mercoledì 28 settembre 2011

Pedagogia comparata, capitolo secondo

Siamo così giunti al tanto atteso e richiesto secondo capitolo di "pedagogia comparata", elaborato sulla base di nuove evidenze empiriche raccolte negli ultimi 10 giorni. Eccoci dunque alle conclusioni:
  1. Il bambino italiano separa rigorosamente gusti e cibo nel piatto, evitando qualsiasi principio di mescolamento. Il bambino ucraino gode a fare il pappone e ingurgita fino a tre pietanze diverse (carne, pane e contorno) che in bocca diventano una sorta di "bolo" che viene poi cacciato giù dal succo di frutta di turno (mirtillo, ananas o ciliegia). Conclusione: il bambino ucraino è per il meltin pot.
  2. Il papà di un bambino italiano, quando va al ristorante, sa che deve ordinare poca roba per se stesso, perchè gli toccherà finire quello che il figlio ha lasciato. Il papà di un bambino ucraino deve ordinare abbondante, perchè quando il figlio ha finito il suo pasto cerca fortuna in altri piatti... Conclusione: mantenere un bambino ucraino è più costoso che mantenerne uno italiano.
  3. Il bambino italiano è generalmente distratto e necessita di qualcuno (i genitori) che raccolga tutto ciò che ha lasciato in giro al bar (il berretto, un componente del robot, il quaderno, ecc.). Il bambino ucraino ha una memoria di ferro raccoglie tutto ciò qualcun altro (i genitori) ha lasciato in giro al bar (il portafoglio del papà, l'Ipod della mamma, il telefonino, ecc.). Conclusione: Vova è proprio il bambino di cui abbiamo bisogno.
  4. Il bambino italiano ha la fissa del tempo (quanto manca? quando arriviamo? quando finisce?) e stressa spesso i genitori. Per il bambino ucraino il fattore tempo non è un problema e potrebbe fare le stesse cose in eterno anche se i suoi genitori fanno le tacche al muro già da un mese. Conclusione: in Ucraina non passa, ma se non hai mai visto l'Italia te ne fai una ragione.
  5. Il bambino italiano attende istruzioni dai genitori sui vestiti che dovrà indossare. Il bambino ucraino pensa durante la notte come dovrà vestirsi il giorno dopo e smarona i genitori per mettersi sempre le scarpe da ginnastica bianche e i nuovi jeans (che nel frattempo non sono più nuovi). Conclusione: Il bambino italiano è remissivo, ma elegante; quello ucraino è orgoglioso e autonomo, ma nun se po' guardà...
Ci scusino i bambini ucraini che leggono il blog, ma il nostro campione - come sottolineato dalla collega Zanon - non è ancora molto rappresentativo.

8 commenti:

  1. Non so cosa dire ma questa volta sono stato il primo a commentare. Avanti tutta!
    Giovanni P.

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  2. Il bambino Vova è, oltre che bello, bravo...noto che ha delle belle manine... non vedo l'ora di conoscerlo!!!
    Complimenti a mamma e papà per tutto quello che stanno facendo...sempre al meglio!!!
    Ne esce il ritratto di una bella Famiglia :o)
    Un abbraccio, Lara

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  3. Siete fuori!!! Ai punti 3 e 4 mi sono "scompisciata" dal ridere! Comunque comunico al carissimo Dott.Cornacchia che lo aspetto in facoltà visto che ho appena fatto la cazzata di immatricolarmi...chi vivrà vedrà! ;)

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  4. Allarghiamo il campione:
    conosciamo un bambino ucraino che già in Ucraina mostrava i sintomi del bambino italiano, su tutti cinque i punti: che fosse un bambino italiano travestito da ucrainao ????????
    Rifiutava dolci, gelato e pizza !

    Punto di forza: costa poco !!!!

    Bambini ucraini.

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  5. compito di un ricercatore è anche dimostrare che sono vere o no le ipotesi di una altro ricercatore e allora ti dico che sono avvolarati dal mio campione (anche esso non significativo) i punti 1,2 e 4 sul 3 e 5 ho qualche dubbio (forse il mio campione ha qualche variabile ucraina).

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  6. Che sia ucraino o bulgaro o rumeno o italiano non importa: ciò che e' fondamentale e' che gli venga lasciata la dignità di bambino e la possibilità di vivere la sua infanzia serenamente. L'accoglienza dovrebbe essere realizzata con tanto affetto e comprensione da parte di tutti. Ma non sempre e' cosi'! Lungi da noi il voler essere polemici di fronte alla vostra simpatia: quello che affermiamo e' solo un pizzico della nostra verità. Emanuela e Giovanni

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  7. L'anno è cominciato e i professori sono partiti in quarta. Peccato che noi siamo solo in terza..
    I nostri voli astrali vanno quindi a lei: ci manca l'inutile sigla del documentario di storia e il suo "istinto da Erode" durante le ricreazioni delle elementari.
    Con i suoi corsi intensivi si ricordi di preparare il nuovo arrivato ai tornei medievali!
    Un augurio all'ex Innominato, e una speranza che mentre noi cerchiamo di orientarci con cartina e bussola alla ricerca di lanterne sperdute, un giudice indichi la strada migliore per Vova. Facciamo coraggio al piccolo sperando che come noi possa provare a superare l'ardua vita con due genitori, peggio ancora professori.

    In attesa di ottime notizie, la 3^ BIO.

    PS: FORZA PROF CHE MANCA POCO!

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  8. Cari i miei “storici”… potrei fare così: vi mando un dvd con incisa l’inutile sigla che si ripete per 55 minuti, così ogni tanto vi fate portare in aula multimediale e vi fate passare un’ora guardando solo quella.
    Per quanto riguarda la sindrome di Erode … mi sa che ne porto a casa un altro da gettare nella mischia della ricreazione delle elementari.
    Grazie del vostro pensiero, anch’io vi penso e sono sicura di trovarvi al mio ritorno più grandi, più colti, ma sempre un po’ fuori di testa.
    Prof. Fedato

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