davvero sguarnita, ma mai avremmo pensato di avere il moccioso con noi per due lunghi mesi…). Bene, il primo pusher ha già assolto il mandato (solo perché avvisato molto prima, non abbiamo dubbi sull’efficienza del secondo…), e ha corredato la preziosa chiavetta USB da 8 giga con un fantastico zainetto viola con ricamato un puffo (anzi, uno “smurfiko”) e il nome di Vova. Siamo riusciti a fotografare il regalo, ma purtroppo non siamo stati abbastanza pronti a immortalare la faccia di Vova quando ha aperto il pacco… uno spasso.
La seconda sorpresa (questa programmata) si è invece materializzata verso le 14 locali (le 13 in Italia), quando via skype ci siamo collegati con la casa del nonno Piero dov’era in programma il raduno dei cugini Cornacchia-De Grandis. Gran bel momento, anche se durato poco e seguito da una buona dose di saudade nel rivedere volti e sorrisi amici.
Chiudiamo con la doverosa appendice per i meno tecnologici e i meno poliglotti:
  • una chiavetta USB è una supposta di plastica che si infila nel computer e che contiene un sacco di film;
  • “saudade” è un termine portoghese e significa “nostalgia”. Si legge saudaji e forse l’avrete sentita a proposito dei giocatori di calcio brasiliani quando vengono in Italia.

E poi non ci venite a dire che ‘sto blog non è utile. Quante ve ne insegniamo?

Zainetto e chiavetta arrivati dall'Italia

venerdì 23 settembre 2011

I tanti volti della speranza

Le notizie di ieri sulla data dell'udienza ci hanno distratto per un attimo. Ma solo per un attimo. Da un paio di giorni il nostro pensiero è totalmente rivolto a Giorgia, Fabio e Tania e anche i nostri piccoli contrattempi con il giudice diventano inezie se paragonati all'incubo che stanno vivendo loro. E' nato un gemellaggio ideale di condomini, ma soprattutto è nata una sintonia non scontata, che crediamo non dipenda soltanto dalle comuni scelte in fatto di adozione, ma da storie che in qualche modo si assomigliano, e raccontano di visioni della vita molto simili. Non ce la sentiamo di esprimere commenti su quanto è accaduto loro, sulla burocrazia, sulle assurdità che gli sono capitate... sarebbe tutto superfluo. Tania è semplicemente loro figlia e loro oggi ci fanno sapere che continueranno a lottare, fino alla fine, senza mollare un millimetro. Ci giungono spesso commenti di apprezzamento per il nostro coraggio, ma quanto stanno dimostrando i nostri amici è ben altra cosa. Attraverso il nostro blog li ringraziamo per la straordinaria testimonianza d'amore e di determinazione e siamo certi che tutti i condomini, ciascuno con il proprio stile e la propria sensibilità dedicheranno a loro un pensiero silenzioso. Le parole, stavolta, davvero non servono. Ci piace pensare che "il filo di speranza" a cui sono aggrappati Giorgia e Fabio abbia oggi il volto di Chiara, terzogenita della dinastia Segabinazzi-Gandin, che sarà bella e simpatica almeno quanto le sue sorelline. Un abbraccio a Marta e Alberto nostri carissimi amici, fortunatissimi ed orgogliosi mamma e papà.

giovedì 22 settembre 2011

Un giorno speciale?

Pubblichiamo il post in un orario insolito, ma sappiamo quanta trepidazione ci sia in condominio per le notizie di oggi. Ebbene, la notizia finalmente è arrivata via telefono (l'appuntamento con il giudice, infatti, era programmato solo via cavo): udienza il 3 ottobre! In questo momento in noi si alternano sentimenti piuttosto contrastanti: di primo acchito ci è preso un po' di sconforto, perché onestamente speravamo in una data più vicina, magari nei primi giorni della prossima settimana. Invece dovremo attendere ancora 11 giorni prima di sapere cosa deciderà il giudice e calcolare ancora un mesetto (25/26 ottobre) prima di poter fare rientro in Italia (aggrappandoci alla migliore delle ipotesi, ovvero con sentenza positiva a nostro favore pronunciata lo stesso 3 ottobre). Dallo sconforto iniziale stiamo lentamente cercando di guardare il bicchiere mezzo pieno: finalmente abbiamo una data certa (non era poi così scontato), i documenti che abbiamo presentato sono stati accettati (altrimenti ce li avrebbero fatti rifare) e la famosa udienza è stata fissata in una data che ha un significato speciale: è il nostro anniversario di matrimonio! Se vogliamo interpretarlo come un segno...

mercoledì 21 settembre 2011

Galateo?

Alle iene risponde la volpe. Il nuovo regime in casa Cornacchia, con scuola al mattino e attività ricreative al pomeriggio, non deve aver entusiasmato Vova il quale, senza esprimere il suo dissenso, ha escogitato uno stratagemma da volpe attempata pur di scamparla. E così stamattina, dopo la colazione e qualche cartone, quando è suonata la campanella della prima ora è misteriosamente scomparso il quaderno dei compiti. "Vova, dov'è il quaderno?"
"Mio qvaderno? non zo, no visto qvaderno...
Per la cronaca l'oggetto è stato occasionalmente rinvenuto - nel giro di 3 secondi - sotto il cuscino del letto di Vova... chissà come avrà fatto a finire là sotto....
"Oh, ecco qvaderno, titamorticani.... (la traduzione dell'imprecazione è nostra, ma in ucraino dev'essere stato qualcosa del genere).
In realtà la mattinata è andata via piuttosto liscia, perché il programma di oggi prevedeva attività manuali con colla, cartoncino, colori e forbici. L'esperimento dell'orologio delle attività è piaciuto molto, e anche il risultato finale ha una sua dignità. In ogni caso non preoccupatevi: non ci accaniremo sul malcapitato scolaro, al quale saranno garantiti tutti i tempi e i diritti del caso. Piuttosto stiamo cercando di intervenire - sempre con la dovuta gradualità - sul galateo, anche perché siamo ormai segnalati in tutti i ristoranti di Kovel. Sarà anche rumoroso a tavola, ma vederlo mangiare è uno spettacolo!

Il galateo secondo Vova

martedì 20 settembre 2011

Le iene

Quale potrebbe essere la sfiga maggiore per un bambino che è stato spostato da un orfanotrofio ad un altro perché non andava bene a scuola? Essere adottato da due professori naturalmente! E così il destino del povero Vova ha voluto che sulla sua strada capitassimo proprio noi... E oggi, visti i tanti giorni che ancora dovremo passare assieme a Kovel, abbiamo deciso di cambiare le nostre abitudini. Adesso la mattina si fa un po' di scuoletta, anche perché se lui fosse rimasto in istituto avrebbe continuato a frequentare le lezioni con la sua classe. Dal momento che ci è stato affidato, le lezioni gliele facciamo noi. Dopo un rapido passaggio in cartoleria, ci siamo attrezzati al meglio per lavorare con i numeri, le lettere e i colori. Anche nel nostro caso dobbiamo constatare lo strano fenomeno della "genetica adottiva", per cui Vova, come noi, dimostra già di essere poco portato per il "far di conto". Per il resto il ragazzo, pur non entusiasta, dimostra una certa remissività alle nostre sessioni scolastiche, anche perchè si è ritrovato come insegnanti due iene niente male, capaci di trasformare una camera d'albergo in un'aula didattica e un frigorifero in lavagna (guardare per credere)! Per noi queste giornate sono un'occasione straordinaria per riaccendere fantasia e creatività (domani il programma prevede la costruzione dell'orologio di carta che ci aiuterà a scandire le attività della giornata) e per conoscere ancora di più Vova anche dal punto di vista degli apprendimenti e della volontà (che ci sono stati ripetutamente segnalati come i suoi punti più deboli). Siccome per deformazione professionale crediamo molto nella collegialità, si accettano fin d'ora suggerimenti o proposte per completare il programma del primo mese. Sotto con le idee.

Lesson One: i numeri, questi sconosciuti

Lesson Two: arti figurative





lunedì 19 settembre 2011

... a fuoco lento.

Come avrete capito ... niente nuove, cattive nuove. Il giudice, che neanche questa volta si è degnato di incontrarci, ha ritirato i documenti stravaganti che abbiamo raccolto nei giorni scorsi e si è preso tre giorni per leggerli. Giovedì ci farà sapere se va tutto bene e, nel caso, fisserà la data dell'udienza. Non ha preso neanche in considerazione l'idea di ipotizzare la data oggi. In questo momento ci risulta proprio difficile credere alle parole di chi ci dice che ricorderemo con nostalgia questo periodo ... Diciamo che oggi abbiamo portato pazienza per l'ultima volta, ma per giovedì abbiamo chiesto al nostro referente Giorgio di farci assistere da un avvocato vero e pretenderemo di essere ascoltati dal giudice personalmente. In realtà il percorso che stiamo facendo non è particolare, è normale che un giudice si prenda tre giorni per studiare la documentazione di una sentenza; il problema è che noi abbiamo incontrato Vova quasi un mese fa ed è affidato a noi da 2 settimane. Il pensiero di rientrare in Italia, come hanno fatto altri, per aspettare pazientemente i tempi della burocrazia non ci può neanche sfiorare: vorrebbe dire riportarlo in Istituto fino al nostro rientro ... Oggi ci siamo resi conto che la situazione sta diventando pesante anche per lui; "Mamma, male?" ha chiesto a Paola che lo guardava un pò sconfortata seduta nella sala d'attesa del tribunale. Se da una parte può sembrare una fortuna l'avere Vova con noi già in pianta stabile, dall'altra questo impegno non ci consente mai di ricaricare le batterie, perché quando avremmo bisogno di lasciarci andare e respirare a pieni polmoni (esattamente come in questo momento) non possiamo farlo: lui non capisce perché siamo tristi, stanchi o non abbiamo voglia di giocare. Ci sentiamo un po' cotti... e per di più a fuoco lento.
Adesso la sfida è questa: non far pesare al piccolo la fatica di questi giorni, ricaricarci per affrontare il giudice giovedì, e sforzarsi di pensare che i documenti sono tutti a posto e che l'udienza verrà fissata nei primi giorni della prossima settimana. 

domenica 18 settembre 2011

Un'altra vigilia

Siamo giunti ad un'ennesima vigilia. La prima è stata la vigilia della partenza, poi quella del primo abbinamento al DAP, poi il secondo, poi la partenza per Kovel, poi l'incontro con Vova, e poi ancora molte altre, alcune già passate e altre che ancora dovremo vivere prima che questo lungo e movimentato viaggio possa dirsi concluso. Sono vigilie accomunate dalla stessa stretta allo stomaco, onestamente difficile da descrivere se non ci si passa, ma piuttosto simile a quella sensazione da "notte prima degli esami".
Più confrontiamo la nostra vicenda con quella delle altre coppie che hanno adottato (o stanno adottando) in Ucraina, più ci facciamo sopraffare da brutti pensieri, come fossimo già convinti che domani qualcosa andrà nuovamente storto: un altro documento da rifare? data dell'udienza fissata chissà quando? ostacoli giuridici di altro tipo?
In questi giorni ci stiamo domandando come sarà la nostra vita in tre in Italia.  I complimenti (immeritati) che ci fate non bastano a rassicurarci; ci rendiamo conto ogni giorno di più di quanto Vova sia un dono prezioso ma impegnativo...  Ci sarà tanto da lavorare al nostro rientro in Italia, per noi, per lui e anche per i volontari del condominio.
Comunque ce la stiamo già mettendo tutta (tutti e tre) e siamo sicuri che il rientro a casa ci darà nuove energie. Speriamo che il giudice faccia la sua parte.
ps:  Non lasciatevi ingannare dall'elefante sul quaderno: Matteo aveva tracciato i punti che Vova ha dovuto solo unire ...

sabato 17 settembre 2011

Mio qvaderno

Dopo le ultime tre giornate trascorse alla ricerca dei documenti perduti, siamo tornati per un po' alla tranquilla quotidianità da "famigliola" di Kovel. Maria, come al solito, è tornata a Kiev per il week end e la ritroveremo, assieme all'immancabile Viktor, lunedì mattina. L'attaccamento fra noi e Vova nel frattempo procede bene, al punto che cominciamo a notare primi tentativi di "imitazione genitoriale". Nei giorni scorsi, infatti, Matteo è stato costretto a zoppicare a lungo per una fastidiosa infezione alla gamba che ha richiesto addirittura il consulto di un dermatologo (pare che la causa fosse un foruncolo torturato...). Da due giorni, dopo puntura di zanzara (o cosa?) dietro al ginocchio, anche Vova zoppica vistosamente e questo ha ridotto di molto le prestazioni sportive di entrambi. Spazio dunque alla didattica: a parte i buoni progressi con l'italiano (ormai il vocabolario di Vova conta una trentina di parole, comprese le indispensabilissime "pisellino" e "culetto"), procede la familiarizzazione con le lettere dell'alfabeto (alleghiamo come prova una paginetta del quaderno: Vova copia sulla destra quello che Matteo propone a sinistra). Nel pomeriggio di oggi, invece, esperimento con il primo puzzle con esiti da rivedere: sul suo metodo di scelta e incastro dei pezzi (che tecnicamente si potrebbe definire "alla cazzo") ci sarà da lavorare un bel po'. La possibilità di guardare l'immagine della scatola come guida non è mai stata presa in considerazione... ma ci siamo divertiti lo stesso.    

Il primo quaderno di Vova

venerdì 16 settembre 2011

Carte fatte (o false)?

Il giudice che lavora anche il venerdì pomeriggio e che si trattiene in ufficio fino a tarda sera pare che esista solo a Pordenone. Dicono che sia anche bravo... Ma qui in Ucraina i giudici il venerdì staccano alle 13 in punto. E indovinate a che ora siamo riusciti a procurare l'ultimo documento della famosa lista? Alle 12.30 naturalmente... ma a 135 km di distanza da Lyuboml, dove si trova il giudice. Dunque tutto rimandato a lunedì mattina, come peraltro previsto da qualcuno di voi. Cercando di raccogliere i vostri numerosi inviti a pensare positivo, oggi guardiamo comunque il bicchiere mezzo pieno, e almeno per due motivi: anzitutto abbiamo recuperato tutte le carte che ci sono state chieste (non era poi così scontato) e con due giorni d'anticipo rispetto i termini fissati dal giudice; in secondo luogo l'ultimo documento, quello per cui ci siamo recati a Lutsk, ha richiesto a Vova di sottoporsi ad un nuovo esame psichiatrico di fronte ad una commissione di tre medici. Il risultato è stato ottimo, perché lui si è comportato benissimo e la commissione ha certificato che il fanciullo è perfettamente a conoscenza di quanto gli sta accadendo, ne è felice e potrà dunque presenziare senza alcun problema all'eventuale udienza.
Nota di colore: in questi tre giorni di rincorsa ai documenti, con centinaia di km sul groppone, la maggior parte dei quali vissuti con una certa apprensione, Viktor, vedendoci particolarmente rabbuiati, ha sfoderato una serie di compilation da paura. Voi immaginate il viaggio di ritorno da Lyuboml, con il giudice che ci aveva appena cazziati, in preda alla depressione cosmica, e in sottofondo i Righeira a manettone che cantano Vamos a la playa, seguiti nell'ordine da: Village People, Nick Kamen (grande!), la versione spagnola e techno di "Volare", l'Ave Maria di Schubert cantata da Celine Dion (improvviso momento mistico durante il quale Paola ha tentato l'autosoffocamento con una borsa di plastica, salvata per un pelo!!!), Sorry I'm a lady di Baccara (durante la quale Matteo, pur nel profondo sconforto, non riesce mai a trattenersi dal canticchiare;), e infine - perchè noi non ci facciamo mancare nulla - il jingle della Champion's league in versione discomusic. Chi vuole prenotarsi per una copia del CD lo faccia presente nei commenti, poi trasmetteremo le richieste al prode Viktor, la cui sensibilità è cosa rara da queste parti.

giovedì 15 settembre 2011

Il gioco dell'oca

Anche se Kovel e Lyuboml non sono esattamente due cittadine attraenti, possiamo garantirvi che da queste parti non ci si annoia. Perché le novità cambiano di ora in ora... Stamattina repentino cambiamento di rotta dei nostri referenti, che dopo aver impiegato l'intera giornata di ieri per scrivere la famosa "memoria difensiva", oggi hanno deciso che sarebbe opportuno accontentare, per quanto possibile, il giudice. E' così cominciato il giro turistico dell'Ucraina dell'Ovest: prima tappa Lyublinetzs, dove si trova il primo istituto che ha ospitato Vova. Da lì, recuperato il primo documento, siamo andati a Lyboml (ispettrice) e Golodny (dove c'è l'istituto attuale di Vladimir e dove ci hanno rinnovato l'affido fino al 25 settembre). Poi ospedale di Lyuboml e quando tutto sembrava finalmente recuperato (come si trattasse di una caccia al tesoro), abbiamo scoperto che per l'ultimo documento mancante dovremo recarci domani a Lutsk, a 85 km da Kovel e 130 da Lyuboml, ultima tappa del tour nella speranza che gli orari ci consentano di intercettare il giudice (perché domani è venerdì...). Ammesso e non concesso che si riesca a fare tutto bisogna sperare che:
- i documenti prodotti vadano effettivamente bene;
- che il giudice fissi la data di sentenza in tempi decenti.
Nonostante le vostre preghiere, benedizioni o maledizioni (a seconda delle interpretazioni che ciascuno di voi ha dato alla vicenda) siamo ancora in sospeso, con lo stato d'animo più o meno nelle stesse condizioni di ieri. L'unica consolazione è continuare a vedere Vova sopportare pazientemente tutto questo... e contare fino a 10 in italiano davanti alle sue ex (speriamo) maestre, sorprese e sorridenti. Ora pausa ristoro, domani si riparte. 

mercoledì 14 settembre 2011

Resistere, resistere, resistere

Resistere, resistere, resistere. Ce l'avete ripetuto in tanti e tante volte durante questa avventura. E noi ci proviamo, statene certi. Ma oggi, purtroppo, non è andata come speravamo.
Il giudice non ci ha nemmeno ricevuto e si è limitato a liquidare Maria (nel frattempo rientrata da Kiev) sostenendo che nel nostro fascicolo mancherebbero ben 6 documenti necessari per il prosieguo della pratica. Ci ha ha dato 5 giorni di tempo per produrli e fino a quando non saremo a posto con tutte le carte lui non fisserà alcuna udienza. Fin qui si potrebbe pensare ad un semplice contrattempo, certo noioso perché fa perdere altro tempo, ma pur sempre un contrattempo. Il fatto è che dei 6 documenti, stando alla tesi di Maria (confortata da Giorgio a Kiev e dal nostro ente in Italia), tre sarebbero già presenti nel fascicolo (il giudice non li ha visti?), mentre gli altri tre sarebbero semplicemente improducibili perché non conformi alla legge ucraina sulle adozioni. Senza entrare troppo nei dettagli, il giudice vorrebbe una ulteriore dichiarazione di uno psicologo che certifichi che per Vladimir non sarà un trauma presenziare davanti a un giudice durante un'udienza (effettivamente un bambino che viene da un orfanotrofio e che ne ha già passate di cotte e di crude potrebbe subire un trauma nel vedere un'aula di tribunale...) e una serie di dichiarazioni di parenti non identificati o comunque irreperibili.
Cosa fare a questo punto? La strategia dei nostri referenti è semplicemente impensabile per il sistema giudiziario italiano (eventualmente Eugenio ci saprà dire...), ma pare che qui valga la pena tentare: invece di eseguire alla lettera le indicazioni del giudice (che in effetti non sono facilmente eseguibili), Maria ha preparato una sorta di promemoria che illustra al giudice, per ciascuno dei sei punti, quali sono le disposizioni di legge vigenti in materia; in pratica: siccome non conosci la legge e ti inventi cose che non esistono, ti spieghiamo noi come devi fare e dove stai sbagliando. Qui confidano che il giudice possa accettare la critica e rivedere la sua decisione, anche perché pare che sia alla sua prima istanza di adozione internazionale (l'avevamo detto che Lyuboml è sperduta), e dunque piuttosto inesperto. Come detto, pensando all'italiana, questa eventualità a noi pare assurda. Domani si replica e staremo a vedere.

martedì 13 settembre 2011

Gli occhi della tigre

Episodio sconcertante, questa sera, presso le giostre di Kovel. Mentre Vova era intento a giocare fra uno scivolo e un'altalena, è stato avvicinato da un paio di "bulletti" della sua età, che hanno cominciato a ridere di lui - peraltro senza che Vova si accorgesse di niente - forse perché lo hanno visto piuttosto esaltato o perché si divertiva anche sulle giostre dei più piccoli (tipo cavallo a dondolo). Il pedagogista di famiglia ha minimizzato: "sono bambini"... "chissà quante volte gli capiterà in Italia di essere preso in giro"... "è bene che si abitui". Non l'ha pensata allo stesso modo la iena di famiglia, che in barba alla pacatezza del marito si è fiondata in mezzo ai giochi e si è piazzata a muso duro davanti ai due bulli:
"Allora, qualche problema?"
"Sho (cosa)?" fanno loro
"'zzo volete? ne vogliamo parlare?"
A quel punto il pedagogista - vistosamente imbarazzato - è dovuto intervenire per contenere l'esuberanza della moglie, ormai trasformatasi in tigre. Altrettanto gustoso il siparietto finale, stavolta nell'intimità di coppia:
"Paola, sono bambini..."
"La prossima volta gli tiro due papine!"
"Per cortesia, ragiona..."
"Spapam, di destro, spapam di sinistro"
"Ma ti rendi conto di quello che dici?"
"Sulle gengive, hai presente?"
"Paola, ti prego..."
"Trac, le falangi...."
Domani c'è il giudice. Speriamo bene... in tutti i sensi.  

lunedì 12 settembre 2011

Nostalgie

Oggi era il primo giorno di scuola in Italia... Paola non ne perdeva uno da 13 anni. In quel di Portogruaro, invece, erano in calendario gli esami del corso di Matteo e anche lui ha dovuto dare forfait, sostituito dai disponibilissimi colleghi (grazie ancora!). Tutto questo per dire che ci sentiamo davvero alla frutta ed entrambi avremmo voluto essere sul posto di lavoro, perché ci manca anche quello. Passino gli affetti, che ci mancavano ancora prima di partire, passino le comodità e le nostre abitudini, passino casa nostra e le nostre cose, ma ora che sentiamo tanta nostalgia anche per scuola e università capiamo di essere giunti a un punto critico. O forse vuol dire più semplicemente che i nostri lavori ci piacciono tanto, e sono in fondo parte di noi. Sta di fatto che le giornate qui cominciano a pesare, identiche l'una all'altra, senza particolari sussulti. E' vero: Vova è con noi, e questo è un grande privilegio, ma quante belle cose potremmo fargli fare in Italia, e com'è difficile fargli passare il tempo qui. Lui, per carità, non si lamenta mai: un gelato e un giro alla solita giostra lo rendono comunque felice, ma per noi sta diventando sempre più dura. Oggi avevamo davvero le pile scariche. Per fortuna il giorno dell'incontro con il giudice si avvicina e cominciamo ad avvertire un po' di tensione per la decisione che dovrà prendere circa la data dell'udienza anche perchè proprio quella data potrà finalmente darci un'idea di quanti giorni potrebbero mancare al nostro rientro.

Noi, immortalati da Vova

domenica 11 settembre 2011

Domenica in famiglia

Anche a Kovel la domenica è la giornata delle famiglie e forse per la prima volta ci siamo sentiti una famiglia anche noi... Passeggiata in un centro pieno zeppo di passeggini e bambini per mano, palloncini, bolle, biciclette: anche noi, stavolta, abbiamo fatto la nostra porca figura e ci è sembrato che Vova osservasse finalmente tutto il mondo attorno a sé non più con malinconica invidia, ma finalmente con un pizzico di orgogliosa felicità. O almeno questo è ciò che ci piace pensare. E come ogni domenica che si rispetti, dopo la passeggiata lungo l'unico viale pedonale della città, siamo andati in un parco più grande a rincorrerci e mazzolarci, abbiamo preso un gelato vero (con le palline di crema, fragola e cioccolato, un grande classico) e abbiamo concluso con una più che dignitosa pizza. Nel menù di Vladimir, per l'occasione, ha fatto comparsa per la prima volta la coca-cola che ha sostituito l'immancabile succo di frutta. Ora sarà un problema per il futuro perché la bibita gli è piaciuta un sacco e dal suo entusiasmo temiamo che ci vada in dipendenza. Segnaliamo infine la grande prestazione alla hall dell'albergo, quando gli abbiamo chiesto in italiano di spiegare alla signora della reception che avevamo bisogno delle chiavi: traduzione impeccabile fra la meraviglia di tutti, tranne la sua.
Questa sera, prima di addormentarci, il nostro pensiero va ai tanti bambini che abbiamo nel cuore (l'elenco sarebbe lunghissimo) e che domani ricominciano la scuola. In bocca al lupo a tutti!

sabato 10 settembre 2011

Smurfiki

Per fortuna abbiamo trovato gli "smurfiki", o come cavolo si dice in ucraino. Sarebbero i nostri "puffi", e passeggiando lungo una via di Kovel ci siamo imbattuti in un cartellone pubblicitario, ovviamente in cirillico, tipo manifesto del cinema, appeso sul portone di quella che avremmo detto essere una chiesa: invece era un cinema per davvero!!!! Nel pomeriggio erano in programmazione i puffi e finalmente abbiamo trovato qualcosa di diverso da fare dal solito giro nel parco o partita di calcio. Viste che le prime fatiche da genitori si fanno sentire abbiamo cominciato anche a darci i cambi regolari, per cui mattina nel parco e calcio per Matteo, cinema al pomeriggio per Paola, la quale non ha capito un granché della trama anche perché molto più impegnata a guardare le facce di Vladimir (appena si sono spente le luci lui ha subito domandato: "è già notte?"). Nei prossimi giorni vorremmo procurarci una bicicletta di seconda mano o in affitto: sarebbe una manna per noi e per Vova, che sbava dietro ad ogni bambino munito di velocipede (in ucraino si dice proprio così, velocypéde). Abbiamo già sguinzagliato il prode Viktor alla ricerca del mezzo, sperando che l'operazione vada in porto e non ci costi un accidente.
Avvisiamo infine che questa sera in condominio potranno esserci schiamazzi e rumori molesti nel pianerottolo della famiglia Furlani e della Famiglia Ragusa per i compleanni di Paolo e Maristella. Auguroni da parte nostra a entrambi!!!

venerdì 9 settembre 2011

Un mese di esilio

Quella di oggi è una data importante. Siamo infatti arrivati al 9 settembre, il che significa un mese esatto da quando siamo arrivati in Ucraina. Ripercorrere anche solo mentalmente ciò che è accaduto in questi 30 giorni fa venire le palpitazioni, per cui ci limitiamo a fare solo un brindisi per festeggiare il mesiversario, anche perché Vladimir ha imparato a fare "cin-cin" a tavola. Oltre a noi, poi, compie un mese di vita anche il blog (anche se in realtà i primissimi post di prova dall'Italia sono antecedenti al 9 agosto), e su questo punto qualche somma la possiamo già tirare. I numeri riferiscono di oltre 14 mila contatti da quando tutto ha avuto inizio e, a oggi, abbiamo toccato la quota straordinaria di 619 commenti!!! Quelli di Google ci hanno messo gli occhi addosso... Insomma: un successo strepitoso, che non avremmo mai immaginato, sia per la quantità ma soprattutto per la qualità della vostra commovente partecipazione...
Voltata la pagina dell'autocelebrazione, torniamo alla stretta attualità e ai progressi di Vova. Il capitolo di oggi lo dedichiamo al suo rapporto con i ristoranti, e solo chi ha già adottato un bambino sa quanto sia ardua questa prova. Tenete presente, inoltre, che vista la nostra situazione logistica siamo costretti ad andare al ristorante due volte al giorno (sigh!). Il ragazzo ormai ha acquisito una certa dimestichezza con i menù e trascorsi i primi giorni in cui ordinava solo "vareniki" (una specie di raviolone ripieno di carne o patate), ora dimostra anche una certa varietà, scegliendo ad esempio "quello che ha preso papà ieri" o comunque qualcosa che si debba tagliare con il coltello (altra sua recente scoperta). Problematico il lavaggio mani, perché nei bagni dei locali pubblici ci sono quasi sempre gli asciugamani elettrici - quelli che buttano fuori aria calda per intenderci - e lui si diverte come un matto ad accenderli e spegnerli con la fotocellula. Ieri ne ha fatto saltare uno... Ma il vero scoglio sta diventando il suo rapporto con le cameriere perché il moccioso fa un po' il puttaniere con tutte ("spaciba" di qua, "diakuyu" di là) e queste ricambiano con occhioni da cerbiatto, peraltro rovinando la piazza al papà, sempre più sconcertato.
Per chiudere, ecco gli ultimi progressi di italiano: possiamo dare per acquisita la formula "mamma... posso?", da pronunciarsi prima di

  • allungare le mani su qualsivoglia oggetto tecnologico, ivi compresi i telecomandi di televisore e decoder; 
  • tentare di ordinare da solo e in stretto ucraino il terzo succo di frutta con la complicità della suddetta cameriera;
  • ficcare nel carrello della spesa qualsiasi prodotto confezionato con colori sgargianti, anche dovesse trattarsi dei famosi dadi da cucina.
Ora dobbiamo ancora lavorare su un ultimo dettaglio: dopo aver recitato la formula a memoria dovrebbe anche imparare ad aspettare la nostra risposta. Ce n'è da lavorare, eccome se ce n'è...

giovedì 8 settembre 2011

A grande richiesta...

Gli schiamazzi in condominio ormai si sprecano. Soprattutto queste voci di corridoio, anzi di pianerottolo, sul "totonome" cominciano a essere insistenti. Crediamo sia giunta l'ora di svelare l'arcano, soprattutto dopo che qualcuno (facciamo i nomi: Valentina) ha insinuato addirittura l'ipotesi di VERMIO. Ricordiamoci che al fanciullo toccherà in sorte il cognome Cornacchia: non vi sembra già una condanna? Ebbene, il nostro V. è in realtà Volodimir, detto Volodia o Vova. In Italiano, probabilmente, diventerà molto più semplicemente Vladimir. Insomma: qualcuno (molti in realtà) ci avevano preso. E siccome non smetteremo mai di ringraziarvi di tutto l'affetto che ci state facendo arrivare - cominciamo a credere che senza i commenti del blog non ce l'avremmo mai fatta - ecco un altro indizio svelato. Lo stesso indizio che ha colpito noi il 16 agosto, quando siamo stati catturati da questi occhi, sia pure in fotografia. I famosi occhi color ghiaccio... Questa foto è in realtà un autoscatto che Vladimir si è fatto il primo giorno che l'abbiamo incontrato, quando la nostra macchina fotografica lo incuriosì, ricordate? Da allora il suo sguardo è cambiato tantissimo e si è addolcito: è tornato lo sguardo di un bambino, o almeno così vorremmo sperare.
Sul fronte burocratico abbiamo finalmente avuto la data dell'appuntamento con il giudice: mercoledì 14 settembre. Non si tratta dell'udienza vera e propria, ma di un incontro "informale" stabilito dal giudice stesso che dice di volerci conoscere. Non sappiamo come interpretare questo ulteriore passaggio (del tutto imprevisto), ma speriamo tanto di fargli una buona impressione e che possa fissare l'udienza ufficiale in tempi brevissimi.
Per gli ultimi progressi di Vladimir appuntamento a domani.

mercoledì 7 settembre 2011

Pedagogia comparata

Per fortuna oggi il tempo è stato dalla nostra, così abbiamo potuto approfittare del piccolo parco di Kovel per dell’attività motoria. Gli uomini si sono cimentati con il pallone (senza molte storie: Italia – Ucraina 18 a 0): gran divertimento quando V. è riuscito – Dio solo sa come – a spedire la palla dentro la fontana del parco a oltre 30 metri da lui. Il più aitante della compagnia ha dovuto togliersi scarpe e calzini e recuperare la sfera, facendosi largo nell’acqua fra schifezze di ogni genere. Esperienza da non ripetersi e campo di gioco spostato di altri 30 metri. Paola ha approfittato dell’ora d’aria per qualche spesuccia: uno zainetto (molto apprezzato da V.), ciabatte da doccia, pigiama e un’altra maglietta che è stata accuratamente scelta secondo criteri di opportunità (color succo di frutta alla pesca, così almeno si vedono meno i danni…). Solito giro alle giostre nel pomeriggio e altra tacca sul calendario, anche se le notizie sulla data dell’udienza continuano a non arrivare…
Per far passare il tempo, l’esperto del settore sta stendendo un trattato di pedagogia comparata sulla base dello studio empirico in atto che spera possa valergli come pubblicazione scientifica. Ecco uno stralcio del pamphlet:
  1. Il bambino ucraino esplora il nasino con le dita e, individuata la caccola, la estirpa e la mangia. Il bambino italiano esplora il nasino con le dita e, individuata la caccola, la attacca sotto la sedia o sotto il tavolo. Conclusione: il bambino ucraino ha un senso più spiccato del concetto di “riciclo”.
  2. Il bambino ucraino mangia la zuppa di verdure, pollo e cipolle e rifiuta la patatina fritta, decisamente disgustosa. Il bambino italiano divora le patatine fritte e rifiuta categoricamente qualsiasi tipo di zuppa. Conclusione: i bambini ucraini hanno un’infanzia davvero difficile
  3. Il bambino ucraino ama fare la doccia. Il bambino italiano odia fare la doccia. Conclusione: i bambini ucraini hanno solo avuto meno opportunità di usare la doccia.
  4. Il bambino ucraino guarda i cartoni animati in italiano, senza protestare. Il bambino italiano non si sognerebbe mai di guardare i cartoni in ucraino. Conclusione: il bambino ucraino è più portato per le lingue, il bambino italiano però non ha torto.
  5. Il bambino ucraino ha grandi afflati di affetto e “coccolite” nel momento dell’addormentamento, ma si sveglia incazzato. Il bambino italiano va a dormire stanco e incazzato ma quando si sveglia è tenero e amorevole. Conclusione: sarebbe opportuno che i bambini si addormentassero ucraini e si svegliassero italiani



    martedì 6 settembre 2011

    Cade la pioggia, ma che fa...

    Caro condominio, anche la seconda giornata a Kovel è finalmente trascorsa, purtroppo senza notizie certe sulla data dell'udienza. A questo punto, infatti, la procedura prevede un'udienza a Lyuboml' fra circa una decina di giorni (speriamo...) che dovrebbe produrre una sentenza di adozione. A quel punto dovranno trascorrere altri 10 giorni (speriamo) perchè la sentenza passi in giudicato, dopodiché potremo trasferirci a Kiev in attesa di ottenere tutti i documenti e i passaporti (altri 6 o 7 giorni, speriamo....). Come vedete qui è dura cantar vittoria e, anzi, le esperienze di altre coppie che attualmente si trovano in attesa dei visti per rientrare in Italia non promettono nulla di buono. La vicenda di Fabio e Giorgia è ancor più incredibile e proprio domani loro faranno rientro in Italia visti i tempi biblici della loro prossima udienza (il 27 settembre). Senza di loro ci sentiamo un po' più soli quassù: la telefonata delle sei e mezza da un capo all'altro dell'Ucraina era diventato un piacevole momento di relax. Inutile dire che li pensiamo tanto, assieme alla loro piccola Tania, bloccata un'altra volta sulla partenza da una burocrazia che definire  assurda è poco.
    Qui intanto il corsointensivodigenitorialitàconbambinochenonparlalatualingua prosegue. La giornata uggiosa ha complicato notevolmente i nostri programmi: a un certo punto, per non tagliarci le vene, abbiamo deciso di uscire ugualmente, sotto la pioggia, per fare un po' di spesa. Entrare in un supermercato con V. è sempre un rischio, perché lui vede tutto per la prima volta e farebbe manbassa di qualunque cosa, compresi i dadi per il brodo che voleva assaggiare a tutti i costi convinto che fossero cioccolatini (uno dei due, quello più esperto di pedagogia, voleva farglieli assaggiare sul serio così poi si impara a scassare i cabasisi... "Dai, mangia mangia che ci facciamo due risate..."). Sia pur lentamente stiamo cercando di inserire qualche piccolo rito nella giornata, anche per aiutarlo nella comprensione di ciò che gli succede attorno. Così a pranzo e cena, prima che ci arrivi il cibo (qui le cameriere sono lentissime) prendiamo un quaderno e disegniamo. Poi rovesciamo il succo di frutta sul quaderno, asciughiamo, imprechiamo, e riprendiamo a disegnare. E così avanti, per tre quarti d'ora. L'addormentamento, invece, prevede nell'ordine: cacca o pipì (purtroppo più la prima della seconda), doccia tra uomini, denti, mani, ASCIUGAMANO... ho detto ASCIUGAMANO!!! e poi letto con l'Ipod e la musica (che ovviamente sceglie lui: ieri si è addormentato con Elio e le storie tese). Veniamo infine ai progressi con l'italiano: oggi abbiamo imparato cane, pane (tanto sono simili), bambino, palla e giostre. Domani proveremo con: presa dell'aria, cestello della lavatrice e rafano. Vi faremo sapere...

    lunedì 5 settembre 2011

    "Vado a salutare"

    Cari condomini, eccoci finalmente giunti all'aggiornamento di questa giornata così importante. L'ora in cui pubblichiamo il post dovrebbe già essere un primo indizio: infatti riusciamo a scrivere soltanto ora perché siamo ancora in tre e fino a che V. non decide di provare ad addormentarsi, il computer rimane una chimera. Ma andiamo con ordine.
    La mattinata è trascorsa fra uffici della capa delle ispettrici, dell'ispettrice, del direttore dell'istituto, del giudice, poi ancora dall'ispettrice, poi ancora dal giudice... insomma un gran casino. Ma ciò che conta è che in tutti questi passaggi V. non ha mai cambiato idea e, sia pure intimidito, ha sempre riferito di voler venire in Italia con noi. Fra tutti i personaggi incrociati oggi il direttore Alexander Petrovic si è dimostrato ancora una volta il più sensibile di tutti e ci ha firmato un permesso "premio" di affido per 10 giorni (fino al 15 settembre). V. dunque è ufficialmente sotto la nostra custodia e stavolta dobbiamo cavarcela proprio da soli perché la nostra interprete Maria ha fatto fagotto con tutte le nostre carte e se n'è tornata a Kiev per preparare la seconda fase dell'adozione. Viste le condizioni estremamente positive (è molto raro trovare tanta disponibilità nei direttori di istituto) abbiamo deciso di lasciare nuovamente Lyuboml', decisamente troppo piccola e monotona specie ora che dobbiamo far passare il tempo al moccioso. Siamo dunque tornati a Kovel, in un hotel diverso dal "The Stamberg": ora ci siamo sistemati piuttosto bene, in una specie di mini appartamento a due stanze che dovrebbe diventare la nostra casa per le prossime tre settimane circa.
    Chiudiamo la cronaca di oggi con due perle assolute, che non possiamo proprio tacere. La prima è di stamattina presto, quando V., tornato in istituto dopo il week end con noi, si è fiondato come una freccia verso la sua camerata: "Dove vai!?!" gli ha gridato l'interprete sotto il nostro sguardo attonito. "Vado a salutare" risponde lui, assolutamente conscio della situazione. Noi siamo rimasti a bocca aperta.
    Il secondo episodio, invece, è successo nel tardo pomeriggio, in macchina lungo il tragitto da Lyuboml' a Kovel. Lui, addormentato, si è svegliato di soprassalto e guardandosi attorno ha gridato: "Dove siamo!?" "a Kovel", gli risponde Maria. "Meno male - fa lui - ho sognato che stavamo tornando in istituto!"

    domenica 4 settembre 2011

    Un tranquillo weekend... da paura!

    Grande novità, oggi, alla Locanda del viandante di Lyuboml’. Quello che per noi era un discreto albergo “on the road” per le tante carovane in viaggio sulla strada per l’Europa, qui è il miglior luogo possibile dove organizzare… il pranzo per il matrimonio!!! E così, al nostro ritorno dalla passeggiata domenicale in centro (si fa per dire), abbiamo trovato tutto l’hotel agghindato a festa e 180 persone che ballano (ancora adesso) e cantano nel parcheggio retrostante, dove per l’occasione è stato approntato un palchetto per piano ber che spara a livelli decibel spropositati musica tradizionale e polke del caucaso.
    Per noi è un gran bel problema, perché in queste condizioni gestire la belva in camera è un’impresa. Perché – ebbene ora la diciamo – V. è ci è stato affidato già da venerdì scorso e ha trascorso con noi l’intero week end. Ci hanno concesso questo permesso straordinario come ultima chance dopo la drammatica mattinata di Venerdì: i due giorni di pausa forzata non erano serviti a niente… anzi sembravano aver interrotto l’addomesticamento. E’ difficile raccontarvi come siano andati questi tre giorni, ma non farete fatica a credere che sono stati più intensi delle tre settimane e mezzo finora trascorse. Anche il tempo per leggere i vostri commenti e aggiornare il blog è di colpo sparito, perché ogni minuto, ogni secondo della giornata è stato totalmente indirizzato alle mille attenzioni di cui V. ha bisogno, per altro in una situazione (per lui) di ipereccitazione. La fatidica frase “ho cambiato idea”, con quel “non ho paura” seguito subito dopo, è stata pronunciata durante il pranzo di ieri (e che pranzo). Ci stiamo reciprocamente “annusando”, e tre giorni in una camera d’albergo (per altro strettina) si addicono magnificamente allo scopo. La prima notte è stato addirittura “lettone” (come sfuggito a Lella in un commento), e non si è dormito molto (lui, ovviamente, neanche una piega). Ieri la siora del bucato, mossa a compassione, ci ha procurato una brandina, che V. ha gradito moltissimo, ma mai quanto l’abbiamo gradita noi. Momenti esaltanti (come la prima doccia, finalmente!) e momenti di grande difficoltà (i primi no cui siamo necessariamente costretti, vuoi per la situazione vuoi per cominciare a fissare qualche paletto) condiscono il trascorrere delle nostre giornate. Nel mezzo metteteci qualche primo timido approccio all’italiano (“olorogio” la prima parola in assoluto e “asciugamano” la seconda… impostagli per necessità dopo i primi tre allagamenti post lavaggio mani).
    Che dire. Siamo con il fiato sospeso. Per l’ennesima volta non vogliamo illuderci di nulla, perché nonostante i bei momenti trascorsi nelle ultime ore, domani ci attende il ritorno all’Istituto, con corredo di Direttore, Ispettrici, controllori, gendarmi, guardie, arbitri e quant’altro. Non vediamo l’ora…

    sabato 3 settembre 2011

    Avrei cambiato idea

    “Avrei cambiato idea …”
    Questa è la fatidica frase pronunciata in stretto ucraino campagnolo da V. mentre si strafogava, con uno stile su cui ci sarebbe da lavorare un po…, la sua scodella di Borsh ( zuppa di rapa rossa con dentro questo mondo e quell’altro + aglio, cipolla e pezzi di carne tipo porchetta condita con abbondante panna acida). “Ma lo sai che per andare con Paola e Matteo bisogna prendere un aereo grandissimo?” – “Io non ho paura!”.
    Ecco questa per adesso è la notizia   … ma siccome noi (come voi)  sappiamo che V. è un bambino e la determinazione di oggi potrebbe essere sostituita domani da una nuova incertezza… andiamo avanti un passetto alla volta. Questo tempo serve anche a noi.
    Cogliamo l’occasione per lanciare una sfida ai condomini per il miglior Borsh realizzato in Italia. E’ evidente che gli inquilini che hanno avuto stretti contatti con questa terra partono avvantaggiati … ma siamo sicuri che anche sul web saprete trovare una serie di ottime ricette.


    venerdì 2 settembre 2011

    Lavori in corso

    Eccoci un pò in ritardo e in versione ridotta. Siamo entrati in una fase un pò delicata del percorso; ci stanno concedendo di passare molto tempo con il piccolo e questo ci impegna da ogni punto di vista. Non vogliamo tenervi col fiato sospeso ma abbiamo bisogno di concentrarci su questa opportunità. In ogni caso dopo questi tre giorni in cui ci frequenteremo in modo "stretto" la nostra (e a questo punto anche vostra) storia arriverà ad una svolta. Ancora un pò di pazienza, speriamo di darvi poche e buone notizie ogni giorno.

    giovedì 1 settembre 2011

    Qualche giorno ancora

    Alla locanda del viandante di Lyuboml', seconda giornata di stallo senza novità particolari. Come previsto anche oggi non siamo andati a Golodny: è il primo giorno di scuola, c'è gran festa qui, e da quanto ci riferiscono V. ha giornata piena. Meglio dunque riprendere le visite domani. 
    Questi due giorni parcheggiati ai box li abbiamo vissuti con spirito diverso. Ieri, tutto sommato, ci siamo rilassati e forse, dopo quanto accaduto martedì scorso, non è stato un male riprendere il fiato. Oggi però siamo insofferenti: cominciano ad aumentare i nostri dubbi sulla strategia pedagogica intrapresa e siamo già in ansia per la reazione che potrebbe avere V. domani nel rivederci. Ispettori, direttori e funzionari vari continuano a gironzolarci attorno e fino a quando permarrà questa situazione non ci sentiremo mai completamente a nostro agio nel tentare di fare breccia nel cuore di questo bambino. Come non bastasse, abbiamo saputo solo ora che la famosa ispettrice ha ancora 5 giorni per esprimere il suo parere favorevole (sulla base delle risposte che le darà V.): ciò significa che in un caso o nell'altro non manca molto per conoscere l'esito definitivo di questa storia. Da domani cerchiamo di concentrarci di nuovo sulla costruzione di una relazione con V., anche se c’è poco tempo a disposizione abbiamo bisogno di capire se la simpatia che prova per noi si può trasformare in fiducia.