mercoledì 31 agosto 2011

Riposo forzato

Dalla locanda del viandante di Lyuboml’ oggi non trapelano grandi novità. Calma piatta, dopo la decisione assunta ieri di cambiare strategia. Un manipolo di pedagogisti composto dal nostro referente Giorgio, dall’interprete Maria, dalla capa delle ispettrici e dal direttore dell’istituto ha suggerito di marcare visita a Golodny, giusto per verificare eventuali afflati di nostalgia da parte di V.. Noi, a malincuore, abbiamo accettato il cambiamento di programma, se non altro perché sulle modalità locali di “accerchiamento” non siamo ancora del tutto esperti. Morale: Maria è tornata a Kiev e noi siamo rimasti a Lyuboml’ l’intera giornata e tutto sommato questa pausa, dopo gli sbalzi emotivi degli ultimi giorni, non ci ha fatto male. Mattinata di grande relax, con sveglia comoda. Abbiamo finalmente approfittato di uno dei numerosi “services on demand” della locanda (la siora che ci ha fatto il bucato e l’ha steso nel cortile), abbiamo esplorato meglio il paesotto (scoprendo che non è poi così male) e infine abbiamo aggiornato la nostra corrispondenza. Pomeriggio altrettanto tranquillo, con letture, computer, il tanto agognato appuntamento con Studio Sport.
Il programma di domani è ancora da definire. Secondo la strategia di cui sopra dovremmo rimanere ancora alla larga da Golodny, dove è in programma una festa di inizio anno scolastico e la capa delle ispettrici, assieme al direttore, potrà rendersi conto di persona dei progressi di V. nei nostri confronti. Noi stiamo cercando di mediare, perché sparire per due giorni in una fase così delicata non ci sembra il massimo. Staremo a vedere e, ovviamente, vi faremo sapere. 

Albergo con servizio a 5 stelle

martedì 30 agosto 2011

Il gioco si fa duro. Ma abbiamo dei nuovi fans...

Cari inquilini del nostro condominio interiore, è difficile scrivere questo post .
Continuiamo ad essere sballottati da un’emozione all’altra, senza nemmeno avere mai il tempo per decantare. Oggi siamo stati all’istituto due volte, mattina e pomeriggio, e le cose sono andate molto diversamente. La mattina ci siamo trovati sulla strada la stessa ispettrice a cui V. aveva già detto no e non avevamo capito che prima o poi sarebbe ricomparsa per porre nuovamente la fatidica domanda. Lui, appena l’ha vista, ha cominciato a dare di matto, mostrandoci una parte del suo carattere che non avevamo ancora visto e che ci ha spaventato. Siamo tornati a casa con la coda fra le gambe, convinti, con molto dispiacere, di essere giunti al capolinea di questa storia. Le maestre che scuotevano la testa in istituto (“non lascerà mai questo posto”….) non hanno certo giovato. Abbiamo passato due ore piuttosto dure, cercando di capire cosa fosse giusto fare, per noi e per lui. Alla fine ci siamo convinti che un altro tentativo fosse doveroso: V. è convinto che la vita in istituto sia tutto sommato decente, ma non sa, non può sapere quanto sia diversa la vita in famiglia, con una mamma e un papà e un condominio intero (sia pure virtuale) di gente pronta ad accoglierlo e aiutarlo. Questa cosa vorremmo tanto fargliela capire, ma non è facile, perché c’è il terrore nei suoi occhi e non riuscire a parlare la sua lingua è un ostacolo di non poco conto. Ad ogni modo, sia pure con il morale a pezzi, non abbiamo gettato la spugna e nel pomeriggio, come detto, ci siamo fatti riaccompagnare a Golodny. La sua accoglienza è stata in stile con gli atteggiamenti del mattino, poi un intervento pedagogicamente mostruoso della nostra interprete (“ditegli che siamo venuti qui per Bogdan, non per lui”) ha scatenato un attacco di gelosia imprevisto. Da quel momento ha iniziato a seguirci, a stare con noi e ad accettare le nostre proposte di gioco (oggi abbiamo provato con album e pennarelli). Le cose sono andate decisamente meglio e la giornata si è conclusa con una scena commovente, che rimarrà un’immagine indelebile nei nostri cuori per sempre, a prescindere dall’esito dell’adozione: mentre stavamo tornando alla macchina, lungo il vialetto dell’istituto, siamo stati rincorsi da tre o quattro bambini un po’ più grandi di V. che urlanti e festanti ci hanno gridato: “fermi, ha detto si, ha detto si!!! Vuole venire con voi!!!”. Loro, che la situazione l’hanno capita meglio di tutti e che darebbero chissà cosa per trovarsi al suo posto, l’avevano preso in disparte e hanno provato a convincerlo che noi siamo dei genitori con cui vale la pena andare. La solidarietà fra questi bambini è straordinaria e la sensibilità che hanno sviluppato, nonostante le circostanze, è un miracolo di umanità che non sappiamo spiegare: ma averlo vissuto di persona è un privilegio che ci fa sentire già molto diversi da ciò che eravamo solo stamattina. 

lunedì 29 agosto 2011

Altra tappa del viaggio

Il post di oggi lo “dedichiamo” a Viktor, il nostro autista, che ha ufficialmente concluso, con pieno merito, il suo servizio. Ci mancherà un sacco vederlo accendere la BMW nera del ’94 con i cavi sotto il volante; ci mancheranno le sue soste a bordo strada a sistemare il radiatore a colpi di piede di porco; ci mancheranno, soprattutto, i suoi commoventi tentativi di insegnarci qualche parola di ucraino spiegandone il significato in… strettissimo ucraino. Ebbene si: Viktor è uno dei tanti personaggi che abbiamo incontrato, che esce di scena (almeno momentaneamente) e che in ogni caso faranno parte dei nostri ricordi quando racconteremo di questa straordinaria avventura. Non ci dimenticheremo facilmente di lui, se non altro per l’incredibile somiglianza con Amedeo (si si, Francy! Assomiglia tantissimo al tuo Ame!!!).
Viktor non ci sarà più perché da oggi ci siamo trasferiti a Lyuboml’, che diventerà il nostro avamposto per almeno un paio di settimane. Lasciata Kovel – che già ci sembrava piuttosto piccola – siamo giunti in un luogo apparentemente ancor più sperduto: in ogni caso l’unico in grado di fornirci ospitalità nei pressi di Golodny (oggi abbiamo scoperto che non si scrive esattamente così, ma ormai ci capiamo). Diciamo “apparentemente sperduto” perché in realtà Lyuboml’ è l’ultima cittadina prima del confine con la Polonia (che dista 5 km da qui) è dunque è un luogo di passaggio obbligato per chi deve varcare i confini dell’Ucraina. Per tale ragione sulla statale c’è un unico albergo, tipo locanda del viandante, recentemente ristrutturato e molto confortevole: ristorantino al piano terra, minimarket, bancomat e bar. Al piano superiore le camere, ben tenute, pulite e, udite udite, munite di TV satellitare. Insomma, siamo cascati proprio bene e l’opportunità di rivedere i canali italiani (ovviamente Mediaset, mica la Rai) è fattore di non poco conto per il morale nelle nostre serate. Altro elemento positivo: abbiamo trovato una lavatrice nel piano della nostra camera! Chi l’avrebbe detto che un giorno saremmo riusciti a gioire per vedere Emilio Fede o per fare un bucato?
Visto il tempo impiegato per il trasloco oggi non abbiamo potuto passare più di mezz’ora all’istituto. I miglioramenti ci sono, anche se molto, molto lievi. Continuiamo a vivere alla giornata, come del resto ci eravamo ripromessi di fare. Ora che ci siamo trasferiti, cercheremo di prenderci l’intera settimana per fare un primo ma determinante bilancio. 

domenica 28 agosto 2011

Luci e ombre

Giornata interlocutoria a Golodny City. Siamo arrivati all'istituto poco prima di mezzogiorno, accompagnati solo dall'autista Viktor perché l'interprete Marja, come detto, è tornata a Kiev per il week end. Con il bimbo non ci vedevamo da venerdì e sarà stato l'aver saltato un giro, ma quando ci ha visto in lontananza ha immediatamente resettato i progressi fatti fin qui e si è rifiutato di vederci. L'intervento delle maestre che tentavano di convincerlo ci è sembrato eccessivamente violento. Paola, a quel punto, le ha pregate di lasciarlo stare e lui si è nascosto dietro le quinte del piccolo teatrino all'aperto, nel giardino dell'istituto, ancora in lacrime. Abbiamo fatto passare qualche minuto, per allentare la tensione. Poi Matteo ha estratto dallo zainetto un paio di racchettine in plastica con il volano, comprate qualche giorno fa a Kovel. Ne ha appoggiata una sul palco del teatrino e con l'altra ha iniziato a giocare da solo, facendo palleggi con il volano. Non ci è voluto molto, e da dietro le quinte sono rispuntati gli occhietti che conoscevamo. Ha impugnato la sua racchetta e finalmente si è lasciato andare. Da quel momento è stato incontenibile: tennis, calcio, poi ancora tennis, poi di nuovo calcio. Per un'ora e mezza filata, sul palcoscenico del Bolshoj di Golodny è andata in scena un'interminabile sfida fra un bambino e un deficiente patentato. Unica spettatrice: Paola. Il secondo tempo dell’incontro è stato dedicato ad una sessione di lego piuttosto impegnativa gestita da Paola intanto che Matteo riprendeva fiato. Ottima prova di pazienza e concentrazione da parte di entrambi. Il momento dei saluti, come al solito, non ha registrato sussulti particolari, ma anche per oggi ci diciamo che va bene così, specie per come era iniziata…
Il rientro in albergo (The Stamberg Hotel) è ormai l’abituale momento dei pensieri, dei dubbi e delle domande, a volte a voce alta, a volte no. Per quello che abbiamo visto, l’istituto di Golodny ospita bambini piuttosto problematici: perché allora lui, che non ha diagnosi esplicite, è rinchiuso li? Come avrà potuto crescere in un ambiente così deprivato? Altra considerazione, che ci fa salire la rabbia: perché questi bambini, al di là dei loro problemi, sono tenuti così male? Nonostante le belle parole del direttore, abbiamo dovuto constatare, nostro malgrado, condizioni di sporcizia e trascuratezza inaudite. Non ci sembra giusto...

Noi, luci e ombre

sabato 27 agosto 2011

Stand by

Dopo i progressi di ieri, la giornata di oggi, che avrebbe dovuto ulteriormente consolidare il nostro rapporto con "lui", è andata completamente sprecata. Non siamo riusciti a vederci nemmeno un minuto e siamo rimasti a Kovel da mattina a sera senza poter far nulla. Anche l'interprete, Maria, se n'è tornata a Kiev e ci riprenderà in consegna solo lunedì mattina. Le ragioni del mancato appuntamento di oggi sono piuttosto "strane": prima è spuntato un nuovo documento da andare a ritirare nella città natale del bambino, per cui Maria si è fatta 200 km con la nostra auto per andare a ritirarlo. Poi pare che il direttore Alexander Petrovic (quello che ci sembrava simpatico) abbia preferito negarci la visita perché i bambini tornavano oggi all'istituto dalla colonia e la loro giornata era dunque già piuttosto piena. Morale: noi fermi al palo, a fare vasche lungo il minuscolo viale di Kovel, sotto un sole che inviterebbe al parco e all'altalena, magari con un bambino per mano. Il rischio di darci all'alcol, visto il prezzo spudoratamente basso della "pivo", della birra, è altissimo. Per non cedere alla tentazione sfoghiamo la nostra delusione sulla tastiera del computer e proviamo a caricare oggi i filmati dell'assurda mattinata di ieri. Aggiorniamo anche lo slideshow con nuove immagini di Golodny. Tanto, anche con un collegamento di un byte al minuto, il tempo non ci manca. Alè, avanti così.


venerdì 26 agosto 2011

Addomesticamento lento

Forse, quello che è appena trascorso, è stato il giorno più incredibile e faticoso dall’inizio del viaggio. Il programma prevedeva partenza di buon mattino da Kovel alla volta di Golotny, la frazione di Lyubomil’ dove si trova l’istituto. Là ci saremmo dovuti incontrare con il medico locale per andare a prendere il bambino in colonia e fare assieme a lui un nuovo checkup sanitario. Prima sorpresa: al nostro arrivo a Golotny i medici che si presentano sono due; ora, considerando che a loro non si può rinunciare, che all’autista non si può rinunciare e che alla nostra referente e interprete non si può rinunciare (perché è l’unica che conosce esattamente la documentazione da produrre), e tenendo conto che la macchina ha cinque posti… a terra ci siamo rimasti noi. Oltre il danno la beffa: non solo abbiamo perso l’ennesima occasione per trascorrere una mattinata col piccolo (anche se di visite mediche), ma siamo stati letteralmente abbandonati nel luogo più sperduto dell’intera Ucraina. Golotny, come documenteranno le immagini, è davvero un villaggio di pochissime case, in piena campagna, con un paio di strade asfaltate. Durante la nostra lunghissima attesa (durata la bellezza di 4 ore…) abbiamo visto passare 4 macchine e 7 calessi con cavallo. Fin qui la parte pesante della giornata. Verso l’una Maria, l’autista Viktor, i due medici e il bambino hanno fatto ritorno all’istituto e una volta congedati i medici – che evidentemente non vedevano l’ora di tornarsene a casa – abbiamo potuto riaccompagnare noi soli il cucciolo alla colonia. Ovviamente non prima di fare un passaggio a Lyuboml’, alla ricerca di una bettola dove far rifocillare il piccolo affamato. E’ stata un’occasione splendida per osservarlo finalmente fuori dalla situazione abituale: con noi a tavola si è leggermente sciolto, facendo disegni con Paola e continuando a studiare i nostri IPod, divenuti ormai i suoi giochi preferiti. Si è mangiato mezza pizza senza troppa difficoltà (sì, abbiamo trovato la pizza!), si è stracannato un paio di bicchieri di succo di frutta e si è fatto capire molto bene nel momento del bisogno. Poi, per tornare alla macchina, gli abbiamo preso la mano e lui non ha opposto resistenza. In piena trans agonistica, visto il procedere positivo dell’ammaestramento, Maria ha piazzato una visita di sorpresa alla direttrice circondariale (la capa dell’ispettrice di ieri), la quale ha constato i progressi e ha chiesto nuovamente al fanciullo quali fossero le sue intenzioni. Il “si, vado con loro” secondo noi gli è stato estorto troppo presto e troppo in fretta. Ma siccome pare che conti solo per la burocrazia ucraina, la notizia di oggi è che il tanto agognato SI è già arrivato, per cui Maria ha avuto mandato dalla direttrice per procedere con le carte. Noi conteniamo molto l’entusiasmo, perché continuiamo a ritenere assurda l’intera procedura e siamo convinti che il bimbo sia ancora tremendamente confuso. Registriamo tuttavia importanti progressi nella relazione con noi, anche dal punto di vista fisico. In auto, sulla strada del ritorno, si è addormentato fra le braccia di Paola. Ai saluti finali, in colonia, Matteo ha osato il bacio: pare che non gli abbia fatto schifo. A domani, piccolo amico.

Abbandonati nel nulla e assaliti dalle belve feroci

giovedì 25 agosto 2011

Alexander Petrovic

Tranquilli, non è il nome del bambino. Su quello, ci comprenderete, manteniamo ancora il riserbo, almeno per qualche giorno. Alexander Petrovic è il nuovo personaggio di oggi, il direttore dell’istituto in cui “lui” si trova da circa un anno. Sapevamo dell’importanza dell’incontro di oggi e sappiamo quale ruolo strategico giochi questo signore nell’intera vicenda. Ma andiamo con ordine. L’istituto, che avevamo intravisto nei giorni scorsi solo dall’esterno, ci si presenta pulito, ordinato, immerso nel verde, tenuto piuttosto bene. Ovviamente è deserto perché, come detto, tutti i bambini in questo momento si trovano nelle colonie o campeggi estivi. Alexander Petrovic ci riceve nel suo ufficio elegante: nemmeno al DAP avevamo visto un mobilio così moderno. Con noi, naturalmente, l’inseparabile interprete Maria e l’Ispettrice comunale, Natasha, altra figura di rilievo, perché senza il suo assenso non potremo andare da nessuna parte. Il direttore si presenta con modi garbati e gentili: chiede di noi, delle nostre vite, cosa facciamo, dove viviamo. Ci offre caffè e the con biscotti in eleganti tazze in porcellana. Poi, fascicolo alla mano, ci racconta un po’ del fanciullo; nulla di particolarmente nuovo di quanto sapessimo già, ma sentire le notizie da lui ci convince molto di più: dopo tutto è l’unica persona in grado di fornirci una versione per esperienza diretta. Ci pare molto ben disposto nei nostri confronti e anche se non è mai opportuno sbilanciarsi dopo un solo appuntamento, abbiamo la sensazione che sia dalla nostra parte. Nei giorni prossimi vedremo…
Dopo il cordiale incontro, nel pomeriggio, ci siamo spostati in colonia, a trovare il bimbo. Gli avevamo promesso che saremmo tornati con una macchinina e lui stavolta sembrava attenderci con una certa impazienza. Ed in effetti l’impatto è stato ottimo, certamente il migliore di questi primi tre giorni. Non solo non è fuggito, ma si è presentato all’appuntamento piuttosto sorridente, ansioso di vedere il bolide. Il regalo gli è piaciuto, almeno così ci è parso, ma dopo soli 10 minuti si è dileguato per andare a far vedere il suo nuovo gioco agli altri bambini. Da noi non è più tornato e abbiamo dovuto raggiungerlo noi per passare ancora qualche minuto assieme. Mentre Matteo metteva in scena l’ennesimo show di magia per il folto pubblico, l’ispettrice ha tentato un primo approccio “istituzionale”, chiedendo formalmente al piccolo se desiderasse di essere adottato. La cosa a noi è sembrata tremendamente forzata, e infatti il giovane si è categoricamente rifiutato, ma pare che sia la prassi e che l’Ispettrice Natasha possa procedere solo dopo un assenso esplicito del bambino. Per quanto tremenda possa sembrare questa procedura, dobbiamo prepararci ad assistere ad altre forzature di questo tipo. Per noi continua ad essere normalissima questa sua resistenza: andiamo per la nostra strada, senza preoccuparci troppo dell’ispettrice, convinti che si vada avanti un passo per volta, senza fretta. E’ già molto che oggi non sia scappato e ci abbia salutato comunque con calore quando siamo andati via, rinnovandoci l’appuntamento per domani. Noi ci saremo.   

mercoledì 24 agosto 2011

"Muzyka?"

Le lunghe e oziose giornate di Kiev sembrano ormai un ricordo lontano. Eppure sono passati solo due giorni dal nostro arrivo a Kovel. Ma è già successo di tutto…
L’incontro di ieri avrebbe dovuto essere rivelatore, e in parte lo è stato. Con il bambino (preferiamo chiamarlo ancora così, ci capirete…) ci eravamo lasciati con un appuntamento preciso: ci saremmo dovuti rivedere oggi, noi e lui. E invece, appena arrivati alla colonia, come ci ha visto è letteralmente fuggito, andandosi a nascondere dietro una baracca lontana 200 metri. Noi ci siamo guardati, temendo che fosse già tutto finito e che si stesse ripetendo con noi quanto accaduto qualche mese fa all’altra coppia italiana. Una delle educatrici della colonia ha però tentato di avvicinarlo con molta fatica, e con pazienza infinita (e una buona dose di affetto) è miracolosamente riuscita convincerlo che nessuno l’avrebbe portato via da là. Abbiamo fatto due passi, nel silenzio più totale. Poi Paola ha tirato fuori le bolle, e gli sono piaciute (ma ancora senza proferire parola). Poi un nuovo pallone, poi quello di ieri e poi, magia delle magie, l’IPod con le foto di Matteo portiere. Colpo di scena: con l’IPod in mano è uscita la prima parola: “Muzyka?”. Una delle poche parole che si dicono uguali!!!!! Vuoi la musica? – abbiamo pensato noi – Ma abbiamo giga e giga di musica!!!!! Si è seduto sull’erba, vicino a Paola e si è sparato tre episodi di Little Einstein cominciando a sorridere. Poi Matteo ha tirato fuori la macchina fotografica digitale, e quando lui ha capito che poteva scattare le foto e rivederle subito è stata l’apoteosi. Ci ha fatto un servizio fotografico completo, cercando di capire ogni volta se le foto che aveva fatto fossero di nostro gradimento. Il tempo intanto è trascorso, e fra una caramella e un disegno sulla lavagnetta magnetica siamo rimasti noi tre soli, senza nemmeno l’interprete, per oltre un’ora. E siamo stati bene.
Anche la giornata di oggi si è conclusa con un arrivederci a domani. Ha promesso che non scapperà, ma non c’è da fidarsi troppo. Purtroppo abbiamo capito che la sua diffidenza nei nostri confronti è anche frutto delle fandonie che i bambini più grandi gli raccontano sui genitori adottivi (cose del tutto normali in un orfanotrofio). E poi, come scriveva qualcuno, questo bimbo ha preso già troppe fregature dagli adulti, ed è terrorizzato che accada ancora.
C’è ancora tanto da lavorare e il finale di questa storia è ancora molto molto incerto, comunque per noi è una bella storia… e accetteremo qualunque finale.
Domani giornata piuttosto importante, anche perché oltre a vedere la sua reazione al terzo giorno, abbiamo programmato un incontro con Ispettrice e Direttore dell’istituto per valutare l’andamento della situazione. Gli esami non finiscono mai. Parola di professori. 

Matteo posa per il "piccolo fotografo"

martedì 23 agosto 2011

Il potere del pallone ...

Oggi quegli occhietti li abbiamo incontrati … e riconosciuti.  Alla fine di un viaggio estenuante di oltre 100 km di strade sterrate, perso nella campagna più persa della terra di confine tra Ucraina e Polonia … siamo arrivati in questo posto surreale. Non è un Istituto ma una specie di Missione in cui i bambini degli Istituti passano le vacanze custoditi da un gruppo di volontari. Appena arrivati siamo stati travolti dalla curiosità dei bambini più grandi e problematici che sarebbero saliti tutti in macchina con noi… Lui invece, non si è avvicinato e ha fatto sapere che non voleva vedere nessuno. E’ cominciata allora la nostra manovra di accerchiamento… ci siamo avvicinati un po’ alla volta e alla fine ha accettato di venire a fare una passeggiata con noi. E’ stato subito sottoposto al provino da portiere e ha reagito molto bene … i giochi di prestigio lo hanno fatto perfino sorridere. Quando il tempo a disposizione è scaduto l’interprete gli ha chiesto se potevano tornare domani e lui ha detto di si e si è portato via il pallone. Abbiamo saputo qualcosa in più su quello che quegli occhietti possono aver visto … e abbiamo capito che non sarà facile che decidano di fidarsi di qualcuno.  Noi comunque stiamo qui ancora qualche giorno …  Per il momento cerchiamo di non affezionarci. Provateci anche voi

Arrivati a Kovel

Ore 00.23. Siamo appena giunti a Kovel, dopo un estenuante viaggio durato la bellezza di 8 ore. Nonostante le cuccette non si è viaggiato un gran che bene. Per ciò che abbiamo visto (e respirato) il nostro treno, che da Kiev raggiunge la Polonia, ha evocato in noi scene da deportazione. E’ come se le nostre vite si stiano magicamente ricongiungendo: se Matteo non avesse provato i treni di Calcutta e Paola non avesse conosciuto i treni Unitalsi per Lourdes forse non ce l’avremmo fatta. Fortunatamente Giorgio aveva prenotato uno scompartimento tutto per noi e questo ha reso il tutto più sopportabile (le foto che abbiamo fatto, e che caricheremo quando avremo un collegamento migliore, testimonieranno il tutto). Abbiamo fatto anche conoscenza con la nostra nuova compagna di viaggio (stavolta Romina non c’entra), l’interprete Maria, che si è presentata con inconfondibile accento… NAPOLETANOOOOO!!!!!! Fra l’incredulo e il divertito, aspettandoci a quel punto il passaggio di un elefante rosa in pieno stile felliniano, abbiamo iniziato con le presentazioni. A dire il vero non abbiamo capito molto della sua storia, ma i trascorsi sotto il Vesuvio sono evidente, tanto nella parlata quanto nei modi. Appena arrivati, alle 23.48, ha procurato a colpi di telefonino una macchina con autista a 20 grivne (1 euro e 50 centesimi) e due stanze d’albergo a 38 euro (per entrambe, s’intende). Sempre in omaggio a Fellini, l’albergo si trova in mezzo al nulla, ma sfortunatamente sopra l’unica discoteca della regione: per andare in camera abbiamo dovuto attraversare la pista da ballo con le valige, fra lo stupore dei presenti e dell’elefante rosa, ormai annichilito dalla situazione ben più grottesca di Fellini ubriaco.
Scriviamo un po’ di boiate per stemperare la tensione, che ovviamente aumenta con il passare delle ore. E così, mentre nel buio della nostra stanza rimbomba Rock’n roll Robot di Alberto Camerini, passiamo alla fase rem e auguriamo a tutti buona notte.


In viaggio verso Kovel: entusiasmo a iosa!

lunedì 22 agosto 2011

Da svidania Kiev

Finalmente ci siamo! Dopo 14 giorni di permanenza forzata a Kiev, oggi lasceremo la capitale per spostarci a Kovel, sul confine nord occidentale con la Polonia. Partiremo con il treno, nel pomeriggio, accompagnati da una giovane interprete, Marja, che sostituirà Giorgio in questa nuova fase. Kovel è una cittadina di circa 62 mila abitanti e da quanto si legge su Wikipedia dovrebbe essere un importante snodo ferroviario della nazione; per il resto non si dice nulla, nemmeno sulla nostra affidabilissima guida "Lonely Planet" dove Kovel non è nemmeno menzionata. Là arriveremo stasera tardi, verso mezzanotte, e pernotteremo in un hotel. Domani, invece, con una macchina a noleggio o taxi proseguiremo il nostro viaggio verso Lyuboml', a circa 30 km di distanza, dove si trova esattamente l'istituto in cui dobbiamo andare. Ora, se a Kovel non c'è molto, immaginiamo che Lyubolm', che su Google Maps è minuscola, sia la quintessenza del nulla. Nel nostro tragitto ci sarà sicuramente anche un'altra cittadina, Lyublynets, dove invece si trova la scuola frequentata dal bambino (o almeno, così ci è parso di capire) e ancora non ci è molto chiaro dove dovremo incontrarlo esattamente. Ieri, pertanto, grandi preparativi. Abbiamo rifatto completamente le valigie, cambiando modulo (non più a zona, che aveva creato problemi, ma a uomo: quella è mia, questa è tua). Siamo anche riusciti a ridurre la zavorra e a lasciare un piccolo trolley a Giorgio. La mattinata di oggi sarà invece impiegata per gli ultimi acquisti: qualche caramella, una macchinina elettrica (pare che sia un "must" per i bambini di quassù) e soprattutto il pallone, sul cui valore ludico e pedagogico l'esperto della coppia ritiene di poter sorvolare per quanto sia scontata la lezione...
Che dire: siamo emozionati. L'incontro non avverrà certo oggi, ma già il fatto di metterci in viaggio ci scuote non poco. Lasciamo una città che ci ha adottato e che porteremo sempre con noi nel cuore, a prescindere da tutto. Si dice che quando si adotta un bambino ci si deve innamorare, oltre che di lui, anche del paese dal quale proviene. Temevamo che con l'Ucraina questo fosse piuttosto difficile, ma dopo le nostre due settimane a Kiev crediamo di essere entrati in sintonia con una città affascinante in cui non ci dispiacerà comunque ritornare.
Comunicazione di servizio finale: non sappiamo esattamente quali condizioni di collegamento troveremo a Lyuboml, ma ovviamente faremo di tutto per tenervi aggiornati.

Ripassiamo sotto l'arco di Kiev, stavolta in uscita...


domenica 21 agosto 2011

Sabato sera fra amici

Un po' come accade alla Borsa, anche il nostro umore sale e scende, a seconda delle circostanze (a dire il vero la Borsa di questi tempi scende e basta, ma questo è un altro problema...). Ad ogni modo, dopo un venerdì difficile e annoiato, è arrivato un sabato splendido, forse una delle giornate migliori da quando siamo qui. L'evento - perché di evento si è trattato - è stato l'arrivo a Kiev di Giorgia e Fabio, una coppia di nuovi amici modenesi che come noi stanno adottando una bambina in Ucraina (e con il nostro stesso ente). Anche la loro è stata una vicenda ingarbugliata, con la famosa legge dell'11 luglio che è entrata in vigore nel bel mezzo del loro percorso: sono dovuti rientrare in Italia per 20 giorni, ma quello che conta è che ora sono tornati in Ucraina per la sentenza conclusiva, le ultime carte e per stare con la loro splendida bambina, Tanja. Abbiamo trascorso con loro 5 ore spensierate, con tanto di pizza e chiacchiere. Sarà che la barca sulla quale ci troviamo è la stessa per tutti, ma ci siamo trovati in sintonia su tutto, anche nelle paure e nelle debolezze che inevitabilmente si scoprono in queste circostanze. Insomma, che dire: serata piacevolissima, inusuale, rigenerante e finalmente trascorsa con qualcuno che non parli russo!
L'entusiasmo di ieri ci accompagnerà anche nell'affrontare la giornata di oggi, dedicata agli ultimi preparativi prima della partenza per Kovel, già fissata per domani sera. Ma di quest'ultima parte, con tutti i dettagli, vi racconteremo domani!

L'incontro con Giorgia e Fabio

sabato 20 agosto 2011

Insolita gita fuori porta

Kiev è bella, per carità. Ma dopo quasi due settimane anche la città più bella del mondo inizierebbe a stufare. E Kiev, con tutto il rispetto, non è esattamente la città più bella del mondo... Insomma, noi tutto l'impegno per farcela passare ce lo mettiamo anche, ma inizia a diventare dura. La giornata di ieri, da questo punto di vista, è stata forse la più difficile, fatta eccezione per la mattinata spesa alla visita del "Kievo-Pecherska Lavra", un monastero alla periferia della città che attira molti pellegrini da tutta la nazione. In realtà si tratta di una vera e propria cittadella che si estende per 28 ettari sulla collina e stracolma di gente con mazzi di fiori e ceste di frutta e verdura. Abbiamo capito il senso di questa cosa appena arrivati, quando ci siamo trovati nel bel mezzo di una "benedizione" collettiva. Fantozzianamente siamo capitati in prima fila e anche noi siamo stati investiti da una spruzzata di acqua santa che non ha niente a che vedere con l'aspersorio dei nostri sacerdoti. Il cerimoniere locale, munito di "scopettino" e secchio (o "mastela", che rende meglio...) ha innaffiato tutto e tutti, compresi noi due. "Che porti bene?" - ha commentato uno dei due. "Titamorticani..." - ha risposto l'altro. Comunque, non sappiamo se adesso abbiamo i superpoteri, ma questa visita alla "Mecca" della religiosità ortodossa è stata suggestiva, anche per il mezzo utilizzato per la trasferta (vd. foto).
Intanto i giorni passano: e fu sera e fu mattina, dodicesimo giorno.

Scopettino e mastela: alè...

Il "mezzo" torpedone che ci ha portato al Lavra



venerdì 19 agosto 2011

A ognuno le sue passioni

Causa problemi di collegamento carichiamo in ritardo e senza immagini (che arriveranno…): avremmo voluto postare due fotografie che spiegano il titolo e raccontano la giornata di giovedì.  Matteo – su incarico di Platini – ha trascorso la mattinata allo Stadio Republikansky, che fra meno di un anno sarà teatro della finale degli Europei di calcio. Dalla visita ispettiva è emerso un quadro piuttosto preoccupante: l’impianto è bellissimo, è vero, ma i lavori paiono ancora molto indietro. Sconcertante, invece, il concetto locale di sicurezza sul lavoro: gli operai  qui lavorano in ciabatte!!!
Paola, invece, ha prima proseguito le sue autolezioni di russo, poi si è concentrata per il secondo evento mondano di questa nostra permanenza a Kiev: concerto dell’orchestra sinfonica nazionale a teatro. Programma piuttosto impegnativo, con il concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Rachmaninoff, Romeo e Giulietta di Prokofiev e, a chiudere, Tchaikovsky. Ma la vera notizia è che anche la parte zotica della coppia sia riuscita a rimanere a bocca aperta e a commuoversi, addirittura esaltandosi  quando, su un passaggio di Prokofiev, ha riconosciuto la sigla che accompagna l’ingresso dei critici a “Chef per un giorno”. E poi dicono che in TV non si fa cultura…
Problemi di collegamento risolti! Ecco le foto:


Lavori in corso allo stadio

La pianista riceve i fiori dal pubblico

mercoledì 17 agosto 2011

The day after

Si dice che il giorno dopo (dopo qualsiasi cosa) sia il giorno della razionalità: il giorno in cui le cose vissute d'istinto vengono mentalizzate e in qualche modo viste sotto un'altra prospettiva. Il nostro giorno dopo è andato esattamente così, e nonostante i mille pensieri di oggi continuiamo a essere sereni della nostra scelta. Insomma: pancia e mente vanno all'unisono, almeno per ora. Continuiamo a essere consapevoli dei tanti ostacoli che possono ancora intervenire: piacere al bimbo, riuscire a conquistarlo, come qualcuno di voi ha scritto, con le nostre qualità (e con le scarpe gialle) potrebbe non bastare. Quella è una condizione necessaria, ma non sufficiente, per proseguire l'avventura. Sappiamo bene che il percorso dell'adozione, purtroppo, non è fatto solo di amore e sentimenti, ma di mezzo ci sono anche carte, burocrazia, giudici, sentenze, distanze culturali. Anche per questo, almeno per ora, preferiamo non dare un nome (che evidentemente sappiamo già) ad un personaggio che dobbiamo ancora conoscere, ma che è già entrato - e fin troppo - nei nostri pensieri. Oggi, peraltro, siamo ritornati al famigerato DAP dove ci hanno consegnato una specie di "permesso" per la visita all'Istituto e il "paccone" di documenti (tutti tradotti in ucraino) del nostro fascicolo che dovremo portare con noi al momento dell'incontro del 23.
Fino a lunedì prossimo, dunque, si torna alla normalità di Kiev e ovviamente il nostro primo imperativo è occupare il tempo al meglio. Per non sclerare abbiamo anche deciso di iniziare a trascorrere brevi periodi di tempo separati, per assecondare i rispettivi interessi e i diversi ritmi biologici. Così Paola ha passato la mattinata in casa, alle prese con il primo bucato, mentre Matteo ha optato per il museo di Chernobyl. Per domani mattina, invece, si prevede una mattinata di corrispondenza elettronica e ripasso di russo per Paola e visita di Matteo allo stadio che ospiterà la prossima finale degli Europei di calcio, per controllare come procedono i lavori. Esattamente come fanno i vecchi in pensione...

Nonno Aljosha aspetta Matteo per verificare come procedono i lavori 


martedì 16 agosto 2011

Salto nel buio

Abbiamo appena concluso il nostro secondo appuntamento al DAP. Per la prima mezz'ora ci è sembrato di rivivere esattamente le stesse sensazioni di mercoledì scorso. Poi il nostro referente ha estratto una scheda. Prima delle informazioni, prima della data di nascita, prima ancora di sapere qualsiasi notizia sullo stato di salute del bambino, siamo stati rapiti da un paio di occhi color ghiaccio. Uno sguardo che ci ha toccato nel profondo e ci ha indotto immediatamente e spontaneamente a guardarci fra noi. Ha già 8 anni, compiuti da poco, dunque ben al di sopra delle nostre intenzioni iniziali. Abbiamo ripetuto a lungo, prima di tutto a noi stessi, che non siamo qui per un bimbo a ogni costo, e sull'età avevamo posto un vincolo piuttosto importante (non più di 6/7). Ma quegli occhi hanno fatto scattare qualcosa, in ciascuno di noi e simultaneamente. Non era mai accaduto fino ad ora, nemmeno con bambini più piccoli. L'asticella sale all'improvviso, è vero, ma ci sentiamo di tentare il salto. Un salto, come lo hanno definito Giorgia e Fabio (la coppia che ci ha preceduto), nel buio.
Altre due informazioni, non propriamente positive, avrebbero potuto farci vacillare: il bambino in questo momento non è in istituto, ma è al mare (una specie di colonia); fino al 23 agosto non potremo incontrarlo e questo prolunga di quasi una settimana la nostra permanenza forzata a Kiev. La seconda notizia riguarda un precedente abbinamento: dalle informazioni raccolte un'altra coppia è già andata a conoscerlo, in aprile, e pare che sia stato lui (il bambino!) a non voler andare con quella coppia. Cosa significhi questo episodio non possiamo saperlo. In ogni caso starà a noi provare a conquistarlo. Ci sono dunque ancora un sacco di incognite lungo il nostro cammino, ma per quanto sia difficile fare un salto nel buio con i piedi per terra, noi ci proviamo.

lunedì 15 agosto 2011

Strano Ferragosto

Qualcuno ha detto che siamo diventati una comunità… forse lo eravamo già prima senza saperlo. Certo noi ci siamo sentiti abbracciati tutti i giorni. Proprio perché l’affetto con cui ci seguite ci fa capire la profondità della vostra partecipazione, sentiamo il bisogno di prepararvi a quello che potrebbe succedere domani. Sapevamo già quando siamo partiti che questo viaggio avrebbe potuto concludersi con un nulla di fatto. Quando siamo arrivati qui ci siamo resi conto che questa prospettiva, con l’entrata in vigore della nuova legge, è molto realistica. Siamo arrivati in un momento di grande cambiamento per questo Stato… e forse non è il momento giusto per il nostro progetto (e forse neanche il posto?). Domani potremo ricevere una conferma alle nostre perplessità oppure veder rinascere una piccola speranza. In tutti i casi adesso ci sentiamo pronti: abbiamo avuto tanto tempo per pensare, per parlare… adesso è il tempo di lasciare che le cose accadano. In ogni caso, sia che ci vediate rientrare in pochi giorni, sia che decidiamo di prolungare la nostra permanenza qui, avremo ancora bisogno di voi.

domenica 14 agosto 2011

Domenica d'agosto

La nostra prima domenica a Kiev l'abbiamo passata come due perfetti cittadini della capitale, dedicandoci alla gita fuori porta (giro in battello) la mattina, e allo "struscio" lungo la via dello shopping nel pomeriggio. La zona del quartiere fluviale, chiamato Podil, l'abbiamo raggiunta a piedi, attraverso la pittoresca discesa di Andriyivsky uzviz, popolata da bancarelle in stile "mercato delle pulci" dove si trova qualsiasi cosa (comprese le vecchie divise dell'armata rossa, mitra e maschere antigas utilizzate in chissà quale occasione). Dal porto fluviale abbiamo preso il battello sul Dnipro, una sorta di bateaux mouches sulla Senna (con una buona dose di immaginazione...). La navigata è durata circa un'oretta, facendoci intravedere le spiagge dell'HydroPark dove i cittadini di Kiev prendono la tintarella e fanno il bagno.
Dopo il pranzo siamo risaliti a San Michele con la funicolare e ci siamo spostati in centro dove, da qualche giorno stanno aumentando le manifestazioni legate alla vicenda giudiziaria di Julia Timoshenko (non abbiamo ancora capito esattamente tutti i risvolti politici della faccenda, che sembra piuttosto intricata).
Anche oggi, insomma, abbiamo cercato di riempire la giornata ma l'appuntamento di martedì si avvicina e, con esso, anche i nostri pensieri tornano inevitabilmente sulle reali ragioni per cui ci troviamo qui. Dietro l'apparente tranquillità che cerchiamo faticosamente di recuperare, la tensione aumenta...

Andriyivsky uzviz
Il "bateo" sul Dnipro

sabato 13 agosto 2011

Evasioni calcistiche

Oggi mattinata tranquilla, passata all'insegna delle faccende domestiche. Il pomeriggio, invece, è stato interamente catalizzato dall'evento mondano della partita Arsenal - Dynamo Kiev. Per chi ritiene che il calcio sia una cosa serissima e rappresentazione della cultura (o dell'inciviltà) di un popolo, il derby di oggi è stata un'esperienza antropologica molto interessante. Anzitutto campo splendido, con spalti a ridosso del manto erboso senza alcuna barriera (carichiamo appositamente una foto che abbiamo fatto a Scheva e che, anche se sfocata, rende l'idea di quanto fossimo vicini al campo). Pubblico non molto numeroso (per un derby ci saremmo aspettati il tutto esaurito) ma compostissimo e civile, tifo sobrio e discreto, con qualche immancabile nota di colore (tipo il settore "distinti" interamente occupato da militari in uniforme). Ciò che ci ha colpito di più è stata la presentazione delle squadre, seguita dal successivo elenco delle personalità presenti in tribuna: ad ogni nome di qualche ministro o presidente grandi applausi e compiacimento della gente. Noi, naturalmente, abbiamo subito immaginato una situazione simile in Italia, tipo a San Siro: "E' presente in tribuna d'onore il Ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini!", oppure "Siede in tribuna d'onore il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti!". Vuoi mettere la soddisfazione di essere sugli spalti con fischi e trombette?
Per la cronaca ha vinto la Dynamo 2 a 0 con reti di un redivivo Schevchenko (migliore in campo) e di Ideye. Uno di noi due (ma non diremo chi) ha però dedicato tutte le sue attenzione ad uno dei suoi miti, ovviamente sconosciuto ai più: Oleksandr Shovkovskyy, trentaseienne portiere della Dynamo ed ex numero uno della nazionale ucraina.
Calcisticamente cresciuto nelle giovanili della Dynamo, Shovkovskyy è alto 191 cm e pesa 88 kg. Usa guanti Uhlsport e.... la chiudiamo qui, altrimenti potreste avere qualche sospetto su chi scrive i post.

Sheva, come Anna, impreca contro tutto e tutti


venerdì 12 agosto 2011

Turisti per caso

Siamo al terzo giorno. Non sappiamo voi da laggiù, ma qui ci pare che sia passato già un mese. Probabilmente dipende dal fatto che in due giorni abbiamo provato emozioni (nel bene e nel male) che normalmente si vivono in più di qualche anno di vita. Il percorso, come detto, va avanti e siccome fino a martedì prossimo non ci saranno novità sostanziali ne abbiamo approfittato per fare i turisti (abbiamo caricato nuove foto nello slideshow).
Kiev ci ha sorpreso e, complici le giornate davvero splendide, abbiamo scoperto una città coinvolgente e cosmopolita, densa di storia, tradizione, cultura. Nel pomeriggio di ieri abbiamo passeggiato a lungo fino ad affacciarci su un terrazzo naturale che domina il fiume Dnipro. Là, approfittando dei tanti chioschetti, abbiamo onorato le nostre radici veneto-friulane con il rituale dell'aperitivo: birretta e patatine al bacon (almeno il gusto era quello). Il clima da turisti ci ha coinvolto talmente tanto che uno dei due (non diremo chi) è riuscito a procurarsi due biglietti per il derby di domani fra Arsenal e Dynamo Kiev al mitico stadio Lobanosky (costo dell'operazione per due poltronissime in tribuna centrale 16 euro! molto meno di Tamai - Chioggia...). Anche i prezzi dei concerti di musica classica (opera e filarmonica) sono ridicoli e c'è il serio pericolo che uno dei due (il medesimo della Dynamo Kiev per intenderci) debba sorbirsi una serata con Tvaichovsky.
Oggi abbiamo visitato un'altra parte della città (parco Shevchenko e Università) e nel pomeriggio siamo tornati allo stesso chioschetto dello spritz armati di libri e pensieri. Ci siamo messi comodi su una panchina e abbiamo provato (con discreto successo) e rilassarci e a immergere i nostri tanti pensieri nella lettura. Adesso, mentre scriviamo, siamo ancora qui. Ogni tanto ci guardiamo e sorridiamo...

Birretta al parco
Panorama sul fiume Dnipro

giovedì 11 agosto 2011

Lentamente, si riparte

Grazie, grazie e ancora grazie. Non ci stancheremo mai di ringraziarvi per tutto l'affetto e il sostegno di questi giorni. Leggere il blog, così come scriverlo, è terapeutico. Vorremmo trovare una parola per tutti, perché ogni vostro messaggio è denso di significati, e non tutto è facile da scrivere in "pubblica esposizione".
Torniamo, allora, alla cronaca. Dopo la difficile giornata di ieri abbiamo tentato di reagire imbastendo la prima cena "italiana": pasta al surrogato di pomodoro (vedi foto). Stamattina, alle 9, altro appuntamento al DAP per fissare la data del nuovo abbinamento; le cose sono andate meglio del previsto, perché la nuova data è il 16 agosto, fra meno di una settimana.
Fino a martedì prossimo, dunque, non dovrebbero esserci novità sostanziali. Ora dobbiamo solo attendere pazientemente e cercare di recuperare in questi 5 giorni la serenità di cui abbiamo bisogno. Qui il trascorrere del tempo è assai diverso dai nostri ritmi abituali, e anche uscire insieme per fare la spesa, trovare l'olio "Monini" o provare a cucinare qualcosa di nostrano sono piccoli diversivi, utili a risollevare il morale in vista dell'appuntamento della prossima settimana.

Prima cena "italiana"


mercoledì 10 agosto 2011

Impatto con la realtà

Cari amici … dire che è stata dura è dire poco. Non sappiamo come andrà a finire questa avventura ma adesso siamo proprio disorientati. L’incontro di questa mattina ci ha chiarito definitivamente la situazione; la legge entrata in vigore l’11 luglio (che blocca l’adozione dei bambini ucraini con età inferiore ai 5 anni)  ha davvero cambiato le cose e i margini di possibilità di incontrare un bambino che abbia meno di 6 anni con un quadro clinico compatibile con il nostro progetto sono davvero minimi. Noi abbiamo cercato di rispettare le indicazioni del nostro ente e non abbiamo accettato le proposte che riguardavano bambini con 8 o più anni… Stavamo per andare via senza aver ottenuto nessun abbinamento quando il nostro referente ci ha proposto di andare a vedere un bambino di 6 anni che nessuno ha ancora mai visto perché nella sua scheda si legge che ha qualche problema di sviluppo del “linguaggio”.  Ci hanno avvisato che potrebbero esserci anche altri problemi… ma che per rendercene conto dobbiamo andare all’Istituto, a circa 4 ore di macchina da Kiev. Alla fine abbiamo deciso di fare il viaggio per renderci conto di persona della situazione: si parte venerdì.
Non sappiamo se è giusto condividere questo pezzo così difficile del cammino, ma in questo momento ci stiamo preparando anche ad affrontare tutte le possibilità, compresa quella di dover rinunciare al progetto. Comunque insieme ci sentiamo forti e sapremo affrontare anche questa eventualità. Siate forti anche voi.

ULTIMA ORA: Salta anche il viaggio di venerdì per andare a incontrare il bambino di 6 anni. Le notizie provenienti dall'istituto riferiscono di una situazione ancor più grave di quella descritta nella scheda. Si va ufficialmente al secondo abbinamento, fra non meno di una settimana. Anche se era una delle possibilità a noi note, il morale vacilla. Almeno per oggi.

martedì 9 agosto 2011

Primo livello completato!

Ebbene, l’abbiamo fatto per davvero! Siamo arrivati a Kiev, che ci ha accolto in una giornata grigia e piovosa. L’arrivo all’aeroporto è stato inquietante: neanche a Calcutta ho sperimentato e visto cose simili. Paola, naturalmente, è stata fermata al controllo valige a causa di un “big metal cilinder” rilevato dal metal-detector. Valigia aperta, persi dieci minuti e allarme rientrato (il “big metal cilinder se lo metta….” è stato l’educato commento di Paola). Fuori dall’aeroporto primo lieve contrattempo: dell’autista con il cartello “Giorgio” che avrebbe dovuto attenderci nemmeno l’ombra. E’ arrivato con 40 minuti di “poco ritardo, tu scusa me, no problema”. (“Assoreta”, l’educato commento, stavolta di Matteo).
Attraversata Kiev in auto, siamo giunti al nostro appartamento, esattamente dietro la Cattedrale di Santa Sofia (vista la posizione temiamo di essere spennati, complice il cognome che ci ritroviamo). Lo stabile – che di stabile ha ben poco – è inquietante, ma proprio come ci avevano detto Giorgia e Fabio al cospetto di palazzi semifatiscenti gli appartamenti non sono male. Il nostro è dotato di tutte le necessità, compresa linea telefonica con Internet, subito utilizzata per qualche chiamata su Skype, specie con il nostro uomo alla base (Andrea).
Fra poco primo appuntamento con Giorgio, il referente di SOS Bambino qui a Kiev. Finalmente ci conosceremo di persona dopo le telefonate di ieri e oggi.
Nota di servizio: fra ieri e oggi abbiamo ricevuto un sacco di sms benauguranti, molti dei quali commoventi. Nella concitazione della partenza non siamo riusciti a rispondere a tutti, ma assicuriamo che sono arrivati a segno, proprio nei pressi del cuore.
Nota di servizio 2: un sentito ringraziamento agli autisti che oggi ci hanno accompagnato in aeroporto. Ci siamo sentiti accompagnati per davvero, e non solo in macchina…

Noi alla partenza
La cucina del nostro appartamento

lunedì 8 agosto 2011

Vigilia

Un po’ come la notte prima degli esami, siamo arrivati alla vigilia della partenza. Oggi giornata frenetica, passata davanti agli armadi a scegliere accuratamente l’equipaggiamento. Poi assemblaggio nelle valige, secondo comprovato schema “random”. Oltre alle nostre cose, abbiamo infilato qualche gioco: il ditone magico, una lavagnetta, un pallone gonfiabile, le bolle di sapone e, soprattutto, il “cagnusul” di peluches che ci ha regalato Chiara. Rigorosamente in duplice copia! Infatti abbiamo imparato che i regali che faremo al bimbo/a rimarranno in ogni caso all’istituto e non a lui/lei (retaggi del comunismo). Ma quando lui o lei sarà con noi, speriamo definitivamente, ritroverà magicamente lo stesso cagnolino, stavolta tutto suo.
Difficile descrivere le nostre sensazioni: siamo esausti per la faticaccia di questi giorni (oggi abbiamo pure scoperto che ci mancava un documento), rintronati, felici, preoccupati, impauriti, storditi, vivi.
Questo sarà l’ultimo post dall’Italia: grazie ancora, di vero cuore, per il tripudio di commenti con cui ci avete sostenuto. Continuiamo da lì, continuate così.


martedì 2 agosto 2011

Cosa ci attende

Carissimi,
non abbiamo parole per ringraziarvi dei messaggi di affetto che in questi giorni ci stanno arrivando in tutte le forme. Il primo post del blog ha raccolto finora 11 commenti... e doveva essere solo una prova!
Ormai in tanti ci chiedete i dettagli di questa avventura, per cui, visti i propositi di massima condivisione, eccovi alcune informazioni "essenziali" per poterci seguire con cognizione di causa.
Diciamo subito che non sarà facile e non è per nulla scontato che questo primo viaggio a Kiev sia già risolutivo (anzi...). Ad ogni modo ecco cosa dovrebbe accadere dopo la nostra partenza.
Il 10 agosto è fissato un appuntamento al DAP (l'ufficio centrale di Kiev che si occupa delle adozione internazionali). Credo che l'acronimo stia per "Dai, avanti, presto!!!" Là, accompagnati da un referente locale di SOS Bambino, dovremmo incontrare un funzionario che ci proporrà l'abbinamento con un bambino/bambina in base a criteri totalmente sconosciuti. Già questo passaggio nasconde molte insidie perché la modalità di funzionamento degli abbinamenti pare essere molto soggettiva. C'è dunque la possibilità che il primo giorno si concluda con un nulla di fatto e che ci tocchi aspettare una settimana a Kiev per un secondo appuntamento.
Se invece dovessimo trovare un abbinamento compatibile con il nostro decreto di idoneità, allora ci verrà data la possibilità di incontrare il bambino/a nell'istituto in cui si trova (potrebbe essere sempre a Kiev ma anche, più probabilmente, in qualche altra città dell'Ucraina). Anche gli incontri con i bambini dipendono molto dalla sensibilità dei responsabili degli istituti. Un altro problema è che spesso le informazioni che passa il DAP sono incongruenti con la reale situazione del bambino (nel bene o nel male). Se anche l'incontro con il bambino dovesse andare bene e noi dovessimo accettare la proposta di adozione inizierebbero le pratiche vere e proprie, che prevedono udienze e sentenza del tribunale ucraino. I tempi di permanenza definitivi dipenderanno proprio dalle lungaggini di queste pratiche.
Per caricare al meglio le batterie, domani andremo in "ritiro" in Toscana per 4 giorni di totale relax prima che il videogioco abbia inizio. Si prevedono intense sessioni di russo accelerato a bordo piscina...
Da svidània