lunedì 31 ottobre 2011

Piccoli cedimenti fisici

Dopo quasi tre mesi di strenua resistenza ... dobbiamo registrare il primo cedimento fisico di un elemento della squadra: Matteo è influenzato, cappottato a letto sotto l'effetto di abbondanti dosi di paracetamolo. Stamattina siamo riusciti comunque a fare la nostra visita quotidiana a Vova che come al solito ci ha accolto splendidamente. Dopo una settimana di vacanza per i bambini dell'Istituto è ricominciata la scuola e quindi il piccolo studente si è presentato con una specie di uniforme: pantaloni neri di fustagno, giacca verde, camicia viola abbottonata fino al colletto, mocassini marroni (dobbiamo ancora riprenderci dallo shock, ma a fin di bene si può anche mentire: "che elegante!!!"). Da un paio di giorni ci viene assegnata una specie di camera dei giochi, dove possiamo finalmente stare tranquilli e in intimità, al riparto dalla curiosità degli altri bambini (come al solito fa eccezione il solo Viktor, che non manca mai di passare a salutarci).
La giornata di oggi è stata segnata da due momenti che hanno risollevato il nostro morale: la lettura di un commovente post sul blog di Giorgia e Fabio, divenuti ormai fratelli di sventura, e una videochiamata speciale via Skype che ci ha fatto riabbracciare, sia pure idealmente, una persona che abbiamo tanto pensato in questi giorni difficili. Andiamo a dormire con una conferma: noi senza i nostri amici non andiamo da nessuna parte.

sabato 29 ottobre 2011

Strategie

Ci sono le vigilie delle udienze (ormai tre!), ma ci sono anche i giorni dopo... E il giorno dopo è sempre il momento della riflessione, che stavolta coinvolge un po' tutti quanti. Dai vostri commenti giungono proposte, suggerimenti, idee, che naturalmente accogliamo di buon grado, ma tutto va opportunamente vagliato. Stiamo definendo la strategia con i nostri referenti e i nostri avvocati in vista dell'8 novembre.
Ormai tutti partiamo dal presupposto che il giudice attuale è apertamente contrario all'adozione e, dunque, a Luboml non ci sono molte speranze di successo. Poco importano, a questo punto, le sue assurde motivazioni e le modalità di conduzione dell'udienza: non possiamo farci niente. La ricusazione del giudice - suggerita da qualcuno di voi - è una strada percorribile, non tanto per sperare in una sostituzione, ma per preparare il terreno in vista dell'eventuale (a questo punto probabile) appello. Piccola digressione tecnica: in Ucraina l'istanza di ricusazione viene presa in esame dallo stesso giudice per il quale si richiede la ricusazione (vi preghiamo di evitare i commenti...); è pertanto altamente improbabile, se non impossibile, ottenere la sostituzione del giudice. La domanda di ricusazione, tuttavia, rimarrebbe agli atti e acquisirebbe senso e importanza in sede di appello. Prima di adottare questa soluzione cercheremo altri contatti sui quali, per il momento, preferiamo non dire nulla. Fino all'8 è utile continuare a lavorare sottotraccia: casomai il clamore (tipo scatenare l'inferno con stampa, politica e quant'altro) lo prenderemo in considerazione a sentenza negativa avvenuta. Sappiamo che la "rete" del condominio è vasta e validissima: se sarà necessario, al momento opportuno, penseremo a far partire il domino, e da qualche parte arriveremo.
Vova, intanto, sta bene. Siamo andati a trovarlo di mattina e ci ha accolto ancora una volta calorosamente, orgoglioso di poter attraversare i corridoi dell'istituto stringendoci per mano. E' purtroppo difficile trovare un po' di intimità: ogni volta che ci muoviamo abbiamo uno dozzina di bambini che ci seguono festanti e speranzosi di ricevere una caramella o un biscotto (puntualmente accontentati). Abbiamo così affidato il servizio d'ordine ai nostri due corazzieri di fiducia (Viktor e Andiry) che da perfetti buttafuori si piazzano sulla porta dell'aula a noi assegnata e fanno filtro. Oggi, a dire la verità, sono stati poco professionali perché si sono intrufolati nella stanza con noi e prima hanno giocato a Uno con Vova e Matteo, poi si sono sparati in nostra compagnia "Toy Story 3". Che dire: in fondo se lo meritano anche loro...

venerdì 28 ottobre 2011

Dentro a un incubo

Se solo fossimo un po' più forti dovremmo avere il coraggio di non scrivere più nulla su questo blog, almeno per qualche tempo. Ma sentiamo che le forze cominciano a venir meno e il blog è ormai diventato una sorta di appuntamento terapeutico serale, perchè ci fa "svuotare" i nostri pensieri e ci regala ogni volta i vostri commenti. Ci attacchiamo a voi, insomma. C'è ormai poco da dire sull'incubo che stiamo vivendo: non avremmo mai voluto coinvolgere tante persone se solo avessimo avuto il sospetto di quanto ci sarebbe capitato. Ma ormai il danno è fatto e per quanto genuine siano state le nostre intenzioni, ora non possiamo più fare a meno di proseguire il racconto, anche se la piega che lo scritto sta prendendo non è felice.
Siamo giunti al terzo rinvio consecutivo, robe che qui in Ucraina non si sono mai viste per un'adozione. Tutti continuano a dirci che non era mai capitata una cosa simile, che le motivazioni del giudice sono assurde, che le sentenze per questo genere di cose sono spesso scontate e veloci. Sarà, ma a noi sta andando tutto storto.... Il prossimo appuntamento è fissato per l'8 novembre e al di là delle ragioni futili che hanno determinato questo ulteriore slittamento, è ormai chiara una cosa: abbiamo trovato un giudice esplicitamente ostile all'adozione (in generale...), che sta facendo tutto il possibile (forse anche di più) per metterci i bastoni fra le ruote. Parenti senza più diritti, per di più sprovvisti di documenti che attestino il loro effettivo legame con Vova, sono stati ascoltati e convocati come parti in causa. Sono state suggerite loro le procedure per ostacolare la nostra adozione, la segretaria del giudice ha aiutato la presunta nonna di Vova a scrivere una deposizione. Per contro, un'ora e mezza di lettura della documentazione presentata da noi, che raccoglie due anni e mezzo di fatiche, rincorse, carte bollate, apostille varie fra Italia e Ucraina, è stata messa quasi alla berlina, perché "i bambini ucraini non possono lasciare il paese con tanta facilità". Per due udienze consecutive Vova è stato tenuto "bloccato" in aula, per 6/7 ore complessive, senza che gli fosse rivolta una domanda o senza aver mai sentito le sue intenzioni. I servizi sociali di Lyuboml e il personale dell'Istituto sono stati accusati - sempre dal giudice - di aver agito con troppa sufficienza, e di aver dato per adottabile un bambino che potrebbe ancora avere un futuro in Ucraina (sotto la tutela di una presunta nonna che lo lascerebbe comunque in istituto).
Per come stanno andando le cose, qui si comincia a parlare di soluzioni che fino a non molto tempo fa parevano improbabili, fantascientifiche: ricusazione del giudice e appello in altra città. In ogni caso stiamo parlando di battaglia legale, lunga, faticosa e comunque senza certezza di esito positivo.
Abbiamo deciso di rimanere qui, fino all'8 novembre, consapevoli delle probabilità di una sentenza negativa (non siamo noi pessimisti, ce lo dicono i nostri legali...). Avremo ancora giorni a disposizione per andare a trovare Vova, per spiegargli ciò che sta avvenendo, per capire fino a che punto è lecito dargli speranze. Il senso di ingiustizia che stiamo provando è poca cosa in confronto alla travagliata storia di questo bambino, che non riesce a trovare pace nemmeno quando il destino sembrava offrirgli una possibilità. Noi non facciamo un passo indietro e daremo tutto fino a quando ci sarà un briciolo di speranza.

giovedì 27 ottobre 2011

Una certezza, pochissime illusioni.

Dopo la straordinaria accoglienza di ieri, anche oggi abbiamo trascorso più di due ore con Vova. Due ore che restituiscono senso ed entusiasmo a quanto stiamo facendo. Due ore che bastano a dire "ne vale la pena". Vedeste i suoi occhi quando arriviamo, il suo bisogno di stringerci e tenerci per mano, i "russamenti" continui, la sua felicità... sono le cose più importanti e preziose che stiamo regalando a questo bambino, e che lui sta regalando a noi. Non servirebbe aggiungere altro: l'essenza della nostra scelta di adozione è in questi momenti. Non possiamo però dimenticare che in piedi c'è anche una vicenda giudiziaria complessa, che sta divenendo sempre più difficile e ostica per ragioni a noi sconosciute. Ma tant'è... Dunque è bene essere pronti a tutto, ancora una volta, esattamente come alla vigilia dell'udienza del 18. Anche oggi, infatti, il clima attorno a noi è pesante: all'ora in cui scriviamo (per la precisione le 17.30 locali) manca ancora un documento che doveva essere rilasciato dal Dipartimento. Alcune informazioni raccolte dall'assistente sociale, inoltre, lasciano intendere nuovi colpi di scena per domani, ovviamente sfavorevoli alla causa. Nostro malgrado crediamo di essere ormai sufficientemente navigati per capire che aria tira. E siccome non tira una buona aria, è bene non illudere noi stessi nè gli abitanti del condominio, che tanto ci hanno sostenuto in questi due mesi e mezzo. Nel caos totale delle leggi, della burocrazia e, soprattutto, delle intenzioni umane, rimane una certezza. Che ha occhi caldissimi, anche se color ghiaccio

mercoledì 26 ottobre 2011

Aggrappati. In tutti i sensi.

Tensione alle stelle... lo dicevamo già ieri. Al nostro rientro in Ucraina tutto sembrava andare storto, dalle maestre di Vova che non si fanno trovare, al referente scomparso, al treno con gli scompartimenti sbagliati. Ma se c'è una cosa che abbiamo imparato - e bene - in questa nostra esperienza, è che a queste latitudini i problemi vanno affrontati con la dovuta pazienza e, soprattutto, uno alla volta. Altrimenti si sclera. E così abbiamo prima di tutto affrontato il viaggio in treno, capitando in uno scompartimento "fortunato": un solo passeggero oltre a noi, peraltro giovane e discreto, che non ha proferito parola per tutto il tragitto. Noi, stanchi e tesi, ci siamo addormentati subito dopo la partenza e ci siamo risvegliati praticamente a Kovel. Il secondo motivo di tensione - forse il principale - era legato al nuovo incontro con Vova. Negli ultimi tre giorni non eravamo mai riusciti a sentirlo e le uniche notizie raccolte dal nostro interprete riferivano della sua tristezza. Non siamo mai stati lontani tanto a lungo: come reagirà stavolta? Quale sarà il suo atteggiamento nei nostri confronti? Domande - ricorderete - che ci eravamo già posti dopo il brusco allontanamento del 18 ottobre. Ma oggi dovevamo fare i conti con ben 6 giorni di distacco, durante i quali non siamo riusciti, non per causa nostra, a mantenere la promessa di una telefonata al giorno.
Ogni tanto i disguidi burocratici e i capricci del giudice ci hanno tolto l'entusiasmo, facendoci addirittura dubitare sul prosieguo del percorso. Presi per sfinimento, si diceva ieri. Disarmati dalle lungaggini, dai rinvii, dal tempo che passa. Privati di ogni energia residua dalle incongruenze del sistema, dagli ostacoli, dalla regolarità degli imprevisti. Prosciugati nello spirito.
Il bambino che ci ha accolto oggi, in istituto, ci ha confermato in modo inequivocabile qual è la ragione per cui siamo qui e perchè si deve e si dovrà combattere fino alla fine, senza risparmio. Vova ci è corso incontro impazzito, ci è saltato al collo e ci ha stretto forte, forte, forte, come non aveva mai fatto da quando le nostre strade si sono incrociate. Non ha mollato la presa per diversi minuti, quasi impaurito che gli sfuggissimo ancora. Non ha fiatato, ha solo fatto ricorso a tutte le sue forze per stringere tutto ciò che gli capitava a tiro: un braccio, il collo, una gamba, la mamma tutta intera. E poi qualche lacrima è scappata. Non avevamo dubbi sulla forza di questo legame. Ora non abbiamo dubbi sulle energie che questo bambino è in grado di trasmetterci ad ogni nuovo incontro. Daremo tutto, piccolo cucciolo di cosacco. Tutto.

martedì 25 ottobre 2011

In viaggio, fra scali e pensieri

Postiamo velocemente dalla stazione di Kiev, dove ci troviamo per una sosta obbligata di 5 ore. La prima parte del viaggio, quella in aereo, è andata bene: ora ci attendono 12 ore di treno in uno scompartimento a 4 posti (quelli da due erano esauriti). Attendiamo dunque di conoscere i volti e soprattutto l'odore dei nostri compagni di viaggio. Il morale non è un gran che, lo ammettiamo. Anche oggi non siamo riusciti a sentire Vova (le maestre non rispondono) e non siamo così riusciti a dirgli che domani saremo da lui, come promesso. Poi giungono notizie poco confortanti dai nostri avvocati: pare che tribunale e Dipartimento ancora non riescano a parlarsi per l'invio di un nuovo documento, ritenuto essenziale per l'udienza di venerdì. I giorni passano e temiamo che in assenza di quanto richiesto, il giudice possa rinviare ancora, confermando una strategia che pare a questo punto molto chiara. Non vogliamo essere pessimisti a tutti i costi, ma qui ci stanno prendendo per sfinimento e le scottature già prese bruciano ancora. Un bel po'...

lunedì 24 ottobre 2011

Grazie a tutti: noi ripartiamo!

Dopo un giorno di pausa (il desiderio di incontrare, salutare, ringraziare, abbracciare tutti di persona ha avuto il sopravvento ...) riprendiamo il nostro racconto. Siamo felici di poter dare una buona notizia anche se non ci riguarda direttamente: Barbara e Moreno, due nostri amici con cui stiamo condividendo l'avventura ucraina avevano oggi l'udienza per l'adozione della loro Masha: tutto si è concluso rapidamente e positivamente in 20 minuti. Questa notizia ridà un pò di speranza anche a noi che domani ripartiamo. Le sensazioni in questa ennesima sera di vigilia sono molto particolari: un pò di tensione per il viaggio, una leggera malinconia nel lasciare di nuovo la nostra casa e la nostra vita, un vago malessere al pensiero di quello che potrebbe succedere venerdì in tribunale, ma su tutto questo domina il grande desiderio di rivedere il piccolo cosacco. Oggi ci hanno detto che in questi giorni non è andato a trovarlo a nessuno e che lui è un po' triste... Ci viene voglia di prendere a sprangate chi ci ha impedito di portarlo a casa finora e di usare il teletrasporto per raggiungerlo immediatamente. Invece arriveremo a Kiev domani verso le 16, prenderemo il treno per Kovel  alle 21 e raggiungeremo Vova in istituto solamente mercoledì nel primo pomeriggio. E lo terremo stretto stretto a noi fino a quando gli passa la tristezza.

sabato 22 ottobre 2011

Normalità apparente

Era da tempo che non trascorrevamo un sabato così, un sabato dei "nostri". Mattinata a far piccole commissioni, spriz in centro con i "compagni di viaggio" a scaldarsi reciprocamente fra un cabernet franc e una polenta e musetto, saluti scout per Paola e partita di balon per Matteo (con tutto il rituale annesso, dalla meticolosa preparazione della borsa all'immancabile post partita al chiosco, vera essenza del calcio amatoriale). Per chiudere cena improvvisata a base di aglio, olio e peperoncino a casa di amici, tre ottime bottiglie di vino e castagnata finale. Se non fosse che tutti i discorsi fatti ci riportano alle avventure di Lyuboml, sarebbe stato un sabato di piacevole normalità, quella della nostra vita "precedente". Invece, nonostante i tentativi di resettare, testa e parole tornano immancabilmente a quanto ci sta capitando e tornano soprattutto a Vova, che ci aspetta scortato dai suoi due corazzieri. A proposito: c'è stata anche una nuova telefonata, decisamente migliore di quella di ieri. Lui continua a contare i giorni che mancano al nostro ritorno e stavolta, fra un "da" e un "dobre" è spuntato un "ti voglio bene" in italiano perfetto che riempie il cuore e almeno per un istante cancella la rabbia.

venerdì 21 ottobre 2011

Prima telefonata dall'Italia

... anche oggi non deve passare senza un piccolo ma importante aggiornamento: abbiamo telefonato a Vova in istituto, tutto da soli e senza l'aiuto di interpreti. La notizia è che siamo riusciti a far capire chi eravamo e farci passare il piccolo. Deve essere stato un momento di grande entusiasmo generale: la vicedirettrice che entra nella camerata della classe di Vova con il cellulare in mano dicendo: "Volodia, è per te!" Lui deve essersi sentito un gran figo e ha tenuto il telefono per un po'. Il tempo di farci capire che ha visto tanti film, che si è scaricata la batteria ma che lui l'ha saputa  ricaricare. E soprattutto che mancano 4 giorni (in realtà sono 5 ma non importa).

giovedì 20 ottobre 2011

Uno strano ritorno

La notizia di oggi è che siamo arrivati in Italia. In un modo o nell'altro ce l'abbiamo fatta. Perché anche il viaggio di questa mattina è sembrato la fotografia di questa nostra avventura, condito di suspance e trepidazione fino all'ultimo, quando siamo riusciti a salire sull'aereo supplicando il personale dell'aeroporto che aveva già chiuso il check in. La partenza era fissata da Leopoli, molto più vicina a Kovel rispetto a Kiev. Per questa ragione abbiamo pensato di servirci ancora del prode Viktor, il quale, tuttavia, non deve aver mai preso un aereo in vita sua: ha sballato completamente il calcolo dei tempi convinto che si possa arrivare al terminal alle 9.40 con il volo fissato alle 9.50, un po' come si usa fare in stazione. Il sospetto ci venuto verso le 9.00, quando ci ha visto in apprensione e ci ha detto: "ma i biglietti non li avete già fatti?". A questo si aggiungano un paio di indicazioni sbagliate e l'inatteso traffico di Leopoli e il video-gioco è bello che pronto. A parte gli ulteriori sei anni di vita buttati nel cesso (avevamo un contratto con l'Altissimo per chiudere entrambi a 82, finiremo a 76...), quello che conta è che siamo a casa. Non era esattamente il ritorno che speravamo, ma non possiamo negare che sentire odore di caldarroste e vin brulè, i porcini fritti di nonna Clara, il cappone ripieno di faraona con dentro il polpettone di coniglio e mortadella di nonno Piero, sono cose che confortano non poco il cuore, ma anche lo stomaco, specie dopo due mesi di borsch e pilmini con la smetana. Da domani inizieremo i nostri maldestri tentativi di telefonate in ucraino all'istituto, per cercare di parlare con Vova. Siamo a casa, è vero, ma il pensiero è sempre là anche se sappiamo di averlo lasciato in buone mani: Andrej e Viktor, i due bambini più grandi che lo hanno convinto a venire via con noi la prima volta ci hanno rassicurato, "ve lo guardiamo noi". Loro parlano in ucraino e noi rispondiamo in italiano ... ma con loro ci siamo sempre capiti.

mercoledì 19 ottobre 2011

Sei proprio forte!

Siamo ripartiti, un'altra volta. L'ennesima. Ieri sera abbiamo dovuto fare i conti con il senso di vuoto: un vuoto tangibile - il letto di Vova, il suo pigiama, i suoi giochi - e un vuoto interiore, enorme. Stamattina abbiamo staccato dai muri tutti i suoi disegni, raccolto le sue cose, abbiamo comprato un lettore DVD e vi abbiamo caricato dentro i cartoni animati preferiti, la "Carica dei 101" su tutti (film piccoli cani, come direbbe lui...). E siamo ripartiti, un'altra volta. L'ennesima. Siamo andati in istituto, con il cuore in gola, come già accaduto in quel lontano 23 agosto, quando ci preparavamo al primo incontro. Oggi, come allora, ignoravamo la sua reazione: quale bambino ci accoglierà? Quale sarà il suo stato d'animo e come reagirà di fronte a questa nuova fregatura che ha ricevuto dagli adulti, stavolta noi? Ormai siamo entrati nell'istituto di Golodny decine di volte, ma mai come stamani abbiamo provato tanta paura. Poi lo hanno chiamato e lui.... lui ci è corso incontro, felice, curioso di vedere le cose che gli avevamo portato. Ed è stato ancor più felice nel vedere che non c'era nulla di nuovo (lettore DVD a parte), ma che erano le sue cose, quelle della camera d'albergo di Kovel. Abbiamo trascorso un'oretta e mezza di serenità - finalmente! - e gli abbiamo spiegato che per sei giorni non potremo vederci, perché servono ancora documenti complicati ed è meglio che lui ci aspetti là, assieme ai suoi amici. Lui ha capito, ha contato tutti e 6 i giorni che ci separano dal prossimo incontro e ha promesso che farà il bravo. La lezione di oggi, per noi, è stata fondamentale, forse decisiva. Mai come adesso abbiamo la certezza di aver incontrato un bambino fortissimo, che nonostante la sua tenera età è già in grado di affrontare qualsiasi evenienza, anche le più difficili. Nel tempo Vova ha imparato a difendersi da solo e siamo certi che saprà far fronte anche a finali diversi da quelli che tutti noi abbiamo sperato, uscendone comunque a testa alta e trasmettendo - lui a noi - la forza di cui c'è bisogno. Oggi è stato così e torniamo in Italia molto più sereni e sollevati.

martedì 18 ottobre 2011

Brutta battuta d'arresto

Solo poche righe per dire che tutto quello che avevamo cominciato a temere negli ultimi giorni si è materializzato oggi in aula. Il passato si è presentato ed è stato ascoltato. Anche se il personale dell'Istituto e gli assistenti sociali hanno parlato in nostro favore il giudice si è inventato un altro paio di cavilli per prendere tempo, ha rinviato l'udienza al 28 ottobre e ha preteso che il bambino venisse immediatamente riportato in Istituto. La separazione non è stata drammatica, sembra che questo bambino abbia imparato a non affezionarsi a niente e a nessuno. Gli abbiamo detto che torneremo a trovarlo e così faremo domani. Poi torniamo a casa per qualche giorno ... altrimenti non ce la facciamo. Saremo nuovamente qui  a Kovel due giorni prima dell'udienza e nel frattempo ci manterremo in contatto telefonico, ma forse questo tempo di separazione sarà utile anche a lui per fare un pò di chiarezza dentro di sé. Il 28 gli verrà chiesto esplicitamente con chi vuole stare... e questo sarà solo uno degli elementi della decisione finale.
In questo momento ci sembra di non avere più forza... ma proviamo a recuperare quella che resta. Domani andiamo a trovarlo e stiamo con lui un pò per capire come sta vivendo questa situazione; giovedì partiamo e cerchiamo di raccogliere nuovamente i pezzi.

lunedì 17 ottobre 2011

Pronti a tutto

Questo doveva essere un diario di viaggio. Quando siamo partiti, ormai due mesi e mezzo fa, volevamo condividere con i tanti amici e parenti la nostra grande avventura. Sapevamo che ci sarebbero stati momenti di difficoltà (e ce ne sono stati!) e ci siamo spesso interrogati sull'opportunità di questa esposizione pubblica. La nostra speranza - forse ingenua - era quella di rendervi partecipi della più grande gioia della nostra vita: abbiamo sempre fatto della relazione con gli altri il nostro modo d'essere e lo abbiamo spiegato, a modo nostro, anche durante la celebrazione del nostro matrimonio. Su chi siamo e su come vediamo le cose non abbiamo mai avuto dubbi. Ma ora qualche dubbio ci stringe lo stomaco, perché avremmo voluto utilizzare questo blog per raccontare una favola: la nostra favola e quella di Vova. Man mano che il tempo passa, tuttavia, ci troviamo sempre più in difficoltà e quando la sera facciamo il bilancio della giornata e proviamo ad immaginare una traccia per il post quotidiano, ci chiediamo fino a che punto sia giusto parlare apertamente di quanto sta accadendo quassù. Abbiamo continuamente filtrato, meditato, bilanciato e abbiamo sempre cercato di mantenere un "profilo basso", specie dal 3 ottobre in poi. A volte ci siamo preoccupati più per gli abitanti del condominio che per noi stessi. Ma questa sera, più di ogni altra volta, non possiamo non essere del tutto sinceri. Quella di oggi è stata una giornata pesante, molto pesante. Sono sorti nuovi e inaspettati ostacoli che rendono l'udienza di domani ancor più incerta. Evitiamo, per ovvi motivi, di entrare nei dettagli, ma d'un tratto sembrano ricomparire nella vita di Vova presenze che sembravano ormai svanite. La situazione è precipitata negli ultimi giorni e cominciamo a registrare un pessimismo diffuso, anche in chi fino ad ora ha sempre dispensato tranquillità e sicurezza. Stiamo preparando Vova a qualsiasi evenienza, per quanto possibile. Stiamo ripassando minuziosamente il piano, specie nella sua parte più difficile: quella di un eventuale  distacco. Molti di voi ci hanno detto che questa rimarrà in ogni caso una bella pagina di vita sia per noi che per Vova e vogliamo credere che sia così. Anche se la giornata di oggi ci ha messo di fronte alla complessità della situazione, non abbiamo perso completamente la speranza, ci stiamo solo preparando a questo passaggio delicato e vorremmo essere certi che siate preparati anche voi.

domenica 16 ottobre 2011

Ah, l'amour!

Sapevamo che prima o poi sarebbe capitato, ma onestamente mai avremmo creduto che accadesse così presto. E dobbiamo ancora farci un'idea precisa in proposito. Sta di fatto che il nostro Vova si è innamorato... Lei si chiama Sofia, naturalmente è bionda, con gli occhi azzurri, e abita a Kovel. L'incontro che ha fatto accendere la scintilla è avvenuto oggi, alle giostre davanti al ristorante dove di solito pranziamo. Di solito noi entriamo prima per ordinare e gli concediamo 5 o 10 minuti di svago in attesa che arrivi il cibo, e così abbiamo fatto anche stavolta. Ci siamo subito accorti che c'era qualcosa di strano quando lo abbiamo visto rientrate tutto trafelato e balbettante. Ci ha raccontato di questa bambina... Ha voluto a tutti i costi tornare fuori e regalarle una delle due macchinine di lego (ovviamente la più grande e la più bella, partorita la mattina stessa dal genio creativo di Matteo, roba che neanche Giugiaro...): ottenuto il consenso, si è precipitato di nuovo fuori con il prezioso presente. Lo abbiamo osservato a lungo: prima sull'altalena (fra dolci chiacchiere in ucraino), poi a rincorrersi su e giù dallo scivolo, poi sulla rampa vicino alle scale a far gare con le automobiline. Lei, la principessina, ha accettato il regalo (e ci mancherebbe, due ore di lavoro stamattina!!!) e ha dato appuntamento a domani. Lui, il principe azzurro, occhioni dolci e sguardo nel vuoto, ha viaggiato a due spanne da terra per il resto della giornata.
Scherzi a parte due considerazioni serie. La prima: Vova ha un incredibile bisogno di socializzare e dopo oltre un mese e mezzo trascorso costantemente con due adulti (per quanto di indole infantile) non vede di l'ora di stare con altri bambini (dopo tutto la vita di istituto almeno questo glielo offriva). Secondo: ci avevano detto che i bambini adottivi, specie all'inizio, sono di una generosità disarmante, perchè regalare qualcosa a qualcuno è un modo per provare un'esperienza a loro poco nota, ovvero il farsi volere bene. Vova anche in questo ci ha sorpreso e commosso, cedendo senza batter ciglio la sua macchinina più bella (e sarebbe stata ceduta anche la seconda se non lo avessimo convinto noi a "non esagerare"). I bambini che in Italia lo attendono hanno adesso un motivo in più per abbracciarlo quanto prima...

sabato 15 ottobre 2011

Dentro, a cuccia.

Freddo pungente in quel di Kovel. Oggi è scesa pioggia ghiacciata dal cielo plumbeo e nei prossimi giorni le previsioni indicano addirittura la prima neve. Complici le condizioni atmosferiche, le nostre sortite in centro sono ormai ridotte all'indispensabile, giusto per il pranzo o per qualche spesuccia al supermarket. Il resto della giornata si trascorre in hotel, dove i caloriferi sono già accesi per diverse ore al giorno. Nel tepore del nostro bilocale siamo dunque costretti a intensificare l'attività didattica, ma con i tanti materiali giunti dall'Italia con Matteo le sessioni sono decisamente meno pesanti. Grande successo ha riscosso la "linea del 20", così come i libri di Biribò, mentre desta una certa preoccupazione l'overdose de "La carica dei 101", che ha scatenato in Vova i primi comportamenti da dipendenza ("oggi rinuncio a Dragon Ball, ma fatemi vedere la mia dose quotidiana di Pongo e Peggy"). Sul fronte giudiziario nessuna nuova, salvo constatare una maggiore intraprendenza dei nostri referenti locali, segno inequivocabile che c'è preoccupazione anche da parte loro per l'udienza di martedì. Per il momento ce ne stiamo qui buoni a cuccia al riparo dal freddo e da tutto il resto.

venerdì 14 ottobre 2011

Verso l'udienza di martedì

Cari condomini,
il post di oggi lo dedichiamo a qualche spiegazione tecnica su ciò che avverrà martedì prossimo, anche per chiarire a tutti lo stato d'ansia che traspare dagli ultimi post e, più in generale, dal 3 ottobre scorso. Per ovvi motivi non possiamo entrare nei dettagli della vicenda giudiziaria; d'altra parte sappiamo con quale trasporto e partecipazione ci state seguendo e molti di voi non hanno avuto modo di conoscere le reali problematiche che ci tengono ancora inchiodati a Kovel. La premessa è che siamo molto tesi, perchè un eventuale ulteriore rinvio dell'udienza sarebbe difficilissimo da sostenere. In questo momento non riusciamo a pensare ad altro e anche nei post non riusciamo a nascondere tutta la nostra preoccupazione.
Dopo lunghe ed estenuanti trattative stiamo perfezionando la strategia da tenere in aula: abbiamo fatto tutto il possibile per accontentare le nuove richieste del giudice, ma sappiamo che ancora potrebbe non bastare. Per tale motivo ci presenteremo con due avvocati, pur sapendo che questa nostra decisione (ovviamente concertata con i referenti locali e con l'ente in Italia) potrebbe indisporre ulteriormente l'uomo con la toga. L'intervento degli avvocati lo valuteremo sul momento, a seconda dell'andamento dell'udienza: l'importante è sapere che potrebbero entrare in causa in qualsiasi circostanza. Dovremo essere bravi a leggere la situazione in presa diretta, specie per capire le vere ragioni per cui è maturato tutto questo ostruzionismo nei nostri confronti (interpretazione rigida della legge, motivazioni pregiudizialmente ideologiche contro l'adozione internazionale, o cos'altro?). E poi, l'avrete capito, esiste la concreta possibilità che in aula Vova debba fare i conti con il suo passato, specie se dovessero materializzarsi presenze che avremmo voluto evitare.
E' probabile che in caso di un nuovo rinvio Vova debba rientrare in istituto; è una prospettiva a cui non vorremo pensare ma alla quale dobbiamo cominciare a prepararlo. Mancano ancora tre lunghissimi giorni e cercheremo di goderceli comunque resettando, per quanto possibile, i pensieri più tristi.

giovedì 13 ottobre 2011

Tato è tornato

L'agganciamento con la coincidenza aereo-treno è dunque avvenuto con gran puntualità. Ma l'agganciamento più importante, ovvero il ricongiungimento familiare, si è materializzato stamattina alle 8.55, quando Vova ancora dormiva. E' stato svegliato dalla confusione (rumori simili all'apertura delle valige) e quando ha riconosciuto la figura di Matteo ha esclamato "Tato??? Oh, da! TATOOOOOOOO!!!!" e gli è saltato letteralmente al collo. E' stato un momento di grande commozione per tutti, subito seguito dall'esaltazione per le tante cose nuove giunte dall'Italia: il tanto agognato regalo (infallibile scatola di Lego), ciabatte invernali, un pigiama tutto rosso, un bomberino da panozzo, guanti e sciarpa in pendant, e poi libretti vari, un peluches, le carte da uno, due chiavette con svariati giga di film e dvd per tutti i gusti. Per Vova si è trattato solamente di cose nuove da vedere, toccare o indossare; per Paola ciascuno di questi oggetti ha portato con se i volti e le parole dei tanti amici e parenti che hanno contribuito al prezioso rifornimento. La giornata è poi proseguita con un'altra, breve, separazione. Paola e Vova hanno continuato la loro routine quotidiana, mentre Matteo è andato in spedizione con l'interprete Maria a far documenti in vista dell'udienza del 18. Purtroppo i risultati e soprattutto gli incontri di quest'oggi non ci danno la tranquillità che speravamo, per cui si continua a navigare a vista e ci si deve preparare a tutte le eventualità, anche le più difficili. Ma per ora siamo di nuovo in tre e questo è quello che conta...

Tato? Da!!!

mercoledì 12 ottobre 2011

Agganciamento!

Per tutti quelli che sono in attesa di notizie sul rocambolesco viaggio di Matteo … la notizia c’è: aereo in orario – fuga in stazione per prendere il treno – agganciamento riuscito. Adesso è già sul treno Kovel-Kiev e domani mattina sarà qui al nostro risveglio. Sembra che le cose comincino a girare bene, e sarebbe proprio il momento giusto visto che domani arriva, su pressante richiesta, anche la nostra referente con la quale cercheremo di fare il possibile e l’impossibile per arrivare preparati all’udienza di martedì. Anche se siamo pronti a resistere ancora, speriamo davvero che l’appuntamento del 18 sia quello decisivo. Inutile provare a ringraziarvi per come ci avete sostenuto in questo primo tentativo di staffetta: l’inviato in Italia sembra rinato e i due di Kovel non si sono sentiti soli neanche per un minuto. Che squadron!

martedì 11 ottobre 2011

Ritorno a Kovel

Questo post lo scrive il membro della squadra in missione in Italia. Ed è un post per ringraziare tutti per il bagno d'affetto di questi giorni. Avevo il compito di fare il pieno di energia, per me e per il resto della squadra. Credo di esserci riuscito (merito del condominio, anche di quelli che non ho potuto incontrare ma che mi hanno chiamato) e ora non rimane che affrontare il lungo viaggio per Kovel. Vova mi chiama papà già da diverso tempo, ma sentirmelo dire al telefono o su Skype, con migliaia di chilometri di mezzo, è un'altra cosa. Ho provato un sentimento nuovo, che è simile alla nostalgia, ma che in realtà è altra cosa, che forse appartiene solo ai genitori. E io, genitore, non lo ero mai stato...
Oggi ho salutato parecchie persone e non è stato facile, ma al tempo stesso non vedo l'ora di riabbracciare il cucciolo di cosacco e Paola, che è stata semplicemente fantastica durante questi cinque giorni. Anzi no: fantastica lo è da sempre.

lunedì 10 ottobre 2011

Rapido aggiornamento


Oggi aggiornamento rapido. La squadra di Kovel continua a contare: oggi tve, domani due. Cerca di difendersi dal freddo con qualche coccola supplementare (oddio … considerando che tra i due ci sono solo una decina di chili e 20 cm di differenza, è difficile dire chi fa le coccole e chi se le prende) e procede con ritmo da catena di montaggio con l’assemblaggio dei lego. L’inviato in Italia sta accumulando energia e materiale utile a proseguire la maratona.  A questo proposito va detto che ieri ci è sfuggito il nostro secondo mesiversario: siamo in Ucraina da 2 mesi … 

domenica 9 ottobre 2011

Altro che virtuale...

La notizia è questa: il nostro condominio non è virtuale. Il rientro in Italia di Matteo ha scatenato un'ondata di affetto più che reale che lo ha praticamente travolto; il suo viaggio si è trasformato in una specie di visita pastorale con tappe obbligate e fedeli che si presentano sul luogo dove è stato annunciato il suo passaggio. Morale della favola: il post tocca anche stasera alla squadra in trasferta. Qui si stringono i denti e anche un pò si battono per il freddo, si contano i giorni e si cerca di far passare il tempo: per la serie "non siamo mica qui a smacchiare i giaguari" vi proponiamo un paio di prodotti delle intense giornate dedicate al lavoro manuale. L'ondata di affetto comunque è arrivata fino a qui, e ci voleva proprio in questi giorni freddi d'attesa.

Non siamo mica qui ...

sabato 8 ottobre 2011

La staffetta funziona!

Funziona perchè: la logistica del viaggio si può affrontare (specialmente se la capotreno è simpatica ...) e basta vedere i primi volti amici e ricevere i primi abbracci per dare senso a tutte le ore passate tra treni, aerei stazioni e aeroporti. Anche stasera vi scrive la squadra di Kovel, perchè Matteo non riesce ancora a riemergere dal bagno di affetto degli amici e a mettersi al computer; qui si affronta a testa alta il maltempo che ci costringe a stare nella nostra tana per quasi tutto il giorno. Allentata la morsa di lettere e numeri, oggi giornata dedicata al bricolage. Unica eccezione un tentativo di memorizzare durante le lunghe passeggiate tra l'albergo e i vari ristoranti, tre numeri particolarmente ostici: qvattordici, qvindici e sedici . La nostalgia per il "Tato" ogni tanto si fa sentire è ha prodotto un risultato didattico non programmato: "oggi cinqve giorni, domani quattro, dopodomani tre, dopo dopo domani 2 ...". Principio di sottrazione?!
Nota di colore: Matteo stamattina è stato avvicinato in aeroporto da una signora italiana: "Ma tu sei Matteo di Paola e Matteo? Quello di Diario di Viaggio?". Due nuovi amici che stanno vivendo la nostra stessa avventura e che ci hanno trovato per caso sul Web: potere del Blog.

venerdì 7 ottobre 2011

5 giorni ...

La squadra si divide ma la battaglia continua… Quindi come se niente fosse, proviamo a scrivere questo post anche se non a quattro mani. Del resto l’evento di oggi va registrato: il saluto a Matteo non è stato così indolore come si poteva immaginare dopo la tiepida reazione di ieri all’annuncio. Oggi il piccolo si è svegliato con un pensiero in testa che è diventata una cantilena che ci ha accompagnato per tutto il giorno. “Tato via …?”(con faccetta triste)-“…5 giorni” (con accenno di sorriso e mano aperta ad indicare l'esiguo numero di giorni). Come se non bastasse gli elementi della natura si sono scatenati con il cielo più nero che ci sia mai capitato di vedere in Ucraina. Ma si fa presto a trasformare un evento funesto in un’opportunità: ordinazione al ristorante e cena a lume di candela in camera per due a base di omelette, pane nero e the caldo. Anche le notizie dal treno Kovel-Kiev sono buone: capo treno simpatica, compagno di scompartimento discreto, ottime prospettive per la cena a base di Tuc e Oreo.  Se nell’entropia creatasi durante la preparazione dei bagagli non fosse spartito il cavetto della macchina fotografica… potremo caricare un’immagine della partenza dove risulta evidente chi era il più emozionato dei tre. Si accettano scommesse.

giovedì 6 ottobre 2011

La squadra si divide

Ultimo post a quattro mani... Da domani, infatti, la squadra si divide e al timone rimarrà solo Paola. Il viaggio di Matteo inizierà domani pomeriggio alle 18.20: prima in treno verso Kiev (12 ore), poi 4 ore da passare fra stazione e aeroporto e infine 2 ore e 30 minuti di volo verso Venezia. Un bel giretto, non c'è che dire. Oggi abbiamo provato a spiegare ciò che accadrà a Vova: temevamo una reazione negativa (in fin dei conti il papà è il suo compagno di giochi) e invece il ragazzo ha incassato bene (forse anche perchè gli è stato promesso un bel regalo dall'Italia al ritorno). Anzi, ha colto l'opportunità per fare subito ciò che tutti i padri temono: conquistarsi il posto più ambito, quello nel lettone al fianco della mamma. E non tanto per affetto nei confronti di Paola, quanto perché il posto di Matteo è quello che "comanda" le luci della stanza e che stabilisce il momento della nanna. Ora il potere è nelle sue mani.

mercoledì 5 ottobre 2011

Partire per ripartire

Avevamo detto che ci saremo presi la libertà di non dover aggiornare necessariamente il blog. E questa è una serata in cui la voglia di scrivere non è molta, anche perché non c’è molto da scrivere. Ma per certi aspetti anche il blog sta diventando un modo per restare aggrappati a questa adozione e saltare un giorno sarebbe un po’ come lasciarsi andare o abbassare la guardia. Ammettiamo che dall’udienza in poi stiamo vivendo i nostri giorni più difficili in Ucraina, ma si deve andare avanti senza esitazioni. In molti fra voi vorrebbero qualche dettaglio in più sulle ragioni dell’ulteriore rinvio, anche perché abbiamo iniziato a dubitare dell’esito positivo di questa vicenda. Ci consentirete di sorvolare su questi dettagli: diciamo solo che i rilievi che sono stati fatti dal giudice in udienza non sono stavolta di facile risoluzione, perché dipendono non soltanto da noi o dai nostri referenti ma anche da altre persone che potrebbero però essere irreperibili. Intanto ci prepariamo alla partenza di venerdì prossimo di Matteo. A Vova dobbiamo ancora spiegare tutto, ragion per cui la mattinata di scuola di oggi è stata dedicata alle faccine con i sentimenti: felice, triste, pianto, arrabbiato. Ci pare che le abbia capite bene e nei prossimi giorni gli torneranno senz’altro utili per provare ad esprimere il suo stato d’animo. 

martedì 4 ottobre 2011

Una decisione difficile

Gli eventi di ieri hanno lasciato un segno, è inevitabile. Abbiamo capito che qui nulla va dato per scontato, nonostante le continue rassicurazioni ed esortazioni all’ottimismo dei nostri referenti locali. Ma soprattutto abbiamo capito quanto sia forte il legame fra Vova e noi, e la prospettiva di riportarlo in istituto, per quando svanita in poche ore, è bastata a farci vivere uno dei momenti più struggenti delle nostre vite.
Oggi è il giorno della riflessione; smaltite delusione, paura, rabbia e scoramento siamo ora chiamati alla massima razionalità e a ripartire. Quanto accaduto in udienza, con un ulteriore rinvio, inizia ad avere anche implicazioni logistiche perché significa un altro mese di Ucraina, come minimo (ammesso e non concesso che il 18 ottobre sia la volta buona, ma quanto vissuto ieri non fa presagire nulla di buono). Siamo qui dal 9 agosto e l’ipotesi di rientrare a metà novembre, se non oltre, ha ora effetti anche su altro: abbiamo pur sempre una casa, un lavoro, impegni più o meno importanti, scadenze, affetti. Tutte cose alle quali non stiamo più pensando da ormai due mesi, ma quanto potrà andare avanti questa storia? E se ci aspettasse una lunga battaglia legale? Fino a quando potremo rimanere a Kovel in balìa di eventi che sembrano non aver più niente a che fare né con la razionalità, né con uno stato di diritto, né, forse, con l’umanità? E poi, aspetto apparentemente banale, siamo partiti dall’Italia con un bagaglio quasi esclusivamente estivo, pensato per rimanere qui al massimo fino alla fine di settembre. Ora è già sicuro che arriveremo almeno a novembre inoltrato. Che fare dunque?  Oggi le domande che di poniamo sono queste. Non abbiamo dubbi sul fatto che se Vova non ci fosse stato affidato ora saremmo già di ritorno in Italia, a far decantare. Ma Vova è con noi da più di un mese, ci chiama mamma e papà ed è convinto che un giorno di questi andremo a prendere un “samalot”, un aereo. Vova è la nostra forza, ora, ma paradossalmente anche il vincolo che ci obbliga a rimanere, anche oltre i nostri limiti di sopportazione. Ci siamo interrogati a lungo, per una intera notte insonne e per tutta la mattinata di oggi. Poi abbiamo preso una decisione, sofferta, forse la più sofferta presa finora, anche perché sa un po’ di resa. Ma per certi aspetti una scelta quasi inevitabile. Al punto in cui siamo non è materialmente possibile allungare la permanenza in Ucraina, ma abbiamo Vova con noi… dunque sarà staffetta. Siamo costretti a separarci, anche se per pochi giorni e con la promessa reciproca che un viaggio in Italia per sistemare le nostre faccende e riabbracciare i nostri cari lo faremo sicuramente entrambi. Questa decisione a qualcuno potrà sembrare discutibile… ma è presa. Il primo biglietto è già prenotato: Matteo sabato rientra, fino a mercoledì 12. Poi attenderemo gli esiti della seconda udienza (il 18 ottobre) e subito dopo sarà la volta di Paola. Il nostro testimone è Vova.

lunedì 3 ottobre 2011

Complicazioni ...

Non abbiamo buone notizie. Il giudice ha rinviato la sentenza di 15 giorni a causa di alcune complicazioni giuridiche. Come se non bastasse, sembrava che il direttore non potesse prolungare il periodo di affido di Vova; abbiamo dovuto provare  a spiegargli che forse dovevamo tornare in Italia per un pò e poi saremo tornati a prenderlo: la sua reazione ci ha spiazzato ... un "Niet!" soffocato tra le lacrime che ci ha spaccato in due. Alla fine il direttore ha lasciato decidere a noi ... e adesso siamo qui con lui che cerchiamo di capire come faremo a stare lontani da casa un altro mese. Speriamo di aver preso la decisione giusta e di non continuare ad illuderlo sul fatto che siamo una famiglia. La prossima udienza è fissata per il 18 ottobre ma nessuno può dirci ora se sarà quella definitiva e alla luce dei fatti odierni non è nemmeno scontato che la sentenza sia positiva.
Non preoccupatevi di commentare. Sappiamo che ci siete, anche se non ci sono molte parole da dire. Anche noi, nei prossimi giorni, potremmo non avere voglia di scrivere...

domenica 2 ottobre 2011

Auguri a tutti i nonni

Oggi è il 2 ottobre e il calendario celebra la "festa dei nonni". Non c'era mai capitato di fare caso a questa ricorrenza, ma ora che ci apprestiamo a diventare genitori non possiamo fare a meno di pensare agli angeli custodi speciali che veglieranno su Vova. La mattina di oggi è stata dedicata a questa particolare celebrazione e attraverso le foto al computer abbiamo fatto le presentazioni ufficiali. Nonna Clara è la mamma di Paola ed è bravissima a fare da mangiare tante cose buone. Nonno Pasqualino è il papà di Paola e con lui si potranno fare un sacco di passeggiate per Sacile per comprare dei gelati. Nonno Piero è il papà di Matteo ed è un grande nuotatore: con lui ci sarà senz'altro occasione di andare a sguazzare in piscina. Nonna Vica è la mamma di Matteo, e da lei si può ricevere tanto amore. Ecco: ogni nonno ha le sue belle caratteristiche. Non c'è festa autentica senza un regalo, e quello di Vova per i suoi nonni non poteva che essere un disegno che rappresenta - a modo suo - i quattro angeli custodi che lo aspettano in Italia. Auguri anche da parte nostra a questi e a tutti i nonni del mondo.
Facciamo passare così, quasi in sordina, questa vigilia, pensando ai nostri angeli con la certezza che domani li avremo tutti con noi.

Auguri a tutti i nonni

sabato 1 ottobre 2011

Il volante giallo che diventò arancione

Nonno Piero, Lella e Alfonso ricorderanno certamente il "voltante giallo". A causa di un imprevisto incidente automobilistico nel garage di casa, il trattore a pedali del piccolo Matteo finì tragicamente sotto  le ruote della 124 Special color "caghetta" di Nonno Piero. Di quel trattore non rimase che il volante, un piccolo volante giallo, e nonostante la tragedia Matteo continuò imperterrito a giocare macinando chilometri per tutta la casa, il cortile e a volte il quartiere con quel volante in mano. Senza fermarsi un attimo. Lella, evidentemente già allora propensa al sostegno, cominciò ad esprimere i suoi dubbi: "Ragazzi, ma non è che ha subito un trauma?". Molto più pragmatico - e terrone - nonno Piero: "ie lu fazz passà io lu trauma a chidd...". Che si trattasse di semplice gioco o contraccolpo psicologico ha ora poca importanza. Ciò che conta è che a trent'anni di distanza la storia si ripete tale e quale, con il giovane Vova che dopo un incidente aereo al suo elicottero (regalatogli 3 minuti prima...), invece di scomporsi o di manifestare il ben che minimo dispiacere, ha pensato bene di smontare l'elica dal mezzo e di trasformarla, per l'appunto, in un volante... stavolta arancione. Dal momento dell'incidente ci segue (o di precede, a seconda del traffico) per tutta Kovel con un perenne "Brrrrrrrrrrrrrrr" che simula addiruttura i cambi di marcia (ne abbiamo contati 6). Alla mamma, che lo guarda un po' perplessa, è subito giunta la rassicurazione dell'esperto papà: "Tranquilla, io dopo sette anni ho smesso". In questa romantica storia di corsi e ricorsi si segnala però una differenza sostanziale. Matteo, da piccolo, si limitava a guidare con il volante giallo la sua macchina immaginaria. Vova è riuscito ad andare oltre con la fantasia, e ogni tanto arresta il suo mezzo per insultare con ampi gesti qualche inesistente automobilista della domenica. Almeno in questo deve aver preso dalla mamma.

Il volante arancione